L’endorsement del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti al sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone è un messaggio inequivocabile anche all’interno del Partito Democratico. (leggi qui il precedente)
L’assenza di Francesco Mosillo non è sfuggita a nessuno. (leggi qui la posizione di Mosillo)
A questo punto il risultato del secondo turno farà la differenza: se Petrarcone verrà confermato, allora l’analisi del voto sarà più serena.
Ma se dovesse perdere, nel Pd si aprirebbe una fase imprevedibile. Con il senatore Francesco Scalia e il deputato Nazzareno Pilozzi che evidenzierebbero a Luca Lotti (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e fedelissimo di Renzi) che a Cassino l’assessore regionale Mauro Buschini, il segretario provinciale Simone Costanzo e il presidente dell’Asi Francesco De Angelis hanno sostenuto la posizione di Francesco Mosillo “contro” Petrarcone, candidato del Pd pur senza simbolo.
Provate a immaginare questo tipo di situazione (Roberto Giachetti, semmai dovesse leggere questo articolo è autorizzato a compiere tutti gli scongiuri che crede opportuni): Virginia Raggi vince a Roma, i Cinque Stelle mettono sotto assedio politico il premier e a quel punto anche la battaglia referendaria diventerebbe un terno al lotto. Matteo Renzi (inferocito e non incline agli sconti) non potrebbe far altro che cercare di mettere ordine all’interno del partito (“entrerò con il lanciafiamme” ha detto a Lilli Gruber). Quindi analizzerebbe tutte le sconfitte.
A Cassino gli verrebbe rappresentata come sopra. A quel punto chiamerebbe Nicola Zingaretti per sapere qualcosa in più come analisi e retroscena politici. Per il Pd provinciale Cassino è un ballottaggio decisivo.