DiVinum 2023, identità e consapevolezza

Terzo anno consecutivo della manifestazione dedicata al mondo del vino. Siamo andati a curiosare anche quest'anno per gustare tante novità

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Di Alessio Ferrari ci si può fidare. Anche l’anno scorso, esausto e sfinito come al solito, ci aveva dato appuntamento alla nuova edizione e puntualmente siamo qui. Gli eleganti giardini del ristorante Il Cavalier D’Arpino hanno ospitato anche quest’anno DiVinum la manifestazione dedicata al mondo del vino e alle sue infinite sfaccettature. (Leggi qui: DiVinum 2022, l’eno-turismo riparte da Arpino).

Quello che però non sapevo di Alessio è che fosse testardo e cocciuto, non solo perché porta avanti un’idea difficile da mettere in pratica ma perché quest’anno il maltempo era dietro l’angolo. Certo il Cavalier D’Arpino ha sale grandi ed accoglienti al suo interno, ma il giardino è il giardino, la continuità è fondamentale. E dunque la pioggia ha dato tregua, il cielo è diventato terso e Alessio ha avuto ragione.

Aria aperta sia, calici alle stelle e inizino le danze.

All’ombra di Cicerone si sta… DiVinum

Siamo tornati ad Arpino, cittadina alla quale spesso ho dichiarato amore: perla di rara bellezza, famosa in tutta Europa per gli studi classici, patria del Certamen Ciceronianum Arpinas e faro culturale di un intero territorio. Qui ebbe i natali Marco Tullio Cicerone e proprio all’ombra della sua statua, circa tre anni fa il giovane Alessio Ferrari inizia a ragionare sull’idea di coniugare due concezioni di bellezza: la cultura ed il vino. Il progetto parte proprio sotto il liceo classico Tulliano.

Lì c’è l’enoteca Barnaba da lui gestita, lì nasce  Di Vinum una manifestazione dedicata al vino: «L’idea parte da quello che faccio nella mia enoteca, replicarlo in larga scala ed estenderlo ad una platea più grande. Ossia dare spazio prima di tutto al territorio e poi anche a quelle aziende di altre regioni che lavorano a stretto contatto con la vigna, i cosiddetti artigiani del vino».

Squadra che vince…

Non la si cambia di certo. Magari la si migliora, la si arricchisce. E diverse in effetti sono state le novità di questa edizione. La squadra che vince è rappresentata dalle conferme, in primis l’intero collettivo di Ciociaria Naturale con tutti i produttori presenti a far degustare le nuove annate.

E poi tante novità dalle altre regioni con qualche divagazione anche all’estero: “Siamo ad Arpino, in Ciociaria, per me il territorio viene prima di tutto, impossibile fare determinate iniziative senza i produttori locali. Poi ci sono le altre regioni e distributori come MaBi, Arké e Auro che hanno portato rappresentanze da altri territori e nazioni. Questo rimane il focus, dalla provincia di Frosinone parte l’apertura, da qui nasce il confronto e le conoscenze reciproche“.

La tradizione Ciociaria

Oltre dunque ad una selezione vitivinicola sempre più trasversale nota di merito la riscontriamo nel rinnovato e rimpinguato angolo food, ovviamente made in Ciociaria: “Quest’anno siamo andati oltre le semplici degustazioni, stavolta si può proprio mangiare di qualità, con tante tipicità del nostro territorio. Abbiamo in formaggi di Casa Lawrence i maestri del Pecorino di Picinisco, la Bottega del Macellaio di Casalvieri con le sue carni, il salumificio Sella di Arpino con i suoi allevamenti di maiali che ci ha fatto degustare insaccati eccellenti, ed il Laboratorio Gastronomico Evo di Sora che lavorano prodotti di alta qualità e stasera ci hanno proposto degli ottimi primi, insomma quest’anno è curato tutto nei minimi dettagli”. (Leggi anche Loreto Pacitti, il pastore sulle orme del poeta D.H. Lawrence).

La consapevolezza

Questa è la parola giusta per riassumere dunque questa edizione. La terza è sempre la più difficile perché si supera l’entusiasmo iniziale e la fisiologica voglia di fare il bis. Ormai però la formula funziona perché tanti produttori erano in giro a degustare vini dei colleghi e a confrontarsi, diverse ormai le aziende che chiedono di partecipare a quest’evento. Che, ricordiamolo, fa bene anche al turismo perché sono sempre di più le persone straniere che frequentano la manifestazione, curiosi dei vini locali e delle bellezze di Arpino.

La numero tre può essere temibile per molti ma non per Alessio che, ripetiamolo, è dannatamente testardo. La pioggia incalzava, tutti volevano sistemarsi dentro ma lui ha detto no, “Smetterà di piovere, si farà fuori!” e fuori siamo stati, fino a sera, mezzi sbronzi e sazi di qualità.

L’anno prossimo minimo voglio le bollicine uscire dalle fontane!

(Leggi qui i viaggi di Nunc Est Bibendum).