Rischiamo di addormentarci, trascinati dal sogno. Dimenticando così le grida di un mondo che ci circonda. E che ha bisogno di noi
Il dubbio di Amleto è parte della nostra vita: vale la pena affrontare le questioni che ci offendono, che ci urtano, che gridano alla nostra coscienza o è meglio invece dormire, magari sognare, ed immaginare così un mondo migliore dove non si è più soggetti alla responsabilità, alla necessità di far fronte all’ingiustizia?
Dante stesso ci aiuta a capire cosa sia questo terribile sonno, così apparentemente dolce ma spietatamente rovinoso: la selva oscura è il luogo dove non si ha orientamento, non si sa dove andare, dove si sperimenta quasi la morte. E il guaio è che Dante non sa dire come sia arrivato a quel punto, come sia piombato nello smarrimento: era pien di sonno.
Ecco la minaccia che incombe su ciascuno di noi: corriamo il rischio di addormentarci, di assopirci piacevolmente, di sognare un mondo diverso da quello che abbiamo di fronte. E’ un sonno che ci viene propinato in tutti i modi: sostanze, consumismo, moda, ricchezza ostentata…
E’ piacevole dormire, sognare… nonostante le grida che ci vengono dai poveri, dai profughi, da intere popolazioni minacciate di sterminio, dai giovani senza lavoro, dai disoccupati che non riescono a rientrare nel mondo del lavoro, dalle donne che subiscono violenza… Neppure la minaccia nucleare ci sveglia, neppure il veleno che respiriamo ogni giorno… Nulla!
E’ spesso siamo anche infastiditi da chi tenta di svegliarci, di sollevarci da questo pericolosissimo torpore che ci potrebbe far sprofondare nell’oscurità della selva…
La Parola non ha dubbi: vigilate, siate sobri, non dormite come gli altri, siate uomini, rispondete alle grida!