Domani è un altro giorno. Ma nessuno ci porterà Via col Vento, resteremo sempre qui. Nella provincia di Frosione: negli ultimi posti della qualità della vita, alle prese con un inquinamento ambientale preoccupante, con una Valle del Sacco che aspetta da anni di essere bonificata, con tante aziende che non ci sono più con una crisi ormai strutturale dell’edilizia e dell’occupazione. Con sindaci che invece di preoccuparsi soltanto di amministrare giocano a fare gli strateghi politici sull’acqua e sul gas per mettere in difficoltà quelli avversari.
I Partiti non ci sono più. Ogni candidatura genera almeno quattro o cinque ribellioni che non vengono poi risolte. In queste ore si sta votando per un referendum sulle riforme, ma l’attenzione è rivolta agli effetti politici. Matteo Renzi si rafforzerà o salirà al Colle per rassegnare le dimissioni? Beppe Grillo proverà la scalata a Palazzo Chigi o resterà all’opposizione? L’unico che può dormire sonni tranquilli è Silvio Berlusconi. In un centrodestra che ondeggia tra Giovanni Toti e Stefano Parisi, Renato Brunetta e Matteo Salvini, Berlusconi darà le carte per i prossimi cento anni.
Il quesito referendario è passato in secondo piano. La politica provinciale può cambiare la vita quotidiana delle persone? Può determinare l’abbassamento delle tariffe dell’acqua e il miglioramento dei servizi? Finora non l’ha fatto, anzi certe scelte hanno determinato conguagli milionari che le famiglie e i cittadini hanno pagato, stanno pagando e continueranno a pagare. Così come finiranno intrappolati in una nuova tela di ragno intessuta sulla fornitura del gas: stanno per fare lo stesso che accadde anni fa per l’acqua.
Nessuna crisi aziendale è stata risolta. I centri storici del Comuni sono in difficoltà e la popolazione della Ciociaria non cresce. Signiifca che il territorio non è attrattivo. Perciò, se vince il Sì oppure il No ai cittadini cosa può cambiare? Nulla. Essere o non essere, questo è il problema.