Top e Flop, i protagonisti di sabato 22 luglio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 22 luglio 2023.

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 22 luglio 2023.

TOP

MAURIZIO GASPARRI

Maurizio Gasparri (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Il Quattro Novembre ci mancava, mancava un po’ a tutti perché quel Quattro Novembre là è forse la cosa più italiana di tutte e la meno italiana al contempo. Fu figlio di una guerra tremenda innescata dalla cosiddetta “crisi del 22 luglio”. E’ italiana perché ricorda un momento tragicamente immenso della nostra storia patria. Non è “italiano” e non lo è in senso benefico perché non polarizza lo scontro politico, dato che non ci furono armistizi, partigiani e fascisti di mezzo.

E’ roba comoda, grande e di pronta beva. Perciò Maurizio Gasparri ha fatto bene benissimo ad essere lui lo “sherpa” di un Ddl di ripristino. Di cosa? Di quello con cui l’Aula del Senato ha dato il via libera alla festività nazionale del 4 novembre. E lo ha fatto quale Giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate.

E che la tragedia della Prima Guerra Mondiale sia più mastice che forcipe lo hanno dimostrato i numeri in aula a Palazzo Madama. A votare a favore sono stati 102, non c’è stato nessun voto contrario e si sono registrati solo 28 astenuti. Il testo di iniziativa porta la firma del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, uno che di solito dà fuoco alle polveri più dei fantaccini che ha voluto onorare.

E da quanto si apprende si articola in 4 articoli. Ecco il primo: “La Repubblica riconosce la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. A decorrere dal 2023 la celebrazione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate ha nuovamente luogo il 4 novembre di ciascun anno.

Maurizio Gasparri ha saputo (per una volta ma con decisione) equalizzare un sentimento comune che non divide gli italiani, ma che fa due cose. O li accomuna nell’orgoglio o li manleva nella blanda indifferenza. Perciò il solo fatto che per una volta il nome di Gasparri non sia accostato ad una cosa che solleva polveroni è cosa splendida. E magari utile per il futuro.

Medaglia Mauriziana.

SARAH GRIECO

Sarah Grieco

Si può andare oltre. Qualunque misfatto sia stato compiuto. Piaccia o no è questo il potentissimo messaggio innescato dalle tre religioni che derivano da Abramo: ebraismo, cristianesimo, islamismo. Lo mise in chiaro, con tutta la sua paciosa austerità papale Giovanni XXIII quando andò in visita ai detenuti di Regina Coeli. “C’è perdono per tutti” esortò tra i padiglioni ed un assassino patentato gli cadde in ginocchio davanti chiedendo “Anche per me, Santo Padre? Io ho ammazzato”, “Soprattutto per te, purché tu lo voglia”.

E per quanto laico finga di essere lo Stato italiano è comunque permeato di questo concetto. A differenza di quello anglosassone. Da noi la pena punta alla redenzione del reo, riabilitarlo e recuperarlo alla società; gli anglosassoni lo puniscono mettendolo in castigo. Quale dei due modelli funziona?

Chiedetelo a Sarah Grieco, coordinatrice del progetto che ha condotto l’università tra i detenuti dei penitenziari di Cassino, Frosinone e Paliano. E ieri c’è stato il primo allievo detenuto che sia arrivato a discutere la sua tesi. Alle spalle una condanna all’ergastolo al termine del primo processo, ridotta a 24 anni in Appello: storie di sangue, soldi, debiti, paura; finisce con un omicidio, commesso una decina di anni fa. L’uomo che fu al centro di quell’assassinio ora è un’altra persona: è dottore in ‘Servizi Giuridici per il lavoro, la Pubblica Amministrazione, lo Sport ed il Terzo settore‘.

La proclamazione del neo dottore

Ha conseguito ieri pomeriggio la laurea al termine della discussione della sua tesi sulle Comunità energetiche. Nome, provenienza e storia completa non si possono raccontare: per privacy e perché appartengono ad un uomo che oggi non c’è più. “Il nostro neodottore in Scienze Giuridiche è stato uno dei primissimi iscritti. Ricordo bene il suo sconforto iniziale. Anche per questo – dice l’avvocato Grieco – non posso nascondere la mia emozione nel vedere come un uomo che, nonostante la lunga pena detentiva che ancora lo aspetta, si è rimboccato le maniche e grazie allo studio sta ricostruendo la sua vita e il suo futuro“.

