La ‘partita tripla’ del Frosinone (di G.Lanzi)

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista temporaneamente senza carta

 

 

Al Comunale c’è il Verona a 5 mesi dallo ‘scippo’ del Bentegodi. Scaligeri con Fossati e Romulo in maschera. Canarini al completo
La ‘partita tripla’ del Frosinone
Dionisi & soci possono allungare sul Benevento sconfitto dal Bari, dal secondo posto e mandare in crisi gli scaligeri

 

 

E venne l’ora della rivincita. Puntuale. Ma anche l’ora della possibile minifuga dalla seconda e dalla terza piazza, rispettivamente di proprietà del Benevento sconfitto in casa dal Bari (3-4, il ‘Vigorito’ cade dopo 2 anni e mezzo) e del Verona.

Rieccoci, dunque, esattamente cinque mesi dopo quel 25 settembre 2016 quando due rigori magnanimi costrinsero il Frosinone a tornare a mani vuote dal ‘Bentegodi’. A quei tempi il Verona si preparava a togliere l’àncora dalla fonda, il Frosinone cercava di trangugiare il più possibile velocemente i nuovi dettami di mister Marino.

Il Verona dava l’impressione già di voler guardare tutti dall’alto in basso, con quella dose massiccia di sicumera che da quelle parti è figlia di una nobiltà però decaduta col tempo, mentre il Frosinone sapeva già di dover ramazzare polvere per terra con sacrificio e sudore perché il passato era solo un ricordo dal quale tenersi alla lontana.

Oggi, a distanza di 21 giornate e 5 mesi di campionato, il Frosinone conti alla mano ha già doppiato il Verona. E lo ha fatto nelle prime cinque giornate del girone di ritorno, che si esprimono così: 5 punti per gli scaligeri, 10 per i canarini. Ma non basta ancora. Perché mancano 17 partite. Un numero da esorcizzare al pari della squadra allenata dall’ex Pecchia.

 

L’ITALIA GUARDA AL COMUNALE – Sabato pomeriggio (ore 15) i riflettori del calcio italiano saranno puntati tutti sul Comunale: sarà un po’ come se si giocasse uno Juventus-Napoli della serie B. Uno spettacolo per palati fini per il potenziale di entrambe le squadre. Da una parte Marino col il suo 3-5-2 suscettibile di modifiche in corsa e dall’altra Pecchia con il 4-3-3 che ultimamente lo costringe anche a riadattarlo a 4-2-4 per colpa di partite che non prendono mai la piega desiderata e che a Frosinone sperano proseguano almeno per altri 90’. Sfida da pienone, probabilmente anche i biglietti venduti nel circuito subiranno un incremento e non solo per effetto dei circa 800 tifosi che scenderanno a Frosinone da Verona.

 

PARTITA DOPPIA PER SODDIMO & CO. – Non lo hanno detto a nessuno ma Soddimo & Co. con una sola mossa sanno che possono fare scacco matto: vincere per scavare un solco dalla terza ma anche per aprire la crisi ufficiale degli avversari. Curiosità non manca come al solito, basta attingere alla memoria: lo scorso anno il 3-2 per Ciofani & soci al Comunale costò la panchina a Mandorlini, che comunque non aleggia più alle spalle di Pecchia dopo la rescissione che ha fatto da prologo al passaggio al Genoa.

C’è da stare attenti, però, come sempre esiste anche il rovescio della medaglia. Con la classifica di vertice cortissima, ogni passo falso rischia di contare il doppio. Con risvolti sia sulla graduatoria che sul morale. Il Frosinone ha la possibilità di sfruttare il fattore-campo, anche per cercare di riequilibrare il conto degli scontri diretti.

Un occhio particolare sul fronte opposto va dato in modo particolare a Pazzini. Due motivi su tutti: è il capocannoniere della B ed è l’unico in campo scaligero in grado di poter produrre giocate di alta scuola. Marino probabilmente gli ha predisposto una gabbia a fisarmonica che inizierà dal lavoro di schermo dei centrocampisti.

