E adesso Borrelli lancia Addesse come candidato sindaco

Strategia della distensione. O tattica per 'bruciare' l'avversario interno. Gianluca Borrelli lancia Roberto Addesse come candidato sindaco di Alatri per la Lega. Ma tra i due le distanze restano enormi

Dalla contesa del seggio con il Partito Socialista di Gianfranco Schietroma al fatto che, nonostante avesse supportato l’elezione dell’ingegner Giuseppe Morini a sindaco di Alatri, abbia scelto di passare in minoranza, aderendo alla Lega di Matteo Salvini. Il consigliere Gianluca Borrelli è uno che sa calibrare bene le tempistiche.

Si sostiene che sia stato lui ad alzare una sorta di muro nei confronti di quanti, tra i big alatrensi, sarebbero voluti salire sul carro del salvinismo. Se è così, il coordinatore regionale Francesco Zicchieri si è fidato. Infatti il potentissimo Antonello Iannarilli ha trovato più di qualche resistenza.

Ora detta i tempi per un’altra operazione strategica. Alle elezioni comunali di Alatri mancano più di due anni. Eppure Borrelli ha già fatto il nome di quello che, stando al suo parere, dovrebbe essere il “buon candidato sindaco“. E lancia la candidatura di Roberto Addesse, l’altro consigliere leghista col quale Borrelli non riesce a trovare la quadra per dare vita al gruppo consiliare.

Strategia della distensione? O mossa per bruciare il rivale interno? Il quadro sembra lungi dal potersi definire pacificato. Soprattutto perché questo gruppo consiliare ancora non c’è. Roberto Addesse era sostanzialmente stato elevato al ruolo di futuro capogruppo ma la contrarietà di Gianluca Borrelli, ancora una volta, ha fatto da fuoco di sbarramento. Chi è dei due che non è salviniano al cento per cento? Chi è dei due che non vuole prestare il fianco all’altro oggi, per non dover ritirarsi un domani, quando si tratterà di scegliere il candidato a ruolo di primo cittadino?

Sono logiche complicate quelle della Lega perché la dirigenza laziale ha sostanzialmente deciso di organizzare il tutto a elezioni Europee ultimate. Poi, i leghisti ciociari potranno strutturarsi. Ma ora c’è una variabile indipendente: quel Movimento Italia di Nicola Ottaviani che rischia di mangiarsi ogni pedina incontrata lungo la scacchiera.

Nell’attesa, il consigliere parla. E lo fa pesando ogni parola.

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Partiamo dai fondamentali. Ha ufficialmente aderito alla Lega oppure ha ancora delle perplessità?

Ho aderito alla Lega a Novembre del 2017, in tempi non sospetti e ben
prima dell’assalto al Carroccio avvenuto dopo marzo 2018. Sono stato il primo rappresentante politico con un incarico istituzionale ad Alatri e il quarto Consigliere della provincia di Frosinone ad aderire al movimento di Matteo Salvini. Il mio ingresso nel Partito è stato sicuramente rilevante dal punto di vista politico. Una scelta che ha pure dato vita a creato critiche, in
alcuni casi positive, in altri anche negative
“.

Notizie del suo collega Addesse? Il coordinamento provinciale di Frosinone ha chiarito questa questione tra voi, che pare aver tenuto banco per più di qualche settimana?

So che Roberto Addesse ha aderito alla Lega nell’estate scorsa.
Con il collega ho un buon rapporto istituzionale. Con il coordinamento
provinciale ci stiamo interfacciano per trovare le soluzioni migliori
per la nostra Città
“.

Il Gruppo consiliare della Lega nel Comune di Alatri però ancora non c’è. Perché?

“Entrambi siamo d’accordo per la costituzione del gruppo consiliare della Lega. Stiamo ragionando sulle modalità e su tutto quanto ruota attorno alla costituzione del gruppo”.

È vero che lei non vuole dar vita al gruppo consiliare perché vuole tenere aperta ogni opzione?

“Non ho potuto costituire finora il gruppo consiliare Lega per delle limitazioni imposte dal “Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale” di Alatri. Con un solo Consigliere non si può costituire un nuovo gruppo consiliare. Questo è il motivo”.

