La mossa del mago che può salvarci la vita (di P. Alviti)

I Re Magi cambiano strada per non rivelare ad Erode dove stia il Bambino. Cambiare strada è la mossa che può salvarci. Perché significa cambiare vita, ripensarla.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

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Potremmo chiamarla la mossa del mago: le mosse, come quelle della scacchiera, sono gli elementi decisivi della nostra vita, quei cambiamenti che ci consentono finalmente di raggiungere un obiettivo, cogliere un’occasione.

Le mosse ci si presentano davanti e noi dobbiamo avere l’intelligenza di percepirle e poi il coraggio di perseguirle. La mossa del mago è semplice: cambiare strada, ripensare alla nostra vita. Se volete: convertirci, utilizzando il termine tradizionale della tradizione cristiana.

Ma convertirci verso cosa, cambiare strada per dirigerci verso quale luogo? L’evangelista Matteo utilizza il termine “paese” per indicare la nostra appartenenza, il luogo in cui siamo stati chiamati a vivere, lo spazio delle relazioni, della cultura, dei valori.

Può succedere che nella nostra esistenza ci capiti di dover lasciare il nostro “paese” ed andare in Egitto: è la metafora dell’Esodo, paradigma efficace della vita cristiana. Si va in Egitto, in un “paese” lontano, per necessità, non per scelta, non per piacere: Israele ci va per fame, per la carestia, accolto da Giuseppe che vi era arrivato perché i fratelli l’avevano venduto come schiavo, colti da rimorso nel momento in cui stavano per ucciderlo.

La famiglia di Gesù ci va per salvarsi dalla crudele ferocia di Erode che ingannato dai Magi si vendica sui bambini innocenti di Betlemme.

Ma dal paese lontano si può tornare; si può, ad un certo punto, decidere di cambiare strada, di utilizzare un itinerario diverso rispetto a  quello cui siamo abituati. Certo, ci vuole coraggio, disponibilità, dedizione, perseveranza, perché qualunque esodo, qualunque traversata nel deserto, qualunque cambiamento di rotta ha i suoi pericoli, le sue scomodità ma non bisogna arrendersi.

Durante i 40 anni nel deserto più volte il popolo contesta il suo liberatore, Mosè: si stava meglio in Egitto davanti alla pentola di carne piuttosto che rischiare di morire le deserto. Bisogna vincere la tentazione di abituarci all’Egitto, all’esilio. Bisogna trovare l’altra strada, bisogna ascoltare quei sogni che come ai magi, come a Giuseppe segnalano esigenze, opportunità, scelte.

È la mossa del mago: si evita Erode e la sua ferocia, si torna nel nostro paese…