L’ex sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone ha deciso questa sera di impugnare il risultato delle elezioni comunali dello scorso mese di giugno. Sono emersi «gravi e sostanziali vizi di forma, tali da alterare il risultato elettorale». Il tutto è venuto alla luce durante l’esame della documentazione elettorale, compiuto insieme agli esperti dello studio legale capitolino che seguirà il ricorso di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale.
Tra le incongruenze emerse ci sono macroscopici errori nella compilazione dei verbali in alcune sezioni, la sparizione di preferenze denunciata da più candidati, schede mancanti rispetto a quelle vidimate, risultati alterati a causa di un errato incasellamento delle cifre, incongruenze nella trascrizione del dato finale.
Il ricorso verrà depositato alla cancelleria del Tar entro giovedì mattina. Giuseppe Golini Petrarcone chiede – in base alla nuova normativa – l’annullamento dell’intero risultato elettorale per «mancanza di trasparenza». La stessa cosa già accaduta a Viareggio.
Non presenterà ricorso invece l’altro candidato sindaco, Francesco Mosillo: ha deciso di non impugnare il risultato in quanto ha ritenuto che fossero troppi i 700 voti di distacco tra lui e Carlo Maria D’Alessandro (andato, per questo, al ballottaggio contro Petrarcone).
Ha già presentato ricorso invece il consigliere comunale Claudio Trotta, candidato a sostegno di Mosillo con la lista «Cassino cambia colore»: nel suo caso la cancelleria ha già fissato l’udienza per la discussione sul merito al prossimo 17 novembre. Con il suo ricorso, Trotta denuncia la sparizione di 25 preferenze a causa dell’errata addizione dei dati parziali ottenuti nelle 33 sezioni; in questo modo gli sarebbero state accreditate solo 323 preferenze, ma sommando i dati presenti nei verbali il risultato effettivo è di 348 preferenze, che gli consentirebbero di entrare in consiglio comunale al posto di Sarah Grieco.
Nelle prossime ore deciderà se presentare ricorso anche l’ex consigliere comunale Tommaso Marrocco, candidato pure lui della lista «Cassino cambia colore»: dai suoi conti, gli sarebbero stati tolti circa cento voti; anche nel suo caso, a causa di un errato incasellamento delle preferenze nel foglio di riepilogo generale, si è ritrovato con zero voti in 8 sezioni, dove invece risulta averne preso da un minimo di dieci ad un massimo di quindici.