 

IN CAMPO – Verona mascherato e non certo per il Carnevale. Saranno della contesa, infatti, entrambi con una maschera speciale i centrocampisti Fossati (frattura al setto nasale dopo la botta contro la Spal) e Romulo (infortunato ad Avellino e costretto anche ad un intervento chirurgico). In mediana sicuro assente Zaccagni, squalificato per un turno dopo l’espulsione di lunedì. Convocati Siligardi e Juanito Gomez che iniziò la sua carriera nel Ferentino di serie D, presidente l’avvocato Giampiero Vellucci.

Out Pisano e Valoti, Pecchia schiera davanti a Nicolas, Boldor e Caracciolo centrali, Ferrari e Suoprayen sulle corsie esterne. In mezzo al campo con i due uomini mascherati c’è Bessa. In attacco Pazzini, Luppi e Fares. Nel Frosinone appuntamento per l’appello con il signor Chiffi di Padova per gli stessi undici titolari di Pisa, Marino probabilmente si terrà qualche modifica in caldo per Perugia.

 

LE ALTRE DI SERIE B – Alle ore 21 si è giocata Benevento-Bari, altra sfida dal fascino del tutto particolare anche se inedita per la serie B. La migliore difesa in casa (quella del Benevento, 3 gol subìti fino alla vigilia) contro il peggior attacco esterno (il Bari, 6 reti realizzate fuori) hanno ribaltato i pronostici. Partita senza pause, fasi difensive immolate sull’altare di 7 reti complessive, finisce 4-3 per il Bari che sale a 40 punti.

Il Benevento – che sfiora il 4-4 negato da Micai e dalla traversa – oltre alla partita perde il tecnico Baroni espulso, Chibsah e Ciciretti che saranno squalificati per la prossima gara di Novara.

Alle ore 19 il Cittadella (senza Benedetti e Litteri e con Arrighini in fase ‘lenta’) ne aveva prese quattro (4-1 il finale) sul campo del Brescia. Dove Brocchi ha puntellato la panchina dopo l’ultima contestazione. Sabato tutto il resto della giornata. Con Ascoli-Pisa, Avellino-Vicenza, Ternana-Latina, Trapani-Salernitana (i siciliani, specialisti in ‘remuntade’, adesso vedono addirittura barlumi di salvezza diretta) e Cesena-Pro Vercelli che interessano la zona playout-salvezza.

Si guarda invece ad un posto al sole in Spal-Perugia (gli umbri a -6 dagli emiliani che puntano al 2° posto). Ed Entella-Carpi che vogliono rientrare tra le prime otto. Mentre lo Spezia vuole cancellare il rocambolesco pari interno con il Trapani viaggiando sul campo di un Novara agguerrito che la settimana scorsa ha vinto a Latina.

 

I PRECEDENTI BOLLENTI – Frosinone e Verona si incontrano sabato per la sesta volta negli ultimi 11 anni. E sono state sempre scintille. A cominciare da quel 19 dicembre 2006 quando il Frosinone di Iaconi vinse nel finale (2-1) sulla squadra allora allenata da Ficcadenti. E al termine un dirigente della Questura di Frosinone venne colpito alla testa da sassi scagliati con precisione militare dalla curva Sud dove erano attestati un manipolo di tifosi veneti.

Al ritorno terminò 2-2 e il Frosinone pose al ‘Bentegodi’ un altro mattoncino per la salvezza. La storia recente racconta di due successi dei canarini lo scorso anni: 3-2 incredibile al Comunale (ed ancora incidenti provocati dalla bollente tifoseria scaligera) e il 2-1 al 91’ fuori casa (gol di Russo, Bianchertti e Frara) che illuse i canarini poi sconfitti pesantemente dal Chievo ancora in trasferta. La storia racconta anche del 2-0 di cinque mesi fa.

Ma più che un’onta da lavare, una rivincita, quella di sabato pomeriggio è l’occasione per lanciare uno ‘strappetto’ alla classifica e mandare in crisi il Verona dopo la caduta del Benevento. Perché lasciarsi scappare l’occasione?

 

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