La campagna elettorale in Emilia Romagna è entrata nella fase finale. Lì si decidono i futuri equilibri politici italiani, a cominciare dalla tenuta del Governo. Il leader leghista all’attacco, Stefano Bonaccini casa per casa. Il segretario del Pd suona la carica.
“Salvini quando parla di Enrico Berlinguer si sciacqui la bocca”: così su Twitter il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. Questo perché il leader leghista in un incontro elettorale in Emilia Romagna ha richiamato lo storico segretario del Partito comunista italiano dicendo: “Se Berlinguer tornasse e vedesse Renzi e Zingaretti sapeste quante gliene direbbe a questi qua”.
La risposta di Zingaretti non si è fatta attendere e dà il senso della posta in palio nazionale che hanno le elezioni regionali in Emilia Romagna. Con i sondaggi in completa altalena e con due modi opposti di fare campagna elettorale.
Da una parte Matteo Salvini sta andando avanti lui in prima persona, “oscurando” di fatto la candidata della Lega Lucia Borgonzoni. Dall’altra parte Stefano Bonaccini sta puntando tutto sulla sua figura. Il Corriere della Sera ha scritto: “Le elezioni in Emilia-Romagna stanno diventando una faccenda che se non si risolve casa per casa, poco ci manca. E questa capillarità è forse la prova più evidente dell’importanza della posta in palio. «Solo che si tratta di un confronto asimmetrico. Si vota per l’Emilia-Romagna, giusto? Bene, da una parte ci sono io, Bonaccini da Campogalliano. Dall’altra, Matteo Salvini, che viene da Milano, lavora a Roma e a Roma tornerà il 27 di gennaio, nonostante le sue promesse di stanzialità».
Il canone ormai è fissato, da qui al 26 gennaio. Una singolar tenzone tra due avversari che per altro hanno sempre avuto buoni rapporti, dettaglio confermato da entrambi in privato. Il leader della Lega ha messo le tende in Emilia-Romagna, convinto come il suo avversario che è nella prossima settimana che si decide il voto degli indecisi”.
Non è la prima volta che gli avversari fanno un riferimento ad Enrico Berlinguer, cercando di evidenziare la distanza che c’è da quel Pci a questo Pd. Le differenze sono enormi, ma i tempi sono profondamente diversi. Nel 2014, a piazza San Giovanni, i Cinque Stelle si richiamarono a Berlinguer, poche ore prima che si votasse per le europee. Poi nelle urne il Pd di Matteo Renzi andò oltre il 40%.
In Emilia Romagna si giocano gli equilibri politici dell’Italia per i prossimi anni. Ma Enrico Berlinguer non c’entra nulla. Con lui il principale Partito della sinistra italiana era stabilmente oltre il 30% e alle Regionali stravinceva. I tempi sono cambiati. La Lega cercherà la spallata, Zingaretti pure.