Da Bocchetti a Monterisi, metamorfosi di un predestinato

Il difensore pugliese si sta affermando nella massima serie da centrale di difesa anche a suon di gol pesanti. Sedici anni fa il 20enne napoletano, dopo 6 mesi da terzino con Iaconi e 2 reti-salvezza, grazie all'intuizione di Cavasin divenne un centrale di livello internazionale. Il Frosinone a ridosso delle big non è un caso; il gioco verticale di Di Francesco produce spettacolo e punti. Battuto anche il record di risultati positivi in casa. Il 2-1 al Genoa l'esaltazione della meglio gioventù

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Appena 20’ di totale black-out su 13 partite di campionato, 1288’ totali compresi i 118’ di recupero complessivi, alla fine ci possono anche stare per questo Frosinone che fa spellare le mani i propri tifosi. Tra un posto con vista sull’Europa, a pari punti con Roma e Bologna, e gli attuali 18 punti, decima posizione in classifica, la distanza è rappresentata proprio da quei 20’ di Cagliari. Che il Frosinone in blocco ha avuto la forza e la bravura di sapersi mettere alle spalle già dalla fantastica serata di Coppa Italia in casa del Torino, riposizionando immediatamente la barra a dritta. Almeno per quanto riguarda le partite casalinghe.

Monterisi (ne parleremo) & soci hanno anche superato il record di 5 risultati utili di fila in casa (adesso sono 6, con 5 vittorie e 1 pareggio) che dividevano con la squadra della prima serie A (4 vittorie e 1 pareggio), allora interrotto dal 2-4 casalingo con il Milan allenato dall’indimenticato Sinisa Mihajlovic. Stavolta invece il Milan bisognerà affrontarlo a casa sua, sabato sera alle ore 20.45. E, come si dice, mai dire mai perché scalare certe montagne con la forza dei nervi distesi potrebbe rivelarsi un plus per la squadra che, sulla carta, parte innegabilmente sfavorita.

L’inno alla gioventù

Barrenechea ha dato il via all’azione del 2-1 (Foto: Federico Proietti © Ansa)

La vittoria sul Genoa porta la firma di Ilario Monterisi ma l’azione è un inno alla gioventù. Manovra tutta in verticale partita dai piedi di Barrenechea, proseguita con l’apertura quasi no-look di Soulé per Brescianini e il pallone leggermente a uscire del centrocampista scuola-Milan per lo specialista in tap-in è da manuale del calcio. Dà l’esatta idea di un Frosinone che non gioca mai per speculare, che muove la palla sempre in maniera verticale. Contro i grifoni è stata la classica partita da tripla, ha vinto che ha coniugato bravura, coraggio e fortuna per tutto l’arco della gara. Un tris vincente per tutte le latitudini della classifica.

L’argentino Soulé a segno già 6 volte

Quanto a Soulé, arrivato a 6 gol, al suo arrivo in giallazzurro il giorno della presentazione ufficiale, questo ragazzo che ha stampato il sorriso sul volto h24, disse che si sarebbe sentito soddisfatto a fine stagione con la salvezza e 10 gol personali. Dopo la vittoria in Coppa Italia a Torino, a precisa domanda, aggiunse: “Avevo detto che mi sentirò soddisfatto a 10 gol, magari a 15…”. Intanto dopo 13 giornate è a 6 reti, 1 assist e 5 legni.

Un salto indietro, da Bocchetti a Monterisi 

Il difensore Monterisi

Un capitolo a parte lo merita Ilario Monterisi. Un ragazzo classe 2001 arrivato al Frosinone nell’estate del 2022 in punta di piedi. Di lui si è scritto praticamente di tutto, dai primi calci fino ai gol pesanti in questa stagione ma senza dimenticare quello in casa del Sudtirol la scorsa stagione che valse il pareggio al 94’ con un tap-in nel traffico intenso davanti alla porta dei tirolesi. Ecco, per cominciare, una delle qualità di questo ragazzo – 11 presenze la stagione della promozione, già eguagliate domenica scorsa col Genoa – è quella di saper farsi trovare pronto dentro l’area di rigore avversaria quando la causa lo richiede.

