Una guerra alla rovescia: non per uccidere ma salvare (di P. Alviti)

Cristo a casa di Simone il fariseo (Peter Paul Rubens) Museo dell'Ermitage

Non poter andare alla Messa in questi giorni è una grande sofferenza per chi aveva questa abitudine. Va compreso che è un gesto d'amore. Ecco perché

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Non è l’uomo ad essere fatto per il sabato ma il sabato per l’uomo

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È una grande prova quella che stiamo vivendo in questi giorni. Alcuni di noi sono in prima linea contro il virus: medici, infermieri, forze dell’ordine… Altri devono fare i conti con una fortissima riorganizzazione della produzione e delle modalità di lavoro. Altri ancora, tutte le famiglie, sono impegnate nel far vivere questo periodo ai bambini senza troppi effetti negativi. Insegnanti ed alunni inventano nuovi modi di pensare l’organizzazione della scuola.

Ognuno è chiamato a fare la propria parte: siamo in guerra, ci sentiamo dire. Ma è una guerra alla rovescia. Non ha lo scopo di uccidere qualcuno, ha l’obiettivo di far vivere, invece, di salvare le vite. Non è una guerra di odio, ma una guerra d’amore.

Ci viene chiesto di rinunciare a qualcosa per salvare la vita di tanti, un supplemento di amore che ha trovato la sua espressione icastica nella sospensione delle messe. Il sacrificio eucaristico è il culmine e la fonte della vita cristiana, il memoriale della morte e resurrezione di Gesù, insomma l’atto più importante di tutta la vita cristiana… Ma proprio qui ci è richiesto quel supplemento di amore, quel sacrificio più grande che ha come scopo quello di salvare la vita delle persone.

Ecco: il sabato è fatto per l’uomo, secondo la polemica che Gesù imbastisce contro i farisei che lo criticavano perché guariva persone nel giorno di sabato, infrangendo il comandamento mosaico.

Così i cristiani rinunciano con grande pena alle messe, alle cerimonie nuziali, a quelle funebri per evitare il contagio, per salvare vite. Certo, c’è chi manifesta il proprio disappunto, c’è chi grida di cedimento allo Stato, manifestando di non aver capito ancora di cosa stiamo parlando… ma la scelta mi sembra dolorosamente coraggiosa, come la scelta della donna che versa costosissimo olio di nardo sui piedi di Gesù, suscitando la protesta dei presenti per lo spreco…

Ecco, il non poter partecipare alla messa è uno spreco di amore nei confronti di chi potrebbe essere contagiato.