Un caffè contro chi assegna le etichette. Appioppandole con troppa facilità. Più si è ignoranti e più si etichetta. Riducendo a due le categorie: fascisti e zecche. ma con la politica c'entrano niente.
Ogni Paese mette in campo la sua Politica, composta da spartiti ed esecutori, che la sua Cultura è in grado di esprimere. La Cultura non è come la Grazia, che uno ce l’ha o non ce l’ha. È la risultante del lavoro di tutte le generazioni che sono venute prima.
Ogni popolo ha la sua e da essa dipende la fortuna o la sfortuna di tutte le nazioni. Le nazioni più furbe dividono le loro menti in classi con differente agibilità inferenziale. Che significa? Semplice: classificano la gente tenendo conto delle abilità e delle conoscenze. E sulla base di queste, ad ognuno assegna un ruolo. Noi italiani no.
La nostra suddivisione è più netta. Si discerne in solo due categorie per le quali ognuno di noi viene patentato. La cultura in questo caso non c’entra.
Certo, tutti noi ci siamo pavoneggiati quando il professor Giuseppe Conte nella sua replica al Senato per la fiducia al Governo, ha usato un linguaggio aulico. Parole come “genetliaco“, “monade” e “logomachia” alternandole al latino (su “genetliaco” e logomachia” mezzo Senato ha googlato. Su logomachia ho googlato anche io). Siamo stati tutti felici di aver finalmente fatto bella figura con l’Europa.
Il professor Conte ha diritto ad una patente. Ce l’abbiamo tutti in Italia. Sono solo due: o di fascista (con la variante di stalinista se si ha una formazione che è palesemente lontana dalla Destra) o di zecca. In pratica, ciascuno di noi è il fascista o la zecca di qualcun altro. Nello specifico, il fascista o la zecca di chi non è d’accordo con le nostre opinioni. E nel giro di poco tempo, alla stessa persona, diamo di fascista o di zecca.
Insomma: qui l’ideologia politica c’entra un bel niente: dando del fascista o della zecca all’interlocutore si tenta di azzerare immediatamente le sue ragioni. Non esiste più discussione perché il fascista è cattivo e la zecca è “zecca” per definizione e qualsiasi cosa dica è invalidato non dalle idee dell’avversario, ma dalla storia.
La patente di fascista è la più facile da conseguire in Italia. Ad esempio, si è automaticamente fascisti se: si richiede una politica di controllo dell’immigrazione (non importa quanto rigida e quanto permissiva, per conseguire la patente è sufficiente chiederla, così abbiamo patentato anche il ministro Marco Minniti nonostante le sue gloriose provenienze da Sinistra). Si ottiene la patente in un attimo se si invoca una maggiore presenza delle forze di polizia per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica (non importa quanto debba essere asfissiante o tutelante il controllo). E per mettere anche il naso in casa nostra, si ottiene la patente anche se si pretende che, prima di mettere in circolazione una notizia, essa sia attentamente controllata per verificare che non sia diffamatoria.
Ma nello stesso tempo si ha diritto alla patente di zecca se: si cerca di manifestare contro leggi consacrate attraverso il voto del parlamento; si denuncia, anche in maniera un po’ sguaiata, il consolidamento di attitudini politiche che niente hanno a che fare con la costituzione; si pone a pubblica deprecazione l’uso di danaro pubblico fatto dalle associazioni politiche; si contesta l’adesione a patti internazionali specialmente se relativi ad accordi economici/finanziari; si batte sui diritti e sull’uguaglianza anche dei marziani. Insomma. Se parli bene e non affoghi la gente in mare sei zecca ”a prescindere”. Patentato ovviamente. Qualcuno la B, altri la C, certi la D con abilitazione K, tutti ne abbiamo una.
“La forma senza il contenuto è vuota, ed il contenuto senza forma è cieco” diceva Kant…