Il motto dell’Unicas è Sol per noctem, il sole che sconfigge le tenebre: per questo il magnifico rettore Marco Dell’Isola ha voluto essere presente. Dicendo all’allievo: “Sono certo che quel sole la guiderà sulla strada della rinascita“.

La via della redenzione che passa per Cassino.

FLOP

ROBERTO MENIA

Il Quattro Novembre ci mancava, mancava un po’ a tutti perché quel Quattro Novembre là è forse la cosa più italiana di tutte e la meno italiana al contempo. Fu figlio di una guerra tremenda innescata dalla cosiddetta “crisi del 22 luglio”. No, non è scappato alcun “copia e incolla” per la canicola che Angelo Bonelli “imputa” al governo. E’ solo che il tema è lo stesso ma con angolatura diversa. Ed è l’angolatura con cui il ripristino della Festa delle Forze Armate non è stato immune da code che potevano essere evitate.

Perché se una data unisce nel nome di una Storia poco sdrucciola magari allora non serve a niente evocare frames sdruccioli di altra storia. Ma questo il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia evidentemente o non lo ha capito o lo ha capito benissimo ci ha voluto “mettere il carico”. Leggiamo il suo commento a corredo del Ddl Gasparri.

Si parte bene: “Il quattro novembre è la vera data fondante della nostra Patria, occorre ridare dignità a questa giornata perché è una data diversa da qualunque altra data. La Grande Guerra è stata la quarta guerra del nostro Risorgimento. La svisata profonda e magari patriottarda stretta ma ci sta, al limite è roba di venia.

“Quella che ha fatto l’Italia per davvero, l’Italia del Piave e dell’Isonzo e delle battaglie in cui fu forgiata col sangue dei nostri soldati la nostra Nazione. Vorrei che oggi l’Italia si amasse di più e che fosse più orgogliosa di sé stessa, del suo eroismo e della sua storia e per questo esprimo il voto convinto del mio gruppo a favore di questa proposta di legge”. Qui sembra Peppone quando deve parlare da repubblicano e finisce per inneggiare al Re. Insomma, fatta salva qualche iperbole eeonia si è tenuto in scia con l’ecumenicità del fatto.

Poi ha derapato: “Il 25 aprile, che celebra i valori della libertà e della democrazia, in cui tutti ci troviamo in questo parlamento, ricorda comunque una guerra civile tra italiani. Piccolo consiglio: fare il Giampaolo Pansa della situazione quando non sei Giampaolo Pansa, ma un politico in servizio attivo, non è utile. E a prescindere da una lettura che ha rigore storico o piano di discutibilità certa non aiuta a comporre un clima sereno.

Era proprio necessario spostare l’orologio a ciò che accadde dopo l’otto settembre del 1943 per magnificare ciò che accadde il 4 novembre del 1918? Magari no. Magari Menia lo doveva capire. Magari lo ha capito anche, ma si è tolto comunque il “cecio dalla scarpa”.

L’inutilità del fomentare.

DANIELE NATALIA

Succede. Succede quando le cose vengono fatte un po’ in fretta perché ci sono le scadenze da rispettare. E poi se metti che in quelle scadenze ci si gioca il tutto per tutto… Però ora il rischio per il rieletto sindaco di Anagni Daniele Natalia è che con il caldo non si scolli solo la carta da parati, arrotolandosi miseramente e lasciando vedere il muro grezzo. Ma che con lei venga giù tutta quella impalcatura di promesse fatte agli elettori. Tutta quella narrazione di abilità ed efficienza che ha contribuito alla sua rielezione.

A quasi due mesi di distanza dalla vittoria alle elezioni comunali dello scorso maggio non c’è più traccia del governatore del Lazio Francesco Rocca. Era venuto in città praticamente con il cappellino da muratore in testa e la caldarella con la calce da azzeccare sui muri dell’ex ospedale per aprire subito Oncologia. Non si vede Rocca, non si vede Oncologia.

Altrettanto sta accadendo per il Museo Archeologico inaugurato per l’ennesima volta in vent’anni giurando che questa fosse quella vera; ma è chiuso; ed è agibile un solo piano.

Dimenticata ed abbandonata poi l’area attrezzata per cani situata in località Piscina. Tutte opere utili, apprezzate. E ora lasciate a metà. Con il rischio che in quel degrado ci finisca anche l’immagine di chi ha tagliato il nastro ed inaugurato, promettendo un’Anagni nuova. Salvo scoprire che è identica a quella vecchia.

Passata la festa, gabbato lo santo.