La mossa di Zingaretti: che lo renderebbe il nuovo Prodi

Si sta delineando lo scenario che l’ex segretario del Pd voleva prefigurare. Una nuova “Cosa” tra Dem, Cinque Stelle, Leu e altre forze e movimenti di centrosinistra. La corsa al Campidoglio sarà decisiva (anche se c’è il fattore Raggi). Ma a questo punto per il presidente della Regione Lazio il ruolo giusto potrebbe essere quello del “federatore”. Del nuovo Ulivo.

Più passano i giorni più si capisce la portata della “mossa del cavallo” eseguita da Nicola Zingaretti sulla scacchiera politica italiana. Il presidente della Regione Lazio, con le dimissioni da Segretario nazionale del Pd, ha dato il via ad una nuova stagione. Solo che non tutti se ne sono resi conto fino in fondo.

Lo schiaffo alle correnti del Partito ha spianato la strada al successore Enrico Letta, il quale ha immediatamente capito quale strumento impugnare: il cacciavite. Perché l’obiettivo è quello di ricostruire un centrosinistra ampio e plurale. Sul modello dell’Ulivo di Romano Prodi.

Nicola Zingaretti ed Enrico Letta

L’asse sul quale provare a effettuare questa operazione passa dallo stesso Enrico Letta (Pd), da Giuseppe Conte (Movimento Cinque Stelle) e da Pierluigi Bersani (Leu). Con l’obiettivo di allargare il campo a tutti quelli che vorranno starci: Verdi, Demos, Azione, Italia Viva, altre forze di sinistra, Sardine e Movimenti. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: 19 marzo 2021).

Il centrosinistra modello Prodi

La mossa di Zingaretti ha già archiviato la stagione della vocazione maggioritaria del Pd e al tempo stesso ha fatto capire al centrosinistra che non è il proporzionale il sistema elettorale migliore. Infatti si sta puntando ad un modello diverso, magari misto. Magari come quello che già esiste. Puntando sullo spirito di conservazione degli attuali parlamentari, che certamente proveranno a costruire le condizioni affinché possano perlomeno giocarsi la ricandidatura e la rielezione.

La mossa di Zingaretti costringerà anche il centrodestra ad una riflessione. Perché al di là dei proclami, esiste una certa distanza tra l’asse Lega-Forza Italia e Fratelli d’Italia. Le elezioni di Roma potranno rappresentare il terreno di confronto serio per capire quali spazi ha una simile coalizione.

Certamente rimane il problema costituto dall’indisponibilità di Virginia Raggi ad un passo indietro, ma di questo si occuperanno a tempo debito Beppe Grillo e Giuseppe Conte.

Romano Prodi

Si è molto parlato della possibilità che Nicola Zingaretti possa essere il candidato sindaco di Roma. L’idea è suggestiva e il Governatore non ha mai nascosto la “passione” per il Campidoglio. Forse però l’obiettivo vero è diverso. Alla nuova “Cosa” (come l’ha chiamata Pierluigi Bersani) occorrerà un federatore forte e autorevole. Non potrà essere nessuno dei capi dei Partiti.

Un profilo, quello del “federatore” che sembra cucito su misura proprio per Nicola Zingaretti. Potrebbe essere lui il nuovo Romano Prodi.