I container di Rotterdam ed il vuoto di Frosinone

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Rotterdam è la seconda città dei Paesi Bassi ed ha un porto collocato sulle rive di un fiume. Frosinone non ha un porto ed è più piccola quasi venti volte la località olandese. Allora cosa c’entra Frosinone con Rotterdam?

Lo capiamo se prendiamo la Betuweroute la rete ferroviaria costruita con i soldi dell’Unione Europea, compresi quelli non utilizzati dall’Italia. Fa parte del corridoio ferroviario Ue Genova – Rotterdam. I lavori sono cominciati dall’Olanda. E forse è stato un bene: se avessero fatto il contrario, oggi staremmo ancora districando la matassa che nel frattempo avremmo ingarbugliato tra Tar, Consiglio di Stato, Conferenza dei Servizi, Tavolo interministeriale e chi più ne ha più ne ingarbugli.

Invece hanno iniziato da Rotterdam e sei mesi fa è stato inaugurato il tunnel del Gottardo: 57 chilometri, il più lungo al mondo. Al corridoio ora manca solo il tratto finale: quello che dal Piemonte passerà per la Lombardia e poi raggiungerà il terminal portuale di Genova. Data di fine lavori: 2021. Sempre che non ingarbugliamo la matassa.

Nel frattempo, Rotterdam ringrazia. Perché quell’infrastruttura, non collegata a Genova, lascia tutto il vantaggio strategico agli olandesi. Così com’è, la Betuweroute consente ai treni di raggiungere la Germania in meno di tre ore. Ma soprattutto può raggiungere in due settimane il terminal di Chengdu, nel sud-ovest della Cina, il più importante centro nevralgico nei trasporti e nelle comunicazioni del Paese. I 15 giorni di treno sono la metà del tempo impiegato da una nave portacontainer. E sulle altre destinazioni, il vantaggio rispetto al porto di Genova è di almeno 5 giorni.

Scegliere cosa fare, come farlo, soprattutto realizzarlo in fretta, si rivela strategico.

Frosinone non ha una visione strategica. Non è Rotterdam, è vero. Ma se in pochi anni è stata scavalcata in ogni indicatore da Latina significa che qualcosa sta succedendo. Oggi ci sono più imprese in provincia di Latina che a Frosinone (e per questo la sede della Camera di Commercio unificata, prima o poi andrà lì). Il capoluogo pontino ha più abitanti di quello ciociaro.

La presenza di Fca e di Giulia a Cassino è solo una questione di fortuna. Appoggiata su una pianificazione fatta negli anni Settanta, quando c’erano ancora capacità di vedere in maniera strategica.

Oggi la provincia di Frosinone cosa vuole essere nel 2021?

Il nodo centrale è proprio questo. Il 2021 è quasi dietro l’angolo. L’allarme lo ha lanciato in modo forte Maurizio Stirpe, vice presidente degli industriali italiani. Lo ha fatto in due occasioni: la visita di Matteo Renzi accompagnato da Sergio Marchionne lungo le linee Fca di Cassino (leggi qui). E poi durante un seminario nella facoltà di Ingegneria a Cassino (leggi qui).

L’industria mondiale viaggia verso il 4.0, i primi passi sono già stati compiuti. Ma servono poli di ricerca e di sviluppo adeguati. Il 4.0 (uomini che interagiscono attivamente con la robotica) sta per creare nuove figure professionali e ne cancellerà altre. Ma se oggi non iniziamo a creare quelle nuove figure, ci ritroveremo solo con i posti cancellati. Già oggi non c’è posto per gli operai generici, per chi non ha una professionalità ed una specializzazione. Domani non ci sarà posto per chi ha la professionalità sorpassata.

Un altro esempio. Tra le professioni che spariranno nei prossimi dieci – venti anni, il prestigioso quotidiano economico Financial Times inserisce anche le agenzie di assicurazione. Perché? Le auto con guida senza conducente e la loro capacità di evitare incidenti stradali, le renderanno inutili. Ma in Italia manca una normativa che consenta di testare su strada quei veicoli che altrove già sono in vendita ed in circolazione.

Se vogliamo prendere parte alla partita è necessario che chi rappresenta il territorio abbia una visione d’insieme e strategica, mettendo da parte i campanili e gli steccati. Magari con un’azione più efficace di quella che ha finora dimostrato il senatore della Repubblica Marino Mastrangeli da Cassino, fino a prova contraria eletto a Palazzo Madama su indicazione e con i voti del Movimento 5 Stelle. Limpido come l’acqua. Ma, sempre come l’acqua, anche inodore e incolore.

C’è un evidente problema di selezione della classe dirigente. Non si può essere schiavi dei campanili e degli egoismi (leggi qui il precedente)

Cosa vogliamo essere nel 2021: un’immensa area industriale? Dobbiamo iniziare a creare oggi le condizioni affinché chi deve produrre venga qui e non investa altrove. Vogliamo essere un polo logistico? Dobbiamo iniziare a creare le infrastrutture: esattamente quelle che negli anni si sono costruiti a Passo Corese e per questo Amazon è andata lì e non ha puntato sulla Ciociaria. Consapevoli del fatto che nello scenario economico attuale, l’intera provincia di Frosinone è solo un’espressione geografica. Senza un asse vero, concreto, operativo con la provincia di Latina sarà un’espressione insignificante.

Qual è la visione strategica? Cosa si sta facendo per realizzarla? Chi dovrebbe portare le istanze del territorio ha piena consapevolezza del quadro generale, fissate anche con gli obiettivi della direttiva Ue Cars 2020?

Facciamo una scommessa. Tra poche ore avremo la casella di posta elettronica sommersa di commenti dei politici che diranno tante belle cose. Che loro stanno lavorando. Che la visione strategica ce l’hanno eccome e che bisogna solo lasciarli lavorare. Peccato che per stendere un tappetino d’asfalto intorno allo stabilimento Fca sia dovuto scendere in campo il prefetto.

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