Frosinone, l’importanza di chiamarsi Pizzutelli

Angelo, Gianfranco e Stefano. Tutti Pizzutelli. E tutti in politica. Ma su fronti diversi e con storie differenti. Uniti in questo periodo dalle coliche politiche per una situazione che non gli piace. E che vorrebbero cambiare. Ecco come.

Hanno in comune il cognome e la passione per la politca. Angelo Pizzutelli, Stefano Pizzutelli e Gianfranco Pizzutelli, però, condividono anche quel senso di inquietudine che poi è la molla che carica l’ambizione, la quale a sua volta mette in moto la scalata.

 

Angelo Pizzutelli era l’uomo di punta del Psi di Gianfranco Schietroma, poi i rapporti si incrinarono perché lui si aspettava maggiore considerazione dal partito visto che era il più votato. Ma alle Regionali non andò come aveva pensato. Quindi la frattura decisiva prima e dopo la campagna elettorale del 2012. Quando il sindaco uscente era Michele Marini e Pizzutelli faceva parte della giunta. Schietroma, invece, sparigliò le carte e portò il Partito su Memmo Marzi. Pizzutelli si allineò non tacendo e neppure obbedì. Basta vedere le percentuali di voto disgiunto.

Dopo qualche mese Angelo Pizzutelli sbattè la porta socialista ed entrò nel Pd, sponda Francesco Scalia. Con un rapporto di ferro con Michele Marini. Quindì cambiarono gli scenari, ma nel frattempo Angelo Pizzutelli era sempre il primo degli eletti. Poteva tranquillamente concorrere a sindaco, fece un passo indietro per favorire la candidatura di Fabrizio Cristofari. Poi, recentemente, ha aderito all’area di Francesco De Angelis e ha un rapporto privilegiato con il capogruppo regionale dei Dem Mauro Buschini.

Ora Angelo Pizzutelli si è innervosito per due motivi. La “ribellione” di Alessandra Sardellitti, che con lui aveva concorso in ticket è stato il primo. Poi ha annusato odor di fregatura dell’aria, quando si è iniziato a parlare di ipotesi di candidature a sindaco di Mauro Vicano e Maria Spilabotte.

E’ inquieto, basta leggere i recenti post su facebook.

 

Gianfranco Pizzutelli, invece, è il più pragmatico. Guida un gruppo di maggioranza, il Polo Civico, che ha 4 consiglieri e 2 assessori (tra i quali il vicesindaco). Lui stesso è membro del consiglio di amministrazione dell’Asi. Dove si è tolto lo sfizio di prendere il posto di Luca Sellari, che gli era stato preferito da Nicola Ottaviani negli anni scorsi. In maggioranza sta dando spesso le carte, ma non si accontenta.

D’altronde il ragazzo viene dalla sapiente scuola politica di Alfredo Pallone. Uno che amava prendere tutto il cocuzzaro.

 

Stefano Pizzutelli si è inventato Frosinone in Comune, che ha raccolto un risultato impensabile alle comunali. Figlio di Vincenzo Pizzutelli (sacerdote del Psdi prima, dello Sdi e del Psi poi), Stefano ha militato nelle file socialiste. Poi però anche lui ha sbattuto la porta del partito di Gianfranco Schietroma.

Un anno fa Domenico Marzi lo individuò come possibile candidato sindaco di tutto il centrosinistra. “L’unico che, contemporaneamente, può far saltare i nervi ad Ottaviani, competere con lui alla pari e forse perfino vincere”, disse Marzi.

Ma le invidie e l’attitudine all’autolesionismo del Pd sbarrarono la strada a questa novità. In consiglio comunale è l’unico ad incalzare davvero la maggioranza, ma ultimamente perfino lui appare inquieto.

Alla sua sinistra non c’è nulla, alla sua destra vede il Pd di sempre.

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