Pandemonio Pd: Caperna rilancia, De Angelis media (di C. Trento)

Foto © Imagoeconomica, Raffaele Verderese

Il caso scatenato dalla partecipazione alla Leopolda del capogruppo Pd in Provincia. «Un problema? Non mi riconosco in un Partito così». Il leader di Pensare Democratico: Noi siamo in competizione con Italia Viva di Renzi. «Occorre chiarezza». Apertura significativa sulla fase congressuale

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Tanto rumore per poco o per troppo? È questo il dilemma. Il “caso Caperna” ha scosso il Partito Democratico, ma in questo momento prevalgono le considerazioni tattiche rispetto ai malumori di pancia. Che pure ci sono. Ma vanno controllati perché in ballo c’è tutto: la situazione nazionale, regionale e locale. Però è anche vero che il fuoco ormai cova sotto la cenere. E può divampare.

La posizione di Caperna

Germano Caperna alla Leopolda

Germano Caperna non ha un ruolo di secondo piano nel Pd. È il capogruppo alla Provincia. Pure per questo la sua presenza alla giornata conclusiva della decima edizione della Leopolda di Matteo Renzi ha provocato un vero e proprio terremoto politico all’interno dei Democrat provinciali.

Il ragionamento è semplice: «Renzi non è più il capo di una corrente del partito, ma il leader di una forza politica diversa. E in competizione con il nostro Partito».

Germano Caperna però non la pensa così. Rileva: «Un “caso politico” partecipare alla Leopolda? Per chi non conosce la mia storia, per me è più che naturale riflettere sulla scelta di Renzi. Piuttosto che rispondere a chi della mia partecipazione alla Leopolda ne ha fatto un “caso”, se non addirittura motivo di defenestrazione dal Partito, mi preme ricordare, a quanti dimenticano o non sanno, che la mia storia politica all’interno del Partito Democratico inizia proprio con Matteo Renzi, che ho sostenuto anche prima di avere la tessera del Pd».

Né dai Ds né dalla Margherita

Quindi aggiunge: «Non provengo né dai Ds, né dalla Margherita. Per chi non lo ricordasse, invece, sono lo stesso Germano Caperna che il 10 aprile scorso ha introdotto la presentazione del libro di Renzi nel salone dell’Amministrazione provinciale. E sono anche rammaricato di non aver potuto presenziare alle giornate di venerdì e sabato per impegni istituzionali e familiari che non mi hanno permesso di essere a Firenze, come, invece, ho fatto negli anni precedenti».

Matteo Renzi alla Leopolda 10 © Paolo Lo Debole

«Mi sembra evidente e più che naturale, dunque, che io rifletta sulla scelta di Renzi di riconoscersi in un altro soggetto, “Italia Viva”, che pur non essendo contrapposto al Pd, ha comunque una diversa declinazione di valori e idee che, nel recente passato, hanno portato il partito al 41%».

Un Pd così non mi affascina

Sottolinea Caperna: «Un Partito che, oggi, invece di includere e aprirsi a tutte le sensibilità democratiche, si concentra sulla mia presenza alla Leopolda e ne fa motivo di discussione interna. Ebbene, in questo atteggiamento io non mi riconosco e un partito così non mi affascina affatto».

Un siluro vero e proprio, che potrebbe anticipare successive scelte di Caperna? Parafrasando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo.

L’analisi di De Angelis

Francesco De Angelis è il leader di Pensare Democratico, la componente maggioritaria del partito in Ciociaria.

Francesco De Angelis

Afferma: «Spero che non vada via nessuno. Le condizioni per restare nel Partito ci sono sono tutte, è la casa di tutti. È con questo spirito che dobbiamo avviarci al congresso provinciale. Un congresso aperto al contributo di tutti. Un congresso senza posizioni precostituite. Anzi, ci attendiamo che venga portato avanti e celebrato con il contributo di tutti. Lo voglio dire forte e chiaro: è fondamentale ragionare insieme per costruire insieme una proposta e un progetto largamente condivisi e apprezzati.

