Buoni cristiani ma solo la domenica

Andare a messa ma poi vivere di ipocrisia. E tirare sempre a fregare il prossimo facendosi scudo dell'osservanza delle liturgie. E' lo spirito immondo da cui Gesù ci può liberare.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

“Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei”. (Mc 1.24)

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C’è chi salta la fila per il vaccino, chi vende al miglior offerente il suo voto in Parlamento, chi fa finta di non vedere progetti edilizi che deturperanno la città. Poi chi continua ad inquinare impunemente, chi costruisce macchine non sicure, per guadagnarci di più, chi utilizza manodopera straniera a basso costo e non paga i contributi. E chi avalla relazioni false sulla sicurezza dei ponti, chi non fa il proprio lavoro e se ne vanta,. O chi firma al lavoro e poi se ne va a fare la spesa, chi non paga le tasse…

La domenica pii, ma il lunedì…

Tutti costoro, spesso, vanno anche in chiesa la domenica. Poi il lunedì ricominciano daccapo, come se quell’esperienza religiosa non significhi niente per loro, con l’aggravante che sanno benissimo che cosa la fede cristiana chiede a ciascuno di loro.

Il buon cristiano vive la propria fede, non se ne veste

È accaduto frequentemente nella storia. In questi giorni celebriamo la memoria della Shoah. Anche in quell’occasione tanti “buoni cristiani” fecero finta di non vedere. Magari si presero anche le case dei deportati, magari ne denunciarono qualcuno per avere la ricompensa promessa. Un tanto per un uomo, un po’ di meno per donne e bambini.

Certo, tanti altri cristiani li nascosero nelle loro case. Ma la vergogna del silenzio e della complicità è molto difficile da cancellare. Soprattutto perché costoro si fregiavano e hanno continuato a fregiarsi del nome di cristiani, ad andare in chiesa, a fare la comunione. È quello che accade a Gesù nella sinagoga di Cafarnao. L’evangelista racconto di una persona che sentendolo parlare non ce la fa più, si alza in piedi e contesta Gesù. «Sei venuto a rovinarci, io so chi tu sei».

Liberarci dall’ipocrisia

Le parole di Gesù sono in grado di smuovere quell’uomo, di liberarlo dalla sua ipocrisia, di farlo finalmente venire fuori dalle sue ombre dalle sue contraddizioni. Il brano evangelico dice che alle parole di Gesù lo spirito immondo, straziandolo, uscì da lui.

Lo spirito immondo è la contraddizione, la falsità, l’ipocrisia, il guardare soltanto ciò che ci fa comodo

È lo sfruttamento della religione per costruirsi una posizione di potere, per starsene al sicuro, per salvare sé stessi e non gli altri…

Facciamoci coraggio, facciamoci rovinare da Gesù e lo spirito immondo uscirà.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).