La sua metamorfosi, da terzino a centrale di difesa, non può non riportare indietro nel tempo. A 16 anni fa, più o meno. Era la prima stagione di serie B, quella della serie A2 con Juve, Napoli, Genoa, Bologna, Verona, Lecce, Bari e via discorrendo. A gennaio l’allora dg Enrico Graziani, scomparso la scorsa estate, andò ad Ascoli a prendere letteralmente con la sua macchina un ragazzo di nome Salvatore (Sasà) Bocchetti, 20 anni. Giocava poco con i bianconeri, Iaconi lo lanciò nella mischia da terzino sinistro. E Bocchetti lo ripagò anche con due gol decisivi nel 2-3 a Crotone, vittoria che valse trequarti di salvezza la salvezza.

Salvatore Bocchetti con la maglia del Frosinone

La stagione successiva in panchina arrivò Cavasin, per Bocchetti iniziò una lunga carriera da centrale di difesa che lo portò dal Frosinone al Genoa, quindi al Rubin Kazan e allo Spartak Mosca in Russia, poi al Milan, al Verona, Pescara. Vestì la maglia azzurra, fino alla nazionale maggiore, partecipando alla spedizione ai mondiali in Sudafrica. Domanda sorge spontanea: Monterisi come Bocchetti? Arrivato da terzino, si sta affermando in serie A da centrale di difesa col vizio del gol. Magari l’attenzione del ct Spalletti nella sua visita agli allenamenti del Frosinone non è stata catturata solo da Soulé che ha poi scelto la ‘sua’ Argentina.

Quaranta giorni tutti a testa bassa

Harroui vicino al rientro

A sei giornate dal giro di boa del 7 gennaio con il Monza, serve lo sforzo supplementare per continuare a muovere la classifica e aggiungere altri mattoncini preziosi per l’obiettivo. Intanto Marchizza, unico giocatore giallazzurro sempre presente con 1.291’ compresi i recuperi, è stato fermato da un infortunio. Sull’uscio del rientro in campo, dopo quello di Gelli, potrebbe esserci anche Harroui ma serve sempre l’apporto di tutti. Anche di chi finora ha trovato meno spazio deve provare a spingere.

Di Francesco ha sempre dichiarato che il campo è di chi lo merita e che spazio c’è per tutti. Ibrahimovic e Reinier hanno risposto presente e si sono impossessati della ribalta. Garritano e Baez mancano da quei 43’ di Cagliari, Kvernadze dai 18’ finale di Salerno, Bourabia ha saputo aspettare il suo momento e si è fatto trovare pronto per la prima volta oltre 1 ora di gioco. A Milano sabato sera non serviranno le motivazioni per esserci e fare bene. Il Frosinone ha già rotto l’incantesimo del ‘Meazza’, l’Inter è un pianeta differente ma il 2-0 è maturato per una serie di congiunzioni astrali che non è necessario riepilogare.

Juve-Inter, tanto tuonò che non piovve

Eusebio Di Francesco e Simone Inzaghi

Juve prima in classifica per 5’, il tempo dato all’Inter di rimettere la questione sui binari della parità e fissare l’1-1 che permette alla squadra di Simone Inzaghi (“Juve brava a difendersi…”) di restare in vetta alla classifica, a +2 dai bianconeri. Gol quasi in fotocopia, con Vlahovic da una parte (a due mesi e mezzo dal gol alla benefattrice Lazio) e Lautaro dall’altra che si fanno beffa dei difensori avversari. Qualche dubbio sull’azione che ha portato al pareggio dell’Inter, Darmian sbraccia su Chiesa ma arbitro e sala Var lasciano correre.

Al di là del punto a testa, partita vissuta più sul clamore delle rispettive tifoserie che per gesti tecnico-tattici eclatanti. Entrambe vogliono lo scudetto, forse da marzo in poi potrebbe pesare l’Europa sulle spalle dell’Inter che è onestamente più ‘fornita’ di una Juve nella quale il miracolo vero è di Allegri che ha ammesso di aver “preso un gol da polli” (Gatti uccellato dal movimento di Lautaro).

Monza, ok a Cagliari. Male l’Empoli

Claudio Ranieri

Il Monza strappa un pari meritatissimo a Cagliari grazie al gol del bosniaco Maric che replica a Dossena. Bene i sardi nella prima frazione di gioco, bene i brianzoli nella ripresa. La squadra di Ranieri ha inaridito le fonti del gioco dei lombardi fino a quando il fiato lo ha permesso. Quanto a Palladino, si dovrà capire quanto peseranno alla lunga la mancanza di quelle pedine come Gomez e Caprari che nell’economia del gioco del Monza erano i ‘dominus’, senza considerare quella di Izzo.

