Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 14 ottobre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 14 ottobre 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di venerdì 14 ottobre 2022.

TOP

LILIANA SEGRE

Liliana Segre (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Ci sono diversi motivi per cui il discorso che ha fatto Liliana Segre al Senato probabilmente rimarrà nella storia. Ed uno è che a farlo è stata proprio Liliana Segre, una cioè che nelle intenzioni dei suoi aguzzini non avrebbe dovuto aprire legislature da anziana, ma chiudere la bocca da ragazzina, e magari anche gli occhi, per sempre.

Ma i motivi non finiscono qui: la XIXma legislatura ha consegnato agli italiani un momento che prima di essere altissimo rischiava di essere dirimente e divisivo. Ed è spettato alla Segre far capire che a Palazzo Madama ci si sta uniti e nel nome di una cosa molto imperfetta ma molto bella chiamata democrazia.

Come ha fatto? Lasciando cadere una frase che sta a metà fra il suo vissuto e il vivibile ma avendo la cura di far capire che lei dà per scontato che il passato non tornerà, non stavolta. Ha detto la Senatrice Segre: “Sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva, provo una vertigine a essere qui a 100 anni dalla marcia su Roma”.

Ora, la benevola forzatura non è sfuggita a nessuno: quella di ieri, 13 ottobre, non era la giornata della marcia su Roma il cui anniversario cade il 27, è ottobre che magari è il mese della marcia su Roma. Insomma, la Segre ha forzato un po’ il calendario, allargando lo spettro di pertinenza etica per dire una cosa che stava a fagiolo non solo con quello che ha passato, ma anche con quello che per lei passato deve rimanere.

Non ha dimenticato la guerra. Ed ha detto: “incombe su tutti noi in queste settimane atmosfera agghiacciante della guerra. Tornata nella nostra Europa con tutto il suo carico di morte e distruzione. Crudeltà, terrore in una follia senza fine”. Poi è andata in afflato di gloria vera con Sergio Mattarella. “Mi unisco alle parole del presidente della Repubblica: ‘La pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino’”.

E alla fine quella frase, che è sembrata un ibrido sonante fra ricordo e monito: “In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della marcia su Roma che diede il via alla dittatura fascista, tocca a me presiedere questo tempio della democrazia”.

Già, proprio a lei. Lei che a Palazzo Madama non doveva esserci per colpa di orrori che l’Italia ha scacciato.

Per sempre.

PATRICK ZAKI

Patrick Zaki

Parlare del futuro quando hai fatto un tuffo nel passato remoto della civiltà per 22 mesi a passa non deve essere facile. Eppure c’è chi pensa che alla fine farlo sia la cosa più naturale del mondo. Lo è perché solo chi ha toccato la storia che non avanza poi scioglie la lingua con maggior bellezza davanti alla storia che fa i suoi balzi.

E Patrick Zaki di balzi ne ha visti fare: dal buio di una cella della polizia egiziana che lo ha torturato e richiuso per reati di opinione al sole di Lecce, dove ha inaugurato in collegamento dall’Egitto le “Conversazioni sul Futuro”. Fino al 16 ottobre la manifestazione che mette in spunta i diritti civili, umani e sociali affronterà temi di cui Zaki è testimonial perfetto.

Lo è perché il giovane studente dell’Università di Bologna è il totem vivente delle libertà che possono scomparire in un attimo. E della bellezza del loro ritorno. Una bellezza che non sarebbe mai tale se ad essa non si accompagnasse la benedizione di una parola di Giustizia. Di un esempio vissuto e raccontato ai giovanissimi. Per dire loro da quale parte del mondo stare.

Ma lo scopo è più alto, anche se pieno di utopia. Lo scopo è fare in modo che al mondo non ci siano più parti giuste e parti sbagliate, non più Russie ed Ucraine sperse per meridiani e paralleli. Ma solo il mondo come dovrebbe essere.

La liberazione di Zaki, che è ancora sotto processo in Egitto, è avvenuta a dicembre del 2021 e nessuno più dello studente dell’università di Bologna poteva parlare meglio di futuro. Perché nessuno conosce forse meglio il pericolo di vederselo strappato via, quel futuro.

