Un bus chiamato Pd: ma tutte hanno l’abbonamento

Lo scontro a distanza tra Barbara Di Rollo e Sarah Grieco. Sulla storia del bus evocata l'altro giorno da Mario Costa. Che ora prova a raffreddare il clima. ma la tensione resta alta a Cassino

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

La “purga” invocata da Mario Costa nei giorni scorsi non raggiunge l’effetto di avviare la pulizia interna al Partito Democratico di Cassino. Ma innesca uno scontro a distanza tra la presidente del Consiglio comunale di Cassino Barbara Di Rollo e la portavoce provinciale de “Le DemocraticheSarah Grieco. Unite dal gelo nei confronti del sindaco, ora il clima tra l’avvocato Grieco ed Enzo Salera è molto più tiepido. (Leggi qui: Pessimi segnali dal Cantiere Aperto di Salera).

Ad incrinare i rapporti tra il sindaco e l’ex consigliere comunale Pd furono le primarie del 2019: Enzo Salera le vinse superando Luigi Maccaro e appunto Sarah Grieco. All’esito di quella consultazione, Luigi Maccaro ha mantenuto fede ai patti ed ha messo a punto una lista a sostegno del sindaco; Sarah Grieco ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni e non ha più formato la lista a supporto del vincitore delle primarie. A costruire la lista del Pd quattro anni fa ha provveduto dunque Barbara Di Rollo che è risultata prima degli eletti. E per questo è stata chiamata a presiedere l’Aula del Consiglio comunale.

Questione di termometro

Barbara Di Rollo, Francesco De Angelis, Luca Di Stefano e Sara Battisti

Ormai da settimane i suoi rapporti con il sindaco e con la maggioranza sono sempre più freddi. I rapporti si sono incrinati sulla strategia attuata da Enzo Salera: contrapposizione alla componente maggioritaria provinciale Pensare Democratico di Francesco De Angelis; della quale Barbara Di Rollo fa parte. Il sindaco non ha messo la sua firma sotto quella degli altri primi cittadini che chiedevano la candidatura di De Angelis in Parlamento; ha schierato i suoi voti su un candidato presidente della Provincia diverso da quello di Pensare Democratico; alle Regionali ha sostenuto Antonio Pompeo e non Sara Battisti.

La rottura è avvenuta sull’atteggiamento ruvido del sindaco di fronte a quello che ha classificato non come una divergenza politica ma un affronto personale. Arrivando addirittura a non fare gli auguri a Barbara Di Rollo quando è entrata (seppure per un mese) in Consiglio regionale del Lazio.

Enzo Salera tra Francesco Carlino e Barbara Di Rollo

Ora la miss preferenze non nasconde il gelo. Dai suoi ambienti fanno trapelare l’ipotesi di lavorare ad un’alternativa anche se rimarca la sua fedeltà al Pd. Francesco De Angelis da quasi tre mesi lavora ad un chiarimento. Bisognerà vedere, in caso di un mancato chiarimento, come si declinerà questo aspetto. Lo Statuto parla chiaro: dove c’è un sindaco uscente del Pd che si ripresenta candidato ha diritto al simbolo. Ciò significa che se Barbara Di Rollo resta nel Pd dovrà per forza sostenere la candidatura di Enzo Salera. Anche se potrebbe farlo sviluppando una lista a sostegno del sindaco ma alternativa a quella del Pd.

E nel Pd dovrebbe candidarsi anche l’ex assessora Arianna Volante: dal momento che siede nella commissione regionale di garanzia, la sua candidatura in un altro Partito sarebbe inopportuna. Saranno le prossime settimane e i prossimi mesi ad offrire un chiaro più nitido sulla questione.

Lo scontro a distanza

Intanto, la presidente del Consiglio comunale Barbara Di Rollo si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Lanciandoli in direzione di Sarah Grieco che però li raccoglie e li rispedisce al mittente.

A scatenare il botta e risposta sono state le parole di Mario Costa che nel corso dell’ultima assemblea del Pd. Ha messo in guardia: “Il Pd non è un taxi metropolitano dove si sale e si scende a piacimento“. A molti, se non a tutti, è sembrato un chiaro riferimento a Barbara Di Rollo, che ha fatto capire di lavorare ad un’alternativa. Segnale colto anche dalla presidente del Consiglio comunale che subito ha mandato a dire al portavoce del sindaco con un post su Facebook: “Il Pd non è sicuramente un bus dal quale si sale e si scende a proprio piacimento. Lo posso dire con certezza, essendo una passeggera che viaggia con biglietto obliterato su quel bus di cui parla il buon Mario Costa. Una viaggiatrice di lunga data che non è mai scesa e risalita a convenienza, come invece hanno fatto altri. Però, riflettendoci, potrebbe darsi che il buon Mario abbia parlato con qualcuno nella mia traiettoria e non con me“.

E chi c’era sulla stessa traiettoria? Tra gli altri, sedeva Sarah Grieco. Barbara Di Rollo non ha dimenticato il suo disimpegno dopo le primarie del 2019. Il riferimento alla portavoce delle “Democratiche” è dunque abbastanza esplicito. Ma Sarah Grieco restituisce con gli interessi.Ho ascoltato con interesse ciò che ha detto Mario Costa. A un dirigente della sua esperienza non sfugge certo che questo è un momento molto delicato, quindi francamente non ho pensato che il monito fosse rivolto a qualcuno in particolare ma mi è sembrato un discorso di carattere generale. Quel che è certo è che io non mi sono minimamente sentita chiamata in causa dal momento che sono nel Pd sin dall’assemblea costituente. E non ho mai cambiato Partito o schieramento“.

Chi sale e scende dal bus del Pd?

E chi è stato a cambiare Partito o schieramento? Tra gli altri, anche Barbara Di Rollo, candidata a sindaco nel 2011 con una compagine di centrodestra. Grieco evita di ricordare tale circostanza, ma l’accostamento è fin troppo evidente.

Una situazione destinata ad esplodere. A gettare acqua sul fuoco è dunque proprio Mario Costa che spiega: “Intendo precisare che il mio dire non era rivolto né a Barbara Di Rollo né ad alcun altro o altra in particolare. Ho semplicemente inteso richiamare ciò che sta alla base delle regole di qualsiasi forza politica che si rispetti. Vale a dire che nel Pd c’è piena libertà di discussione, ma una volta fatta una scelta, stabilita una linea dalla maggioranza dell’organismo dirigente e ratificato il tutto dall’assemblea, coerentemente si va nella direzione decisa dai più. Nessuno può fare come gli pare, “scendere dal bus”, andare per conto proprio o magari spalleggiare addirittura l’avversario e poi “risalire a bordo”, come nulla fosse. Una deontologia comportamentale, dunque, che riguarda tutti, nessuno escluso. Ancor più chi ricopre ruoli di rilievo all’interno del Partito ed è punto di riferimento per gli altri“. 

Tutto chiarito? Fine delle polemiche? No, è solo l’inizio…