Frosinone, segreti e retroscena del calciomercato

Tra le righe ed oltre le righe della campagna acquisti-cessioni del club giallazzurro. Il lavoro del direttore dell’area tecnica Guido Angelozzi, gli sforzi del presidente Maurizio Stirpe, l’imprimatur di Carletto Ancelotti, la diplomazia, i rapporti con le grandi squadre, il valore aggiunto di Di Francesco. La salvezza è una missione possibile

Alessandro Salines

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Bisogna saper leggere tra le righe ed oltre le righe. Dentro le parole e le frasi anche quelle che sembrano di circostanza. Solo così si può capire meglio ed analizzare. Ed anche la conferenza stampa post-mercato di Guido Angelozzi va ben al di là della dialettica di un dirigente che a 68 anni ha raccolto la sfida-Frosinone con l’entusiasmo di un giovane alle prime armi. In primis si può affermare che la diplomazia ha fatto la differenza in questa sessione di mercato. Senza la fitta rete di rapporti del direttore dell’area tecnica ma anche della proprietà tante operazioni importanti non si sarebbero potute chiudere.

Rosario Zoino

Si intuisce inoltre che è stato un mercato delle occasioni, colte al volo da Angelozzi. Uno specialista in materia. I ringraziamenti al presidente Maurizio Stirpe e al consigliere delegato alla finanza Rosario Zoino non sono stati di prammatica ma fanno intuire quanto sia stata decisiva la mano dell’azionista. La svolta l’ha data l’operazione-Boloca, mentre sull’arrivo di Reinier c’è stato l’imprimatur di Carletto Ancelotti. E poi emerge un po’ di rimpianto per il mancato arrivo di un altro difensore.

Ma forse il passaggio chiave della conferenza è stato sulle possibilità di salvezza: il direttore è fiducioso, forse di più di quanto ha voluto far apparire.Esulterò solo con la salvezza altrimenti non sarò soddisfatto. Tutti all’inizio ci davano per retrocessi. Sono sempre preoccupato ma credo nei ragazzi ed ho fiducia nell’allenatore. Mettiamo in chiaro: è un campionato nel quale ogni partita è una guerra. Sabato abbiamo fatto una bellissima partita ad Udine, se continuiamo così ce la giochiamo”, ha chiosato Angelozzi.

La spinta di Stirpe  

Il presidente Maurizio Stirpe

Il presidente ha avallato tutte le scelte di Angelozzi. Un aspetto fondamentale che il direttore ha voluto sottolineare. La sensazione è che il patron sia andato anche oltre i piani della vigilia. Un presidente molto coinvolto, ha seguito la squadra ad Udine, crede nella salvezza e comunque nel lavoro della squadra. Ed i primi risultati lo hanno incoraggiato.

“Devo ringraziare il presidente Stirpe che trasmette grande forza a tutti ed ha permesso di portare a termine questo tipo di mercato – ha affermato – Forse siamo anche andati fuori budget, me ne assumo le responsabilità. Ma Stirpe quando ha capito che si potevano fare certe operazioni, mi ha detto di andare avanti. Ringrazio anche l’amministratore dottor Rosario Zoino, sempre particolarmente attento ai conti della società. E ringrazio tutto il gruppo del Frosinone che lavora dietro le quinte , da solo sarei riuscito a fare nulla. Servono persone qualificate e competenti, il Frosinone è di altissimo livello in tal senso. L’iter è molto complicato, soprattutto quando ci si muove sui giocatori extracomunitari”.

La cessione di Boloca e la rete di relazioni

Daniel Boloca

La partenza del centrocampista, scovato in Serie D 3 anni fa ed arrivato a parametro zero. è stata la chiave del mercato del Frosinone. Da lì è partito tutto. Una sorta di grimaldello non solo finanziario. “L’operazione più importante è stata Boloca. C’erano tante difficoltà, poi col lavoro e le relazioni l’abbiamo definita ha sottolineato Angelozzi – Siamo stati costretti a privarci di Boloca per iniziare un certo percorso. Lo abbiamo ceduto al Sassuolo con il quale abbiamo ottimi rapporti e siamo ripartiti. Quella plusvalenza ci ha dato la possibilità di prendere Marchizza e Harroui a titolo definitivo. E’ stato un passaggio-chiave, è scattata la classica autostima. Poi abbiamo ripreso Turati, un portiere che il Sassuolo aveva dichiarato di non voler dare”.

