Il coronavirus sbaraglia i dilettanti. I campionati verso lo stop definitivo

Il mondo dei "puri" pronto a gettare la spugna e mandare in archivio la stagione. Si fermano oltre un milione di tesserati dalla serie D alla Terza categoria. Nei giorni scorsi era calato il sipario sui tornei giovanili. Il futuro resta un'incognita con 3.000 società che rischiano di chiudere baracca e burattini. Il presidente della Lnd Cosimo Sibilia chiede il sostegno del Governo che ha promesso 400 milioni di euro di contributi.

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Non chiamateli però dilettanti allo sbaraglio. I “puri” del calcio sono un esercito di oltre un milione di innamorati del pallone che meritano tanto tanto rispetto. Loro non giocano per soldi ma si nutrono di passione e non importa se hanno 7 anni o 70 se parliamo anche di dirigenti. Mangiano polvere, s’allenano la sera dopo il lavoro e la domenica mattina s’alzano presto per andare al campo mentre gli amici magari rincasano dopo la serata in discoteca o al pub. Rappresentano quartieri, borghi, paesi, città e talvolta pure metropoli. Rappresentano le fondamenta del più importante sport del pianeta e di un fenomeno sociale che solo in Italia muove 32,4 milioni di persone tra le quali tantissimi giovani. 

Cassino Calcio in allenamento

Ma stavolta la passione, la determinazione e i sacrifici non bastano. La partita l’ha vinta il coronavirus, l’avversario più subdolo e terribile che si potesse affrontare. E così sul calcio dilettantistico cala il sipario. Stagione finita ed è triste dirlo per quanti amano questo mondo così genuino e romantico. Dopo la sospensione dei vari campionati (dalla serie D alla Terza categoria) a seguito dei vari decreti, arriverà lo stop definitivo che segue quello dei tornei giovanili già stabilito nei giorni scorsi. Manca solo l’ufficialità ma il dado è tratto salvo improbabili ripensamenti. E l’ultimo decreto che andrà in vigore dal 4 maggio ha dato un’ulteriore mazzata alle speranze di ripartire.

L’annuncio di Spadafora e la resa di Sibilia

Il ministro Vincenzo Spadafora

A far presagire lo scenario era stato Cosimo Sibilia, vicepresidente della Figc e numero uno della Lega Dilettanti. Il “gran capo” di fronte al protocollo sanitario stilato per la ripresa (tra l’altro ne servirà un altro più stringente secondo gli ultimi dettami del Governo) aveva alzato bandiera bianca: “Al momento non ci sono le condizioni per poter rispettare un protocollo che pone determinate condizioni”, ha detto alla Domenica Sportiva.

Il ragionamento del presidente è semplice: se anche i professionisti sono in bilico, figuriamoci i dilettanti.  Ancora più esplicito l’onnipresente Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: “I dilettanti hanno chiesto lo stop – ha svelato l’esponente grillino in un’intervista sulla colonne della Gazzetta Regionale –  Una decisione sofferta che comprendo. Ripresa? Impossibile azzardare, valuteremo il criterio territoriale“.

I numeri dello stop

In tutta la Penisola si fermano oltre un milione di tesserati (i calciatori sono per la precisione 1.045.565) che svolgono la loro attività in 12.350 società (66.025 le squadre).

Nel Lazio sono quasi 96.000 i dilettanti (1.155 i club) che almeno per questa stagione non torneranno in campo. È la terza regione italiana per numero di praticanti e società.

In provincia di Frosinone coinvolti club di ogni categoria. Dalla serie D (Cassino, Anagni e Fiuggi) alla Terza provinciale, comprese le formazioni del femminile. In totale parliamo di 74 squadre

Il futuro e gli scenari

Marco Passaro in azione durante l’attuale campionato dell’Atletico Fiuggi

Una volta ufficializzato il blocco bisognerà in primis trovare la formula più congrua per chiudere la stagione. In ballo le classifiche ed i rispettivi verdetti.

Per quanto concerne la serie D ad esempio il presidente della Lega Pro Ghirelli ha rassicurato sulla promozioni in serie C. Ogni decisione finale comunque sarà presa dal Consiglio federale. Poi occorrerà programmare la ripartenza che almeno stando alle parole del presidente Sibilia non è neppure scontata per ottobre.

Il massimo dirigente dei dilettanti lancia l’allarme. “Il pericolo è concreto e mette a rischio  tanti adolescenti. Ci appelliamo alle autorità affinché possano esserci vicini – ha aggiunto alla Ds – Siamo convinti che il calcio debba ripartire ma solo con le giuste garanzie dal punto di vista sanitario“. 

Il calcio dilettantistico rischia grosso. Una previsione parla di 3.000 società che rischiano di sparire. E per questo Sibilia spera in un intervento forte del Governo. Il Ministro Spadafora in uno degli incontri effettuati nelle settimane scorse aveva promesso 400 milioni di euro di contributi per sostenere il movimento.

È un mondo che conta un milione di tesserati, un esercito che svolge un ruolo sociale e di formazione dei giovani“, chiosa Sibilia.

Non chiamateli, però, dilettanti allo sbaraglio.