La “fatal Milano” alle spalle, stringere i denti e… all’attacco

Nel giro di 3 settimane, due sconfitte speculari contro Inter e Milan al “Meazza” per come si sono materializzate, comprese le occasioni sprecate. Voltare pagina, lo sviluppo del gioco di mister Di Francesco rimane il “plus” sul quale fare affidamento

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Dalla fatal-Verona, dove il Milan perse due scudetti a distanza di 20 anni (1973-’74 e 1989-’90), alla fatal-Milano dove il Frosinone nel giro di 3 settimane perde (e ci può stare, sia chiaro) con Inter (2-0) e Milan (3-1) in maniera quasi speculare due partite che i ragazzi di Di Francesco hanno anche corso il concreto rischio di avere in pugno. I giallazzurri, quasi per applicare una sottile par condicio con le cugine milanesi, incassano i gol che hanno sbloccato le due partite esattamente al 43’ del primo tempo. E dopo una conduzione di gara pressoché perfetta, soprattutto dopo aver sprecato il vantaggio.

Contro l’Inter era toccato ad Oyono non centrare la porta 30” prima del gol di 54 metri di Dimarco e contro il Milan è invece Cuni a non fare gol 1’ prima della rete di Jovic. Ma per essere fatale fino in fondo, Milano ha aggiunto dell’altro: il 2-0 arrivato contro neroazzurri e rossoneri sempre al 3’ della ripresa in entrambi i casi, anche se con dinamiche del tutto differenti. Curiosità a parte, al Frosinone è mancata l’attenzione ai dettagli nei momenti topici che aveva chiesto Di Francesco ed anche il cinismo. Non è invece mancato il coraggio di giocarsela sempre, anche in condizioni di emergenza piena.

Serrare i ranghi e stringere i denti

L’esultanza di Ibrahimovic

Mancano 5 partite alla fine del girone di andata, l’organico ha perso qualche pedina importante subito in avvio di campionato (Harroui e Gelli) e ne ha trovate altre (Ibrahimovic e Reinier) in corsa, il tecnico sta valorizzando due campioni del futuro come Soulé e Barrenechea e cerca anche di valorizzare un altro campioncino come Kaio Jorge ma a Milano è mancato senza dubbio il peso specifico (la somma di esperienza, tecnica, letture tattiche, forza fisica) di giocatori come Marchizza (auguri di una pronta guarigione) e Mazzitelli.

Questo è il momento di serrare più che mai i ranghi per aggiungere altri punti ad una classifica che comunque resta molto positiva ma non ammette nessun tipo di pausa, se non qualche… pit stop programmato. Il calendario mette di fronte Torino, Juve e Monza in casa, intervallate da Lazio e Lecce fuori. Un programma senza soste da qui al 7 gennaio. Di Francesco avrà il compito di centellinare le forze a disposizione. E cercare di recuperare qualcuno dei ‘grandi assenti.

All’attacco, dal girone di ritorno di più

Walid Cheddira (Foto: Federico Proietti © Ansa)

Il paradosso del Frosinone: 20 gol realizzati – più del Cagliari (13) dei Petagna, Lapadula, Shomurodov, Luvumbo e Pavoletti e più del Genoa (15) dei Gudmundsson, Retegui, Puscas ed Ekuban per restare alle neopromosse ma anche più della Lazio (15) e del Bologna (15), del Lecce (16) e dello stesso Torino (10), avversario domenica – ma appena 2 dagli attaccanti centrali (1 Cuni e 1 Cheddira).

Nel girone di ritorno, quando il gioco diventerà ancora più duro e il valore relativo di ogni squadra aumenterà, per centrare gli obiettivi saranno fondamentali i gol degli attaccanti ma sarà allo stesso modo importante saldare la fase difensiva (24 gol incassati). Il dato dei gol realizzati dà comunque la dimensione dello sviluppo di gioco che Di Francesco ha saputo dare alla propria squadra.

Alberto Gilardino

L’ultimo turno di campionato ha reso pressoché indolore la sconfitta per il Frosinone. L’Udinese (andrà a Milano con l’Inter) e il Verona (riceverà la Lazio) avanzano piano con gli scaligeri terz’ultimi, il Genoa (atteso dal Monza) va a -3 dai giallazzurri dopo il pareggio casalingo con l’Empoli che è sempre quart’ultima, Cagliari (attende il Sassuolo) e Salernitana (ospita il Bologna) sconfitte restano rispettivamente ultima e penultima. Il Lecce si prende il pareggio al 100’, guadagna un punto sui giallazzurri e nel prossimo turno andrà ad Empoli.