Come sta il centrodestra alatrense?

“Alatri è una Città di centrodestra. Fino ad oggi, purtroppo, non si è riusciti a convergere su un progetto unitario. Credo che ad Alatri ci sia bisogno di una persona capace, che si dedichi a guidare politicamente il centrodestra e la stessa città. Una persona che soprattutto possa esprimere le volontà di tutti e, quindi, anche di quella parte di elettorato che non è propriamente della nostra parte politica”.

Ed il centrosinistra?

“Le indagini che stanno riguardando Alatri, impiegati ed amministratori, hanno sicuramente scosso la cittadinanza. L’emblema della situazione che stiamo vivendo è il palazzo comunale. La casa dei cittadini ridotta a “casa dei fantasmi”, una chiara questione in cui, chi doveva fare i conti non è stato capace e li ha fatti male, lasciando tutto nella più totale desolazione”.

Iannarilli è uscito da Forza Italia. Tarquini e Pavia sembrano lavorare a una sorta di terzo polo. Lei guiderà il centrodestra oppure guarda con favore anche a una ipotesi civica? Magari proprio a quella di Tarquini e Pavia…

“Non ritengo di essere pronto al momento, mi sto impegnando parecchio
in un percorso formativo. Non nascondo la mia ambizione: se la Città
lo ritenesse e volesse darmi fiducia col voto, vorrei fare l’assessore
nel prossimo mandato. Oggi sono Consigliere e sto facendo esperienza,
continuo con umiltà il mio percorso in tal senso”.

Come mai, a un certo punto, ha deciso di sganciarsi dalla squadra che aveva sostenuto il sindaco Morini?

“Sono una persona di destra. Nel 2011, quasi al termine del mandato Magliocca, facevo parte di un gruppo che chiedeva un cambio amministrativo all’interno del centrodestra. Nulla contro la persona sia chiaro. Chiedevamo un sindaco politicamente più energico e volevamo dare un segnale di cambiamento amministrativo. Il cambio non si verificò e decidemmo di candidarci come lista civica nell’altra coalizione.

Nel 2016 abbiamo aspettato fino alla fine che si facesse avanti l’avvocato Remo Costantini, che però, per motivi personali, non ritenne di candidarsi. Alla luce delle coalizioni che si presentarono, volemmo dare fiducia alla persona e quindi scegliemmo Giuseppe Morini.

Si arrivò ad un pareggio tra la nostra lista ed un’altra lista della coalizione, motivo per cui facemmo un accordo politico: la lista che avesse espresso il Consigliere avrebbe ceduto l’assessorato all’altra lista. Un accordo tra gentiluomini, che avrebbe dato il giusto riconoscimento ad entrambe le liste. L’accordo non venne rispettato e decidemmo, fin da subito, di non
entrare in maggioranza. Da lì in poi ritenemmo chiuso il rapporto politico con Giuseppe Morini.

Ci tengo a sottolineare che Borrelli ha rinunciato alla maggioranza, alla poltrona se vogliamo così definirla, e non il contrario. Non ci saremmo più potuti fidare di chi non aveva mantenuto fede ad un preciso accordo, ad un impegno…. figuriamoci un po’ con quali presupposti si sarebbe potuto amministrare Alatri”.

Il centrodestra di Alatri non è riuscito a esprimere un candidato al consiglio provinciale. Non contate più niente?

Non è vero che non contiamo più niente. I posti in lista c’erano per Alatri.
Infatti ricordo che la lista delle provinciali è composta da nove candidati e quindi posto per noi ce n’era e come. “A questo giro” non ho ritenuto di essere ancora pronto. Nulla vieta che in futuro si possa pensare a questa possibilità per riportare Alatri nelle importanti posizioni politiche che merita.

Le dico di più: mi auguro che a breve la Lega possa dire la sua anche nell’espressione del prossimo candidato a sindaco. Ritengo naturalmente, spero che accetti e non ne faccio segreto, che possa essere Roberto Addesse, vista la sua corposa storia politica e la sua importante esperienza amministrativa. Spero quindi che il candidato della Lega possa essere il candidato della coalizione vincente.

(F.B)