Matias Soulé

Quindi c’è stata la trattativa con la Juve per Barrenechea, Soulé e Kaio Jorge. Un piccolo capolavoro che ha confermato la credibilità acquisita dal Frosinone. Decisiva la diplomazia. Senza i 3 “gioiellini” sarebbero andati altrove. “Era da un mese che li seguivamo – ha svelato Angelozzi Grazie alle famose relazioni che abbiamo con i club e gli agenti, siamo riusciti ad arrivare a loro. La fortuna è stata quella di prendere prima Barrenechea che ha chiamato i suoi compagni. Parlando bene del Frosinone ci ha dato una mano a convincere Soulé e Kajo che aveva una richiesta dell’Udinese”.

Chiaramente sono stati fondamentali i rapporti con la Juventus e quelli extracalcistici del presidente Maurizio Stirpe con la dirigenza bianconera. Certe cose aiutano, anche perché c’è un progetto alle spalle ed i club ci danno fiducia. Ma non solo la Juve, anche il Bayern e l’Atalanta. Credono in quello che stiamo facendo”.

I colpi Reinier ed Ibrahimovic

Carletto Ancelotti

Due facce della stessa medaglia. Il trequartista Reinier è stata la classica occasione di mercato, sfruttata al meglio da Angelozzi. Bravo a trattare anche col Real Madrid (“Mi sono emozionato anche se già avevo avuto dei rapporti con il club spagnolo per Vucinic”). Il brasiliano è una promessa del calcio mondiale ed Angelozzi spera che la definitiva consacrazione arrivi al Frosinone. Sarebbe un gran colpo per il Frosinone che si proietterebbe all’attenzione mondiale.

“Riceviamo tante segnalazioni compresa quella di Reinier – ha aggiunto il direttore – Un giorno a Milano ho incontrato il mio amico Braida, gli ho chiesto di sentire mister Ancelotti e chiedergli di questo ragazzo. Ancelotti, al telefono, ci ha parlato benissimo del ragazzo. Il Real lo aveva acquistato per 30 milioni. Ci disse, chiudendo la telefonata: chiedo alla società e vi faccio sapere. La settimana dopo siamo andati a pranzo e Braida mi ha detto che Ancelotti gli aveva riferito che Reinier era in uscita. E Frosinone  sarebbe stata destinazione gradita, non voleva andare in Grecia”.

Io avevo in mente un difensore georgiano (Sazonov ndr) che avrebbe occupato il posto di extracomunitario. Quando ho capito che non si poteva fare più ci siamo diretti su Reinier. Il suo agente è lo stesso di Kajo Jorge che lo ha chiamato. Avevano giocato insieme in Nazionale e gli ha parlato bene del Frosinone. E’ arrivato a Milano da Madrid, ha fatto le visite e mercoledi arriverà il visto. Ecco come si è concretizzato l’acquisto di Reinier”.

Discorso diverso per il centrocampista Ibrahimovic, scovato nel Bayern Monaco tramite lo scouting. “La trattativa è nata perché abbiamo un gruppo di osservatori importante, lo scorso anno ai mondiali Under 20 c’eravamo noi e il Parma, uniche società di Serie B – ha continuato Angelozzi – Agli Europei Under 19 c’era il Frosinone, ad esempio. Ibrahimovic è in prima squadra, è un 2005 molto forte. E troverà anche lui lo spazio”.