Continua il testa a testa Inter-Juve

Simone Inzaghi (Foto: LPS / Marco Iorio / DepositPhotos)

La 14.a giornata si è chiusa con il posticipo tra Torino ed Atalanta, spettatore interessato sicuramente il Frosinone che domenica giocherà il lunch-match contro i granata al ‘Benito Stirpe. Orobici in panne, granata a maramaldeggiare con un 3-0 che dà l’esatto quadro di una gara mai sfuggita di mano alla squadra di Juric che batte il suo maestro Gasperini.

L’overture di Monza-Juventus aveva lanciato i bianconeri in vetta alla classifica grazie al successo firmato da Gatti con una zampata in pieno recupero dopo che Carboni aveva impattato la rete di Rabiot. Domenica sera il 3-0 dell’Inter sul campo del Napoli ha ristabilito le distanze, con i neroazzurri a +2 sulla squadra di Allegri. Ma sulla vittoria dell’Inter ci sono due ombre: il primo gol viziato da un fallo di Lautaro su Lobotka, poi un tocco di Acerbi sulle caviglie di Osimhen che nessuno ha visto.

La Roma entra in zona Champions

José Mourinho (Foto: Aleksandr Osipov / Flickr)

In zona Champions entra di diritto la Roma che vince in rimonta sul campo del Sassuolo, protagonista indiscusso prima, durante e dopo la partita il tecnico giallorosso José Mourinho: prima lancia frasi sibilline nei confronti dell’arbitro Marcenaro, durante si sposta sotto il settore occupato dai tifosi giallorossi per invitarli alla calma e dopo ne ha per tutti, compreso per Dazn che deve incassare in silenzio il post-gara in lingua portoghese.

A livello di show comunicativo siamo a livelli altissimi, una sorta di wrestling… mediatico applicato al calcio. Sassuolo penalizzato dall’espulsione dell’ingenuo Boloca che lascia i suoi in 10 sull’1-0 per gli emiliani. Il vero fattore della Roma è l’ex giallazzurro.

Nessuna vittoria nella corsa-salvezza

L’allenatore del Lecce Roberto D’Aversa

Al di sotto dell’11° posto occupato dal Frosinone, nessuno vince. Il Lecce (16) pareggia all’ultimo secondo del 100’ grazie ad un rigore procurato dal portiere Falcone e realizzato da Piccoli. Rigore solare che vede il Var. Il Bologna (22) scende momentaneamente dal treno per l’Europa e recrimina perché la partita sarebbe durata una mezza manciata di secondi in più (ma l’arbitro può allungare il recupero, è nelle sue prerogative) ma deve fare mea culpa per i gol sprecati sul vantaggio.

Quella stessa mezza manciata di secondi in più (lamentati dal ds dei friulani Balzaretti, con pronta replica del tecnico Baroni) che al 97’ hanno permesso al Verona (10) di festeggiare al Luna Park di Udine grazie al colpo di testa del redivivo Henry che fissa un 3-3 spettacolare. In quella circostanza il portiere dell’Udinese, Silvestri, non proprio impeccabile.

Marco Baroni, trainer del Verona

A proposito di spettacolo, favoloso il gol in rovesciata dell’ala destra degli scaligeri Ngonge, congolese con passaporto belga che il Verona ha pescato a gennaio 2023 nel Groningen e che oggi vale una montagna d’oro. Pareggio anche dell’Empoli (11) in casa del Genoa (15): alla rete di Malinovskyi (due gol in altrettante gare in fila) risponde Cancellieri. Nessuno fa salti di gioia.

Fiorentina e Lazio avanti tutta

Il centravanti Nzola della Fiorentina (Foto: Federico Proietti © ANSA)

La Fiorentina (23) strapazza la Salernitana e solo le parate di Costil evitano un passivo tennistico per i granata che restano fanalino di coda (8). Appena due gradini più sopra c’è il Cagliari (10), sconfitto da misura in casa della Lazio (20).

Sardi in 10 a lungo, in pieno recupero gettano al vento due occasioni per pareggiare gentilmente offerte sul piatto placcato d’oro dalla difesa biancazzurra. E la Lazio esce tra i fischi ma le casse societarie fanno festa per il passaggio del turno in Champions.