Chiamami Montecassino, sarò la tua Birra Peroni d’Abbazia

C'è Birra Peroni dietro alla produzione della prima birra d'abbazia che nascerà a Montecassino. Verrà realizzata sulla base di un'antica ricetta dell'abbazia. Nascerà un birrificio in quelle che furono le antiche masserie dell'Albaneta, intorno all'abazia benedettina.

Birra Peroni mette radici intorno a Montecassino. Nascerà lì la sua prima birra d’abbazia dal 1846. Lo farà usando una delle più antiche ricette. Quella che – giurano alcuni – è stata all’origine di tutte le altre poi andate in giro nel mondo con il diffondersi del monachesimo.

La birra di Montecassino nascerà in un piccolo birrificio artigianale: usando l’orzo coltivato sui terreni dell’Albaneta, la tenuta che fino agli anni Ottanta ha prodotto gli ortaggi ed i pascoli per il bestiame destinati a sfamare la comunità dei monaci.

Ad annunciarlo, nella Sala degli Angeli di Montecassino, è stato Federico Sannella, direttore delle Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di Birra Peroni.

 

Il progetto è quello che era stato svelato da Alessioporcu.it due anni fa, a luglio del 2016 (leggi qui Tullio Di Zazzo a tutta birra… quella dell’Albaneta). E che era stato confermato dall’imprenditore Daniele Miri solo a marzo del 2017 dai diretti interessati (Leggi qui L’abate fa l’avvocato, l’avvocato fa il paciere, e Daniele farà la birra).

In pratica, punta alla valorizzazione storica, culturale ed agricola dell’intero comprensorio abbandonato da oltre trent’anni. Tornando a coltivare i terreni, riaprendo le vecchie stalle e adattando le strutture alla produzione di birra, con un piccolo birrificio artigianale. Salvaguardando l’architettura monastica: la firma sul progetto è quella dell’architetto Giacomo Bianchi, un’autorità internazionale nel settore.

Il primo passo è stata la produzione di orzo distico da birra, grazie alla collaborazione con la malteria Saplo di Pomezia, proprietà di birra Peroni, fornitrice dei semi di orzo e del malto.

La trebbiatura del frumento piantato nei terreni intorno a Montecassino è prevista tra due settimane. Poi il raccolto verrà lavorato a Pomezia. «Per la fine di ottobre contiamo di poter bere il nuovo prodotto»  ha anticipato Federico Sannella.

La birra Montecassino avrà 6,5 gradi. Andrà ad inserirsi in un mercato che solo in Italia vale 108mila ettolitri e rappresenta lo 0,6% del mercato globale; le birre d’abbazia sono il 6% del segmento premium.

 

Contribuire a valorizzare un territorio così ricco di storia, cultura e dedito alla memoria è per noi un grande privilegio ha detto Federico Sannella direttore delle Relazioni Esterne di Birra Peroni. Stiamo mettendo a disposizione la nostra esperienza nella produzione di orzo, malto e birra per fare in modo che questo prodotto possa raccontare la storia di questi luoghi e le sue antiche tradizioni.

 

Non solo frumento e birra. Intorno a Montecassino tornerà anche la produzione di miele. Verrà realizzato con la collaborazione di Mieli Thun: inserito da Gambero Rosso nell’elenco dei migliori mieli d’Italia.

Mieli Thun – ha spiegato Andrea Paternoster, patron di Mieli Thun – ha deciso di aderire a questo progetto perché si sviluppa su un sito di straordinaria ricchezza sotto il profilo botanico e floreale. Sicuramente riserverà alle api un pascolo fecondo e incontaminato. Li abbazie hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’apicoltura“.

 

A mettere insieme l’esperienza di Birra Peroni e Mieli Thun è stato Daniele MiriQuesto progetto potrà avere forti ripercussioni sul territorio – ha spiegato l’imprenditore locale che ha preso in affitto i terreni dell’abbazia con l’impegno di riattivare le antiche produzioni agricole e valorizzare l’area.

Ma è il progetto che aveva fatto arrabbiare la Polonia, sfiorando l’incidente diplomatico con Varsavia? In mezzo c’era stata una fitta serie di equivoci, un po’ di malafede, interessi politici (leggi qui Un ambasciatore poco diplomatico)

In realtà il progetto presentato oggi non tocca i luoghi storici delle battaglie combattute dagli eroici soldati polacchi durante la II Guerra Mondiale comandati dal generale Anders. Utilizza solo i terreni delle masserie di Montecassino. Quelli rimasti in produzione negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta iniziando poi gradualmente a ridurre la loro attività fino a cessarla negli anni Ottanta.

Il progetto nel suo complesso prevede la valorizzazione di quei luoghi.