Rimpianti ed orgoglio

Il difensore Mateus Lusuardi

Non è un mistero che il Frosinone avrebbe voluto ingaggiare un altro difensore ma non è stato possibile. Forse si cercherà sul mercato degli svincolati. Se capiterà l’opportunità. Non mancano i rimpianti ma Angelozzi non nasconde l’orgoglio di non aver ceduto ai ricatti. Segno anche questo di forza della società. Al contrario sarebbe stato un sintomo di debolezza. Il Frosinone ha inseguito Ferrari del Sassuolo ma il club emiliano non lo ha voluto liberare. Poi Gunter e Katic.

“Il mio difensore era il georgiano Sazonov ma ho peccato di presunzione – ha fatto autocritica -. Ero convinto di prenderlo ed invece è andato al Torino. Su di lui eravamo pronti ad investire una cifra consistente grazie agli sforzi del pressidente. C’era stato un lavoro di scouting come per Kvernadze. Ma non è stato possibile ingaggiarlo. L’ultimo giorno avevamo chiuso con Katic. Poi ci sono stati dei disguidi con la sua società, mi sono arrabbiato ed ho bloccato tutto. Loro cambiavano in corsa gli accordi, ho accettato per 2 volte e poi alla terza ho detto a Piero Doronzo di fermare tutto. L’unico rammarico è questo”.

Ma abbiamo una rosa ampia e polivalente: Marchizza può fare il centrale, abbiamo il giovane brasiliano Lusuardi. Se dovesse capitare un’occasione, il club non si tirerà indietro. Ma è bene spiegare che io non mi faccio ricattare da nessuno. Noi quando prendiamo impegni, li portiamo sempre a termine. Per noi vale la serietà”.

Okoli ed il grande bluff

Angelozzi con i neo acquisti Marco Brescianini e Marvin Cuni

Il retroscena più spassoso è stato quello relativo all’acquisto del difensore Okoli. La trattativa più difficile. Angelozzi, confessa, di aver giocato di bluff con una società importante come l’Atalanta. A conferma che l’esperienza sul mercato può essere determinante.

“L’operazione che mi ha fatto esultare è stata quella per Okoli – ha raccontato il direttore – E’ stato un percorso estenuante tanto che dissi all’Atalanta: non lo voglio più. Ma sapevo che stavo bluffando. La sera stavamo a cena con Reinier, l’Atalanta mi ha chiamato dicendomi: ok, ve lo diamo. Ma non era finita, perché arrivò un altro colpo di scena. L’ultimo giorno mi dissero che mancava un documento. Chiedevano che il ragazzo allungasse il contratto con loro ma alla fine la firma è arrivata”.

Dulcis in fundo: Di Francesco

Francesco Gelli

Angelozzi ha elogiato Monterisi e Gelli, le rivelazioni di questo primo scorcio di stagione, ma forse il vero colpo del Frosinone è stato l’allenatore abruzzese. E finora i risultati confermano questa sensazione. Malgrado le ultime esperienze negative avevano suscitato qualche dubbio, Eusebio Di Francesco si sta rivelando un valore aggiunto: in panchina, nello spogliatoio e persino nelle interviste.

Eusebio Di Francesco ed il suo staff

Le parole di Angelozzi vanno vivisezionate: “Il mister lo conosco come le mie tasche perché è stato un mio giocatore e pure allenatore al Sassuolo – ha detto a chiare note – Senza offesa non c’entra nulla col Frosinone. Alle spalle ha 260 partite in serie A, oltre alle Coppe. Noi siamo una piccola realtà. E’ venuto per il rapporto che ha con me. Poi l’ho fatto conoscere al presidente, siamo stati a cena ad Acuto”.

Stirpe quando lo ha conosciuto mi ha detto: è il nostro allenatore. Attua un calcio molto propositivo e a lui si associa uno staff molto qualificato. Lo conoscete il nostro preparatore professor Neri (peraltro nato a Frosinone in quanto figlio dell’ex gloria giallazzurra Olmes Neri ndr)? Parla 5 lingue, è stato con la Juve, la Roma, la nazionale russa e quella inglese, il Real Madrid. Spesso gli dico: ma tu cosa fai qui?”.

E’ proprio vero: bisogna saper leggere tra le righe ed oltre le righe.