La Partita ed il Campionato, visti il giorno dopo. I temi lasciati sull'erbetta verde dalle gare appena disputate. L'analisi di Giuliani e Cortina
di Fabio Cortina
& Giovanni Giuliani
Un grosso elastico. E’ come se chi va ad occupare le posizioni di comando della Serie B venga assicurato ad una grossa corda dotata di coefficiente elastico che, non appena qualcuno prova a scappare, lo ricaccia indietro. Un elastico a cui nessuno sfugge e così la classifica del campionato cadetto si trasforma in una fisarmonica, anzi, un organetto viste le distanze ridotte. Ed il Frosinone che fa? La squadra di Longo sta lì, osserva. Attenta a non farsi male, soprattutto attenta a non scoprirsi, perché non è il caso di prendere troppo freddo in questa fase della stagione.
La fase del rodaggio per il tecnico piemontese pare non essere ancora terminata. L’idea di gioco di Longo non può essere questa, perché la squadra ancora appare troppo macchinosa soprattutto nella fase di possesso. Si affida alle folate dei giocatori di fantasia – tanto Soddimo e poco Ciano – e poche volte riesce a costruire un’azione alla mano, relegando Ciofani all’ingrato compito delle sportellate con minimo due difensori avversari per volta. Certo, Paganini è mancato all’improvviso facendo saltare tutta la preparazione tattica estiva; Dionisi, per i motivi che tutti sappiamo ha giocato si e no una partita, ma questo non basta. Ora si deve correre e possibilmente scrollarsi di dosso per primi quell’elastico, perché gli altri lo faranno prima o poi.
Giusto, è arrivato il momento di accelerare. Ma la gara di sabato, contro una nobile decaduta come il Parma e che tenta di risalire velocemente la china, non è uno scoglio semplice. Se si stesse parlando di boxe sabato alle 15 potremmo dire: fuori i secondi. Entrambe a quota 20, assieme all’Empoli, entrambe con la voglia di mandare ko l’altra.
Starà al Frosinone assestare il montante giusto, quello che ti toglie il respiro e ti fa barcollare. Anche perché se il mantra che mister Longo sta ripetendo da settimane è quello della continuità, non si può e non ci si deve fermare proprio ora. Bisogna colpire, più forte degli altri.
Ed in un campionato in cui fino ad ora si è ballato il lento è arrivato di mettere qualcosa di rock sul giradischi per vedere davvero chi ce le fa a ballare a ritmo serrato, per capire chi ne ha di più.
Ecco perché il match di sabato allo Stirpe può essere uno di quegli snodi che tanto potranno dire sull’economia di un torneo mai come quest’anno livellato.