Il M5S su Raggi, centrosinistra su Gualtieri: via alla sfida

Il centrosinistra candida Roberto Gualtieri. Nicola Zingaretti resta in Regione. Virginia Raggi blindata da Conte: "ottima candidata, M5S la appoggia compatto”. Lombardi e Corrado: "Forte imbarazzo per eventuale candidatura di Zingaretti”. Ma al Campidoglio sarà il secondo turno a decretare vincitori e vinti. Senza possibilità di rientrare.

L’annuncio arriva con un tweet di pochi caratteri. “Mi metto a disposizione di Roma, con umiltà e orgoglio. Partecipo alle primarie del 20 giugno. Costruiamo insieme il futuro della nostra città: io ci sono!“. L’ex ministro Roberto Gualtieri è in campo, significa che non ci sarà Nicola Zingaretti. Il governatore resta in Regione Lazio fino alla scadenza del 2023.

Quel tweet viene lanciato poco dopo altri due segnali. Chiari ed inequivocabili. Forniti dal Movimento 5 Stelle. nessuna possibilità di una convergenza al primo turno sulle elezioni comunali di Roma.

Il primo segnale lo aveva fornito Giuseppe Conte nel pomeriggio: sul sito de La Stampa appare una dichiarazione dell’ex premier. Annuncia: «Il Movimento 5 Stelle su Roma ha un ottimo candidato: si chiama Virginia Raggi, il sindaco uscente. Il Movimento l’appoggia in maniera compatta e convinta, a tutti i livelli».

Giuseppe Conte e Virginia Raggi (Foto: Imagoeconomica)

A strettissimo giro c’era stato un ulteriore segnale, dato dalle due assessore del M5S in Regione Lazio. È uno stop ulteriore per il progetto di sostegno unitario al Governatore. Dicono «è innegabile il forte imbarazzo che una eventuale candidatura di Nicola Zingaretti per le Comunali di Roma porterebbe nella neonata alleanza regionale. Il lavoro avviato da quasi due mesi sta gia’ dando buoni risultati».

La sintesi è evidente: si apre ufficialmente la corsa per il Campidoglio. Il M5S si schiera compatto su Virginia Raggi. La coalizione di centrosinistra si schiera su Roberto Gualtieri la cui candidatura verrà legittimata dalle Primarie. All’appello manca ancora il centrodestra: il tavolo nazionale dei responsabili Enti Locali di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si riunirà in settimana.

La rottura nel pomeriggio

Le indiscrezioni dicono che la rottura sia avvenuta nel pomeriggio. E che fino a questa mattina l’input fosse quello di andare su Nicola Zingaretti. Racconta il Corriere della Sera che ieri sera sulla chat riservata ai big del Pd era arrivato un messaggio semplice: «Allora si va su Nicola». Nicola naturalmente è Zingaretti. Presidente della Regione Lazio. Mancavano ancora dei tasselli importanti, sul piano delle garanzie politiche che il Governatore ha chiesto a Enrico Letta.

Raccontava questa mattina il Corsera che “Per mandare in porto l’operazione i dem stanno lavorando molto sui 5 Stelle. Sia a livello nazionale che in Regione: parrebbe che si siano assicurati il fatto che i grillini non faranno cadere la giunta nel caso in cui Zingaretti dovesse candidarsi contro Virginia Raggi”.

Giuseppe Conte ha spiegato sia a Enrico Letta che a Francesco Boccia che segue il dossier delle Amministrative, che non può non appoggiare la sindaca. E infatti l’ex premier proprio l’altro ieri ha avuto un colloquio con Raggi nel quale le ha assicurato: «Io ti sosterrò». Ma è anche vero che Letta e Conte si sono promessi «reciproco sostegno al ballottaggio». Il che significa che nella campagna elettorale Zingaretti e Raggi dovrebbero evitare i colpi bassi in vista del secondo turno”.

È stato questo uno degli elementi chiave che nel pomeriggio ha fatto precipitare la situazione. Nicola Zingaretti è rimasto fermo sul percorso che aveva individuato: non si può governare la Regione con due assessori a 5 Stelle in giunta e poi candidarsi alle Comunali di Roma contro il Movimento 5 Stelle.

Roma capoccia

Sta tutto qui il significato della dichiarazione di Giuseppe Conte apparsa nel pomeriggio sul sito de La Stampa. «Il Movimento 5 Stelle su Roma ha un ottimo candidato: si chiama Virginia Raggi, il sindaco uscente. Il Movimento l’appoggia in maniera compatta e convinta, a tutti i livelli. Virginia sta dando un nuovo volto alla città e dopo una fase iniziale in cui la sua amministrazione ha dovuto dare segni di discontinuità con le gestioni del passato e ha dovuto tanto seminare, da un po’ di tempo si iniziano a vedere i chiari frutti di questo intenso lavoro e i romani se ne stanno rendendo conto ogni giorno di più».

In pratica: il primo turno saranno una sorta di Primarie. Chi arriva al secondo viene appoggiato dall’altro. Continua Giuseppe Conte: «la campagna elettorale che attende Roma sarà una sorta di primaria nel nostro campo, rispetto al campo del centrodestra. Dobbiamo agire in modo intelligente e fare in modo che in caso di secondo turno il dialogo privilegiato del Movimento con il Pd possa dare i propri frutti».

Un quando che taglia fuori Zingaretti. Per lui sarebbe uno scenario epilettico: al governo della Regione con il M5S e poi contro il M5S a Roma capitale.

La questione Regione Lazio

La questione Regione non è di secondo piano. Lì da qualche mese Valentina Corrado e Roberta Lombardi sono entrate in Giunta. Conte teme che ora quel dialogo possa essere messo in discussione.

Nicola Zingaretti con Roberta Lombardi e Valentina Corrado (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

«Dispiace che a Roma non si siano realizzate le condizioni per pianificare con il Pd una campagna elettorale in stretta sinergia. Non so chi verrà indicato dal Pd come candidato ufficiale e rispetteremo le loro scelte. Ci auguriamo pero’ che la loro decisione non metta in discussione il lavoro comune che da qualche mese è stato proficuamente avviato a livello di governo regionale, che merita di essere portato a termine fino alla fine della legislatura nell’interesse di tutti i cittadini della Regione».

E proprio le due assessore sottolineano la situazione che si è creata. «è innegabile il forte imbarazzo che una eventuale candidatura di Nicola Zingaretti per le Comunali di Roma porterebbe nella neonata alleanza regionale. La collaborazione tra il M5S e il centrosinistra in Regione è solida, sia in Consiglio che in Giunta. La volontà di tutti è quella di non far naufragare l’intesa ancora in costruzione anche nel resto del Paese che, per quanto riguarda il lavoro regionale, ha delle basi concrete».

Ci si rivede al secondo turno. “Prendiamo Berlino e avremo preso la Germania” dicevano gli alleati nella seconda Guerra mondiale. Oggi chi vince a Roma mette un’ipoteca sul Governo nazionale del dopo Draghi.