E Zaki ha voluto mettere suggello a quella rassegna caratterizzata da 80 appuntamenti tra talk, presentazioni, proiezioni, laboratori. Monologhi con 170 speaker nazionali e internazionali, approfondendo storie e temi di stretta attualità. Tra cui le battaglie sui diritti umani, civili e sociali.

Perché il mondo come lo vorremmo non lo dobbiamo sognare, lo dobbiamo costruire. Con gli esempi di quelli come Patrick.

Illuminismo pugliese.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Leonardo Puccini © Imagoeconomica)

No, questa volta lui non c’entra. Ma era Presidente del Consiglio dei Ministri all’epoca dei fatti. E con molto coraggio e responsabilità Giuseppe Conte si assunse l’onere di mettere l’Italia in lockdown.

A distanza di due anni da quei giorni drammatici c’è qualcosa che non quadra. Perché da Venaria un magistrato garantista come il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele ha puntato il dito contro quello che ritiene un eccesso di garantismo concesso nel nome dell’emergenza. Tradotto in concreto. I pensionati della bergamasca morivano con la stessa frequenza dei moscerini sul parabrezza di una spider lanciata in una sera d’estate; servivano mascherine senza andare troppo per il sottile. E Conte si assunse l’onere di introdurre nelle procedure una certa elasticità che consentiva ai funzionari anche di sbagliare. (Leggi qui: La paura della firma si toglie con leggi chiare).

Negli stessi giorni in cui il giudice Tommaso Miele avanza le sue perplessità, un giudice del Tribunale Civile di Frosinone sentenzia che erano illegittimi i Dpcm con cui l’Italia è stata messa in lockdown e gli italiani sono stati confinati a casa. (Leggi qui: Il lockdown era fuffa e noi ci avevamo creduto).

E, per completare il quadro, negli stessi giorni un giudice del Lavoro dà torto ad un sanitario della Asl di Frosinone per non essersi vaccinato: era giusta la sua esclusione dal lavoro e dallo stipendio.

Ora. Ferma restando l’assoluta fondatezza del lockdown in punta di principio e più ancora l’obbligo vaccinale, possibile che quelle norme siano state concepite in maniera così approssimata da prestarsi a così tante e così tanto diverse interpretazioni? Totalmente infondate al punto di annullare le multe a chi circolava senza motivo, talmente fondate da confermare le sanzioni a chi non si vaccinava.

È questo il problema del Diritto tricolore: pretende di definire tutto ed in realtà dice anche il suo contrario.

Più semplice preside’.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Una strategia del tutto sbagliata. Che al Senato lo ha marginalizzato e dimostrato la totale inutilità di Forza Italia all’interno di questa coalizione. A Silvio Berlusconi mancano i consiglieri fidati ma soprattutto abili. Quelli che lo avevano accompagnato nella sua salita a Palazzo Chigi, progettando ed edificando in suo nome la Casa delle Libertà. Arrivata al 40% dei consensi nel Paese.

Il nuovo cerchio magico manca del tutto della necessaria esperienza. Non ha visione strategica. Si spiega così l‘umiliazione di un Aventino attuato ieri dal Cavaliere al momento di votare il presidente del Senato e rivelatosi del tutto inefficace.

Crudele nella sua essenzialità la descrizione fatta da Mattia Feltri su La Stampa. Riconosce a Berlusconi i meriti che finora gli sono stati negati: “ha costituzionalizzato una forza secessionista e una postfascista inducendole al federalismo e a una destra repubblicana”. Proprio per questo “mi fa un po’ male vedere gli eredi, le Meloni e i Salvini, metterlo nel sacco intanto che spostano la destra un po’ più in là. Mi fa male vederlo nell’illusione di una potenza ormai sfumata, e il poco rimasto lo spende molto malamente per eventuali ministre e ministri di caratura rionale”.

Al vetriolo il finale. “Mi scappa però un sorriso a scoprire che in trent’anni alla vecchia sinistra non è riuscito quello che alla nuova destra è riuscito in tre minuti: abbatterlo”.

Il tempo passa anche per l’eterno Silvio.