Top e Flop, i protagonisti di martedì 5 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 5 settembre 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 5 settembre 2023

TOP

MASSIMO MARRA

Massimo Marra

Ha lanciato un allarme serio su cose per le quali di solito uno Stato civile va a misura secca delle sue condizioni. Ebbene sì, perché quando si tratta di Sanità, Giustizia e Scuola non c’è pezza che tenga, se il buco sta lì buco è e buco rimane, altro che rating Finch.

Massimo Marra è il presidente dell’Associazione italiana pazienti neuropatie disimmuni (Cidp Italia aps) e quelo che ha fatto sapere preoccupa. Il dato è netto: i malati non vanno in vacanza ed in Italia manca il plasma. Tutto questo “con conseguenze pesanti per i pazienti che necessitano di farmaci salvavita”. E’ presto spiegata, con mestizia. “Le donazioni e la raccolta non sono sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale di plasma.

Perciò “il nostro Paese è ancora lontano dall’autosufficienza, con conseguenze pesanti per tanti pazienti che per le proprie cure necessitano di farmaci derivati dal plasma, spesso salvavita”. Da questo punto di vista dunque “servono interventi a breve e lungo termine”.

Ci sono parametri allarmanti: “Attualmente l’Italia è autosufficiente solo per il 70%; il restante 30%, necessario per soddisfare appieno il fabbisogno di plasmaderivati (albumina e immunoglobuline) e garantire l’accesso alle terapie a tutti i pazienti, proviene dal mercato estero. In special modo veniamo riforniti dagli Usa. Tuttavia questo “comporta una competizione internazionale per aggiudicarsi il poco prodotto disponibile, oltre a un incremento dei prezzi.

Prezzi di una materia che è la cosa più vicina alla vita che conosciamo e la cui carenza è la cosa più lontana dal progresso che potevamo mai permetterci.

Plasma la soluzione.

MAX RENDINA

Max Rendina

Sul filo dei secondi, aggredendo ogni curva e spingendo sempre più forte: è fatto così Max Rendina. Fin da quando si mise al volante di una Renault Clio intitolata al patron della Formula 1 Frank Williams ed iniziò a girare e vincere con la sua scuderia. Non corsette patronali: quelle per l’iride. È campione del mondo produzione 2014 e campione italiano rally Produzione 2012.

Una parte non secondaria del rallismo nel Lazio è figlio anche della sua passione. È l’uomo che ha portato a Roma un rally vero, con relative prova spettacolo: partenza da Castel Sant’Angelo, show nel piazzale del Palazzo dei Congressi all’Eur, kermesse sul lungomare di Ostia, le Terme di Caracalla, Colle Oppio. Il Rally di Roma Capitale si è confermato il migliore della serie continentale.

Non è un caso se a febbraio scorso il presidente dell’Automobile Club di Roma con i presidenti Aci presenti nel Lazio ha nominato Max Rendina presidente della Commissione Sportiva Regionale del Lazio. Un riconoscimento per gli impegni presi negli ultimi anni per il settore del motorsport.

Non c’è coppa, non c’è trofeo, che riesca a far sentire appagato un pilota: ogni volta, con la bottiglia magnum di champagne in mano, la testa va a quel mezzo secondo che si poteva limare ed a quella curva che si poteva prendere in maniera diversa. Rendina ora punta a portare il Mondiale a Roma. E nelle ore sorse era a Monza al seguito della premier Giorgia Meloni. Qualcosa comincia a rombare nel garage.

Sogno mondiale.

FLOP

MARCO BIZZARRI

Marco Bizzarri (Foto: Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Tra pochi giorni, il 23 settembre, dirà addio alla maison Gucci e solo poche settimane fa si era meritato un Top per la rotta prog che aveva saputo dare al marchio. Per quella e per le vette di fatturato in purezza. Eppure a Marco Bizzarri non è bastato. Il suo addio al board di Gucci è stato un fulmine a ciel sereno per l’economia e per quello specifico settore economico che mette l’Italia nella teca delle eccellenze. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di sabato 15 luglio 2023).

Il tutto con “l’aggravante” di un addio che arriverà esattamente a ridosso dello show milanese. Al posto di Bizzarri pare debba arrivare Jean-François Palus, che oggi è direttore generale del Gruppo Kering. Lui assumerà le redini del marchio in qualità di presidente e amministratore delegato per un periodo transitorio. La nota di Gucci è stata chiara: Palus “avrà il compito di rafforzare i team e le operazioni di Gucci”. Questo “mentre la maison ricostruisce la sua autorevolezza e momentum, definendone la leadership e organizzazione del futuro”.

Bizzarri non era uno qualunque nel ruolo di cui non sarà più nocchiero. Era non presidente e amministratore delegato, nonché membro del comitato esecutivo, ma soprattutto era un innovatore puro.

Uno che ha saputo mettere la moda a servizio dell’incedere della società in maniera molto più radicale che sul mero piano del “gusto estetico”. E con il suo “lascio” il dubbio è che lascino anche certi suoi lasciti perfetti con cui Gucci era diventata azienda d’avanguardia in alcune battaglie sociali. Non perché quel “brand etico” fosse solo di Bizzarri, ma perché quando manca il totem più rappresentativo di una lotta anche quella più gagliarda ed ecumenica rischia la stanca. E la stanca dell’etica è il cinismo.

Quegli addii… Bizzarri.

ENRICO TIERO

Tiero e Di Stefano

Enrico Tiero è uno dei politici più navigati nel Sud Lazio. In provincia di Latina insieme al fratello Raimondo rappresenta una pietra miliare del centrismo che guarda a destra. Radici profonde, consenso solido, visione ampia: i numeri delle preferenze non sono opinioni. Se occorre un biglietto da visita: alle Regionali di febbraio ha staccato il ticket per la Pisana con 15.630 preferenze, l’inseguitore più vicino s’è fermato ad una miseria di 9.086 voti.

Non è un ragazzino di primo pelo. Per questo è chiaro che ci sia un forte gesto politico nella sua decisione di convocare per martedì 12 settembre a mezzogiorno praticamente gli stessi che a Frosinone hanno messo in agenda per il 28 settembre e per discutere delle stesse cose. E cioè della fuga degli industriali dalla provincia di Frosinone. Tiero lo ha fatto nella sua veste di presidente della XI Commissione della Regione Lazio. Luca Di Stefano lo aveva fatto nella sua veste di presiudente della Provincia di Frosinone, invitando anche il Governatore Francesco Rocca. Uno scippo in piena regola, uno sgarbo nemmeno troppo velato. (Leggi qui: Stati Generali, lo sgarbo di Tiero alla Provincia di Frosinone).

Premessa la totale competenza della Regione sul tema e la totale necessità di tenere quel confronto tra Tiero e gli industriali con i sindacati: Luca Di Stefano aveva annunciato già il 5 agosto quella convocazione. (Leggi qui: Il presidente contro il cigno nero: tutti in Provincia a settembre).

Evidente allora che la Regione si sia resa conto d’essere in fortissimo ritardo. E di essersi fatta anticipare dalla Provincia di Frosinone. Che con l’iniziativa di Luca Di Stefano aveva preso in mano le redini della partita, tentando di individuare soluzioni concrete per invertire la fuga delle industrie dalla Ciociaria.

Anticipare di due settimane la riunione non è solo uno sgarbo: al di là della facciata, significa dire alla Provincia che non c’è intenzione di unire le forze e che le redini deve tenerle la Regione.

Basta saperlo.