I protagonisti del giorno * Giovedì 31 ottobre 2019 * Top & Flop

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

JOHN ELKANN

La fusione alla pari con Peugeot ha definitivamente consacrato il nipote dell’Avvocato. Perché l’operazione tra Fca e Peugeot non è soltanto una straordinaria operazione economica e finanziaria. È anche molto altro.

John Elkann © Imagoeconomica, Sergio Oliverio

Fabio Gemelli lo ha raccontato così su Motor1.com. Notando: “Sono le origini di queste “casate” dell’auto sono curiosamente simili perché i fondatori nascono nel Settecento, con Jean-Pierre I Peugeot nel 1734 e con Giuseppe Francesco Agnelli nel 1789. Entrambi sono già imprenditori, il francese con diversi mulini e tintorie, l’italiano con un’attività di banchiere, importatore, commerciante e mediatore immobiliare.

Peugeot opera a Hérimoncourt nella Franca Contea che è quasi confinante con l’allora Regno di Sardegna dove lavora Agnelli (a Torino). L’automobile arriva però più di un secolo dopo la loro nascita, nel 1889 con la Peugeot Type 1 di Armand Peugeot e nel 1900 con la Fiat 3 ½ Hp  voluta dal co-fondatore dell’azienda torinese, Giovanni Agnelli”.

La fusione è stata anche una storia di casate. E John Elkann sarà presidente del nuovo soggetto. Casata reale.

MARA CARFAGNA

Ha smesso di parlare. Il motivo è che in quel che resta di Forza Italia si sono tutti resi conto (perfino Silvio Berlusconi) che se dovesse abbandonare il Partito, allora sarebbero problemi seri.

Mara Carfagna

Lei, Mara Carfagna, nei mesi scorsi ha incassato con una straordinaria eleganza e classe le critiche del Cavaliere. Ora però sa che tutto dipenderà dalle sue scelte. Se andasse con Matteo Renzi, per Italia Viva il balzo sarebbe notevole sotto tutti i punti di vista: politico, di immagine e di prospettiva.

Padrona del suo destino politico. E di quello di Berlusconi.

FLOP

DARIO FRANCESCHINI

E’ l’incarnazione stessa del pensiero governativo del Pd. Cioè per  lui il Partito Democratico intanto esiste in quanto governa. Anche senza passare per le urne. Anche con un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle, che non porta assolutamente nulla al Partito.

Dario Franceschini

Abilissimo, competente, sottile, preparato: Dario Franceschini è il prototipo del democristiano, anche se la Dc non c’è più. Ma in questa fase servirebbe forse un’impostazione diversa. Cosa succederebbe se il Pd perdesse pure in Emilia Romagna? Perché il mantra che è stato ripetuto quando si è dato vita al governo giallorosso è stato: “impedire che vincano la Destra e Salvini”.

La Destra e Salvini stanno trionfando. Ma Franceschini non vuole vedere ciò che è evidente. Portatore d’acqua all’avversario (Salvini). 

BEPPE GRILLO

Perché non fa quello che in fondo il suo stesso Movimento vuole? Cioè, mettere in discussione il capo politico Luigi Di Maio. Insomma, cosa deve succedere?

Foto Raffaele Verdere © Imagoeconomica

Alle Europee consensi dimezzati rispetto alle politiche, sconfitta ingestibile in Umbria, percentuali da discese senza fine. Inoltre Luigi Di Maio è contrario alla sua impostazione, quella dell’accordo con il Partito Democratico. In agosto Beppe Grillo ha dettato la linea continuamente. A settembre anche. Poi qualcosa è cambiato.

Perché nel Movimento in cui uno vale uno Luigi Di Maio è un intoccabile? Re Tentenna.