In zona retrocessione non va affatto bene all’Empoli (10 punti, terz’ultimo) che cede sull’altalena delle emozioni che Andreazzoli dalla panchina e i suoi in campo non riescono a gestire: il Sassuolo vince dopo 2 mesi e lo fa dopo aver incassato il 3-3 a 3’ dal 90’ con una rete nell’extra-time del redivivo Berardi (10 rigori su 10 nel 2023, ma per lui la differenza deve arrivare nella continuità mentale), forse pungolato dall’esclusione di Spalletti in nazionale. L’Udinese se la prende con l’arbitro attraverso le parole del ds Balzaretti, un ex. Ma conta alla fine che la Roma vince 3-1 e vede la zona Champions. Si innesca Dybala e per i friulani è notte fonda.

Colpo-Salernitana, Milan e Napoli presenti

Pippo Inzaghi

Negli anticipi del sabato, colpo della Salernitana (sempre ultima a 8 punti) che sfrutta la vena della Lazio di fare regali alle squadre di bassa classifica e così si prende 3 punti in rimonta (2-1) dopo che era già accaduto al Lecce alla prima giornata mentre il Genoa aveva espugnato 1-0 l’Olimpico.

Biancazzurri in crisi tecnica (troppi giocatori cardine fuori condizione o infortunati). Ma anche tattica (Sarri ha un solo spartito, 4-3-3 in un certo modo o ‘muerte’). E pure di mentalità (giocatori troppo fragili per sostenere un certo tipo di calcio). A questo si aggiunga che l’addio a Milinkovic Savic è stato più devastante dell’uragano Mitch sulle fortune dei capitolini. Quanto alla Salernitana, Pippo Inzaghi si aggrappa al giocatore che aveva accantonato, vale a dire l’ex di turno Candreva. Che quando vede la Lazio fa come il toro col colore rosso. La Champions forse potrebbe essere uno spartiacque per il futuro di Sarri.

A proposito di Champions. Il Milan si presenta alla sfida di stasera contro il Borussia Dortmund rinvigorito dal successo 1-0 sulla Fiorentina che a tempo praticamente scaduto ha mandato a sbattere sul volto di Maignan il pallone del pareggio sprecato (sì…) da Mandragora. Che aveva una voragine aperta a meno di un metro. Pioli – terzo a 26 punti – in emergenza in campionato (senza Giroud e Loftus Cheek e tanti altri), in Champions ritrova il francese e l’ex Chelsea contro i tedeschi.

Nel frattempo ha lanciato il baby attaccante Camarda, il più giovane esordiente in A (15 anni e 260 giorni, miete gol in Primavera dopo averne fatti a bizzeffe tra gli Allievi). È il primo 2008 a giocare in uno dei maggiori 5 tornei europei. Dopo il portiere Donnarumma lanciato dall’indimenticato Mihajlovic, un’altra bella soddisfazione per il lavoro del settore giovanile rossonero. La Viola fa arrabbiare Italiano: “Senza ferocia non si fanno gol…”.

Il bomber Osimhen

Sempre sabato il nuovo Napoli del ‘falso-nuovo’ Mazzarri vince 2-1 in casa dell’Atalanta e si tiene stretto il quarto posto (24 punti). Si sveglia dal torpore anche Kvaratskhelia, è tornato Osimhen, ha fatto gol Elmas. A Napoli si continua a credere nel ‘rimontone’ dopo il ribaltone in panchina, grazie anche alla normalità data dal gioco ritrovato. Durerà? Ai posteri l’ardua sentenza. L’Atalanta sulle montagne russe, per ora è sull’ultimo sgabello per l’Europa.

Verona e Lecce non scattano, Bologna vede l’Europa

Zirkzee, stella del Bologna (Foto: Serena Campanini © Ansa)

Nei due posticipi del lunedi, Verona-Lecce termina 2-2. Salentini 2 volte avanti e sempre ripresi grazie alle reti di Ngonge (plus di mercato a gennaio) e Djuric. Hanno risposto alle reti di Oudin e Gonzalez. Difese non impeccabili nei primi due gol, la famosa ‘salida lavolpiana’ continua a mietere vittime.  

Il Bologna batte 2-0 un Torino irriconoscibile, di Fabbian e Zirkzee le reti con il portiere granata Gemello protagonista in negativo. In classifica la squadra di Baroni rimane penultima a 9 punti, il Lecce a -3 dal Frosinone. A -2 dai giallazzurri rimane il Torino mentre sotto la Torre degli Asinelli si intravede la sky-line dell’Europa.