Pd, la Commissione accoglie il ricorso: ha vinto Mancini

La Commissione di garanzia accoglie il ricorso: nella sfida per il congresso regionale Pd del Lazio a Roma hanno vinto gli orfiniani di Mancini. Pochi voti in più di Bruno Astorre. "Ora congresso unitario"

Ricorso accolto. A Roma la convenzione per il congresso regionale Pd l’hanno vinta gli orfiniani di Claudio Mancini. D’un pugno di voti su Bruno Astorre: ma sono primi.

La Commissione Regionale di Garanzia ha accolto il ricorso presentato ieri mattina da Fabio Bellini, impiegando i risultati del Municipio VII. (leggi qui Il pasticciaccio brutto delle tessere Pd non pagate)

Il risultato maturato in quelle tre sezioni del Circolo si era rivelato strategico già sabato scorso. Era diventato l’ago della bilancia. Colpa delle tessere non pagate, anzi pagate in ritardo, anzi pagate fuori tempo massimo. “Pacchetti di tessere come all’epoca che ci siamo lasciati alle spalle“. Cinque voti di vantaggio per Mancini se non si teneva conto delle tessere contestate, un centinaio di voti in più per Astorre se si teneva conto del voto.

 

Fa una bella differenza. Perché ribalta i rapporti di forza in Assemblea, cioè il posto in cui si eleggerà il segretario regionale Pd del Lazio se nessuno dei tre candidati supererà il 50%. E Roma vale più o meno la metà dei delegati all’Assemblea.

 

La commissione, convocata d’urgenza, nel pomeriggio ha esaminato come si sono svolti i fatti nel Municipio VII. Il racconto coincide alla lettera con quello anticipato in mattinata da Alessioporcu.it (leggi qui Il pasticciaccio brutto delle tessere Pd non pagate).

Statuto e Regolamento alla mano, ha stabilito che “non ci sono altri titolati ad effettuare i versamenti per il saldo del tesseramento se non chi è stato delegato dalla segretaria del circolo o dal tesoriere e inoltre quei versamenti non sono mai giunti alla federazione di Roma”.

 

La questione delle tessere non accenderà una guerra interna. Mancini e Astorre son stati chiari con i rispettivi colonnelli: la parola d’ordine ora è “congresso unitario”.