Tutti contro Zingaretti? I renziani decidono oggi alle 13

Matteo Renzi dice no alla sua terza candidatura a Segretario. Lo ha scritto su Facebook e sulla sua newsletter. Non ci sono i numeri. Oggi alle 13 vertice dei renziani. Convergenza su Martina? Scatterebbe il 'Tutti contro Zingaretti'

L’apuntamento è alle ore 13. L’assemblea dei parlamentari renziani dovrà decidere cosa fare: in che modo schierarsi nel prossimo congresso per marcare le distanze da Nicola Zingaretti. Matteo non ci sarà, nella serata di lunedì ha confermato ai suoi che non intende scendere in campo per la terza volta. Ufficialmente è perché «Ho vinto due volte le primarie con il 70% e dal giorno dopo mi hanno fatto la guerra dall’interno». In realtà è perché sa benissimo che questa volta non ha la certezza di vincere. E se anche gli riuscisse sarebbe un Segretario dimezzato, con numeri lontani da quell’oceanico settanta per cento. Meglio mollare.

L’ipotesi principale è la convergenza su Maurizio Martina. Questo l’orientamento che circolava lunedì sera, al termine di una giornata densa di contatti nell’area renziana. Una via d’uscita va trovata, altrimenti non si riesce più a tenere unita la componente: in ogni elezione bisogna dare un risultato sul quale lavorare altrimenti gli uomini si disperdono. Lo sanno bene Luca Lotti e Lorenzo Guerini che proprio per questo hanno convocato la riunione per le 13 di oggi, chiamando gli stessi parlamentari che nei giorni scorsi avevano firmato per la candidatura di Marco Minniti.

La candidatura di bandiera

L’appoggio a Maurizio Martina sembra al momento la possibilità più concreta. Ma c’è sul tavolo anche l’opzione B: la candidatura di bandiera. Solo che manca il candidato, l’uomo disposto a perdere le Primarie per poi trascinare tutto all’Assemblea Nazionale dove fare un accordo tra il secondo ed il terzo arrivati.

Lorenzo Guerini continua a dire no. Ettore Rosato rimane un’opzione, Teresa Bellanova e Anna Ascani sono i nomi sui quali puntare se ci si vorrà contare su una quota rosa. 

Matteo non c’è

La certezza è che Matteo Renzi non scenderà in campo. Tentato dal rientro. lo era. Poi ha visto che non c’era la folla ad acclamarlo: anzi, il sondaggio delle ore scorse gli ha detto con chiarezza che nemmeno lui avrebbe potuto fermare Nicola Zingaretti. E peggio ancora, una parte del popolo Pd gli chiedeva di restarsene a Palazzo Madama. (leggi qui Nemmeno Matteo riesce a fermare Zingaretti). L’annuncio definitivo arriverà in giornata durante la registrazione di Porta a Porta con Bruno Vespa.

Un’anticipazione però Renzi l’ha data ieri sera, sulla sua pagina Facebook. ha scritto “Non lo farò. Ho vinto due volte le primarie con il 70% e dal giorno dopo mi hanno fatto la guerra dall’interno. Mi sentirei come Charlie Brown con Lucy che gli rimette il pallone davanti per toglierlo all’ultimo istante. Non mi ricandido per la terza volta per rifare lo stesso. Chiunque vincerà il congresso avrà il mio rispetto e non il logorio interno che ho ricevuto io“.

A scrivere non è un Matteo Renzi sconfitto. Ma deluso. Che nella newsletter del lunedì scrive anche «Ho commesso un errore: non ribaltare il partito. Non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti. In alcuni casi il PD ha funzionato, in altre zone è rimasto un Partito di correnti. Ritengo che le correnti siano il male del Partito».

La sirena Martina

 Una situazione della quale sta cercando di approfittare Maurizio Martina. Lavora per costruire le condizioni di un avvicinamento tra la sua candidatura e l’area renziana. Il segnale è la veemenza con cui l’altro giorno ha escluso ogni possibilità di dialogo con dell’esclusione di ogni tipo di accordo con i 5 Stelle, che è una contrapposizione alle aperture fatte dal braccio desto di Zingaretti Massimiliano Smeriglio (leggi qui L’appello di Smeriglio alla sinistra: alle Primarie ricordatevi di Sanders e qui le reazioni Patto con il M5S? Zingaretti: «Basta chiacchiere e fango»).

Ma anche l’annuncio della volontà, se segretario, di indicare una donna come presidente del Pd. Un’offerta ai renziani? Loro smentiscono qualunque tipo di trattativa, al momento. Nè si parla di una lista in appoggio a Martina. Il timore è quello di creare una situazione del tipo ‘tutti contro Zingaretti‘. Che da un lato renderebbe in salita la strada per il governatore del Lazio ma allo stesso tempo o farebbe apparire sotto assedio stimolando la mobilitazione di chi oggi non intende ancora scendere in campo.