Un’apertura ad Antonio Pompeo? «Credo di non averne bisogno, ci confrontiamo da sempre su quello che è il partito. Un Pd plurale e rappresentativo delle diverse sensibilità è una ricchezza».

Poi Francesco De Angelis cambia tono quando parla del nuovo Partito di Matteo Renzi. Argomenta: «Per quanto riguarda Renzi, è tempo di essere netti e uscire perfino dalle ambiguità verbali. Facciamo parte della stessa coalizione ma non stiamo più insieme. E di conseguenza, soprattutto in questo momento, occorre chiarezza da parte di tutti».

L’architrave resta il Pd

«Il Pd di Nicola Zingaretti sarà in competizione con Italia Viva di Matteo Renzi. Ma vorrei dire a tutti, soprattutto a chi ha scelto di seguire Renzi, che è del tutto evidente che resta il Partito Democratico l’architrave e il punto di riferimento di un’alleanza larga, forte e credibile che si contrapponga alla destra sovranista e populista. Da qualunque punto di vista la si veda, non si potrà prescindere dal Pd. Non si potrà fare a meno del Pd».

Francesco De Angelis

«Voglio specificarlo in maniera forse politicamente scorretta ma efficace e vera: mi dispiace per Matteo Renzi, ma senza il Pd non si va da nessuna parte».

Cosa pensa Francesco De Angelis della partecipazione del capogruppo provinciale Germano Caperna alla giornata conclusiva della decima edizione della Leopolda a Firenze? Spiega il leader di Pensare Democratico: «Valgono i discorsi che ho fatto finora. Quello di Renzi adesso è un altro partito. Ragione per la quale la chiarezza farebbe bene a tutti. Io non ci sarei andato, ecco. Detto questo, mi auguro che un esponente del livello di Germano Caperna resti nel Pd. Anzi, voglio che resti: ha dato tanto al partito e tanto ancora può dare».

I confini

Insomma, De Angelis stabilisce i confini netti, che separano ormai iDemocrat da Italia Viva. Al tempo stesso però fa un’apertura importante sul piano congressuale, quello più immediato (si terrà a febbraio).

C’è molta strategia anche, perché in realtà in questo momento è in corso una partita di scacchi delicatissima. Giocata sull’orlo di una crisi di nervi. La sensazione è che De Angelis sia quello più cauto in Pensare Democratico. E che per esempio Mauro Buschini e Sara Battisti abbiano posizioni più nette. Però frenano.

L’area di Pompeo

La riunione della componente Pompeo all’Astor. da sinistra Alessandra Sardellitti, Luigi Vacana, Antonio Pompeo, Simone Costanzo e Germano Caperna

Della componente che fa riferimento al presidente della Provincia l’unica che sicuramente resterebbe nel Pd qualora si arrivasse ad un bivio netto è Stefania Martini, presidente del circolo di Frosinone. Tutti gli altri che sono intervenuti alla riunione di componente svoltasi all’Astor lunedì sera hanno espresso lo stesso concetto: «Vogliamo restare nel Pd, ma le condizioni devono cambiare radicalmente».

In diversi hanno detto di sentirsi sopportati nel Partito. Come ospiti sgraditi. Il riferimento, peraltro esplicito, riguarda i rapporti dell’area di Pompeo con Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Al di là di quelli che sono i rapporti di forza in Ciociaria. Probabilmente è per questo motivo che De Angelis ha spostato il confronto sul piano congressuale.

La posizione di Astorre

Bruno Astorre – Foto © Imagoeconomica

Sullo sfondo resta la posizione del senatore e segretario regionale Bruno Astorre, che ha invitato tutti i dirigenti alla cautela in un momento topico. Domenica prossima si vota per le regionali in Umbria e il risultato avrà una enorme rilevanza sia sul governo che nei rapporti tra i partiti che sostengono l’esecutivo Conte bis.

Lo stesso Nicola Zingaretti sta riflettendo attentamente su ogni minimo dettaglio. Peraltro il presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd sarà a Frosinone il 28 ottobre, per l’inaugurazione della nuova sede del Consorzio Asi, presieduto da Francesco De Angelis. Un’occasione per fare il punto della situazione.

*

Leggi tutto su