Covid-19, San Raffaele: prefetto a Cassino. Zone rosse a Pozzilli e Venafro

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Aumentano i casi di Covid-19, si concentrano tra chi era già in quarantena. Significa che l'isolamento sta funzionando. Il prefetto a Cassino per isolare il San Raffaele. Zona Rosse Pozzilli e Venafro. I nuovi casi di oggi

Buon week end, coronavirus: non sarà un fine settimana di festa per il Covid-19. Non nel Lazio, non in provincia di Frosinone. I numeri dei nuovi casi parlano chiaro: dicono che la gente chiusa in casa sta lasciando il virus senza vittime sulla sua strada. Non trova gente nuova da infettare: la linea di difesa messa in campo dagli esseri umani sta funzionando.

Parlano, i numeri che i Direttori Generali delle Asl riuniti in video conferenza hanno indicato all’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Per la prima volta, a quella riunione è stato presente anche il governatore Nicola Zingaretti: anche lui in video conferenza, dal suo isolamento domiciliare. I numeri dicono che il virus continua la sua avanzata, continua ad infettare, mietere nuove vittime: ma ancora al di sotto della curva prevista nel Lazio. Significa che se continua così ci saranno ancora tanti infettati e tanti morti ma il sistema sanitario del Lazio sarà in grado di reggere l’ondata e non collassare come invece avvenuto nella Bergamasca.

Il bollettino conta nel Lazio 182 nuovi casi in ventiquattrore, i pazienti attaccati ad un respiratore per poter sopravvivere sono saliti da 47 a 70 in un solo giorno, sono morti in 7, i guariti sono saliti a 54: c’è la prima guarita in provincia di Frosinone.

Il cluster del San Raffaele

Il prefetto di Frosinone Ignazio Portelli

In provincia di Frosinone la Asl ha registrato 16 nuovi casi positivi in ventiquattrore, portando a 145 il totale dei casi sul territorio. La buona notizia è un’altra: uno solo è il caso del tutto imprevisto, gli altri quindici erano tutti soggetti che erano stati già messi in quarantena a casa perché un loro parente era risultato positivo.

Il problema vero è il San Raffaele 8 dei sedici casi positivi sono stati registrati lì. Salgono complessivamente a 24 i pazienti che si sono infettati nella struttura. La Regione ha deciso che non basta più il blocco dei ricoveri: la struttura verrà posta in isolamento.

In serata il prefetto Ignazio Portelli è andato a Cassino per incontrare il sindaco Enzo Salera e fare con lui il punto sulla situazione. Che al momento è questa. Dei 24 infettati, 17 sono pazienti, 4 sono sanitari, 3 sono soggetti che nel frattempo sono stati dimessi ed inviati ad altri ospedali. Dei positivi in quarantena: 8 sono asintomatici, 4 sono sanitari. Nessun caso risulta ricoverato al Santa Scolastica.

Si valuta la possibilità di dichiarare il San Raffaele una ‘zona rossa‘. Non certo tutta Cassino: non è la città, il problema. Resta da capire come realizzarla, se sia meglio tenere lì i pazienti oppure spostarli.

Pozzilli e Venafro zona rossa

Il presidente della Regione Molise, Donato Toma

I casi registrati alla clinica Neuromed hanno indotto la regione Molise a dichiarare Pozzilli e Venafrozona rossa’.

La decisione è maturata nel corso della videoconferenza che ha visto partecipare la prefettura di Isernia, il presidente della Regione Donato Toma, i sindaci di Pozzilli Stefania Passarelli e Venafro Alfredo Ricci.

Adesso da Venafro e da Pozzilli è vietato entrare e uscire, tranne alcune rare eccezioni.  

Il presidente della Regione Molise ha parlato di «misure per rallentare il contagio. Sono provvedimenti che non prendiamo a cuor leggero ma purtroppo sono necessari».

Il provvedimento è scattato dopo che 9 pazienti ricoverati al Neuromed sono risultati positivi al Covid-19. Uno di loro è morto in mattinata all’ospedale Cardarelli di Campobasso.

Il medico non ha infettato

Coronavirus, medico con mascherina Foto © Imagoeconomica / Stefano Cavicchi

Tra i vari casi registrati c’è quello di una donna 60enne a Cassino; sono saliti a 4 i casi di Vico nel Lazio: oltre alla bimba risultata infetta l’altro giorno e migliorata in queste ore c’è il papà più altre due persone ma di altri nuclei familiari. A Sora sono 13 i casi e quasi tutti scollegati tra loro: non c’è al momento un focolaio di contagio.

Buone notizie vengono per il medico dell’ospedale di Frosinone risultato positivo ieri: il contagio sarebbe avvenuto non in corsia ma durante la settimana bianca in Lombardia nei giorni immediatamente precedenti allo stop per impianti e movimenti; questo ha escluso la presenza di focolai in ospedale. Sono stati effettuati i tamponi a tutte le persone con cui è venuto in contatto e per ora sono tutti negativi.  

In 58 sono usciti dalla quarantena.

Le conferme romane

Coronavirus, il bollettino dell’ospedale Spallanzani © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Una sitiuazione simile è quella registrata in provincia di Roma. In mattinata sono risultate positive altre 20 suore ed un vigilante dell’Istituto delle Figlie di San Camillo in via Anagnina a Grottaferrata. Già ieri erano risultate positive 40 suore: in pratica è infetto tutto l’istituto. Non sono casi inattesi e questo è l’unico dato positivo.

Altra conferma arriva da Pomezia dove sono 30 ad oggi i casi accertati di Covid-19 a Pomezia. I due nuovi casi sono entrambi uomini, di cui uno ricoverato e uno in isolamento domiciliare. Nemmeno in questo caso si è trattato di contagi inaspettati. Oggi 23 cittadini di Pomezia, collegati ai precedenti casi riscontrati, sono fuori dalla sorveglianza domiciliare perché negativi. Altri 25 ne usciranno nei prossimi 7 giorni, salvo nuovi aggiornamenti.

Nella Asl Roma2 è stata isolata la Casa di Riposo Giovanni XXIII in via Carlo Caleffi: ospita 66 anziani. Sono 2 gli operatori risultati positivi.

Il fronte di Latina

Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Alla Asl di Latina sono stati registrati altri 13 nuovi casi. Quattro di loro non presentano sintomi o non ne hanno gravi e per questo vengono trattati a domicilio. Tre nuovi casi sono arrivati dalla zona rossa di Fondi dove il totale dei casi è salito a 53.

Continua a generare casi anche Latina: ce ne sono altri due nuovi che portano il totale a 36. Gli altri sono stati registrati nei comuni di Bassiano (2), Aprilia (3), Terracina (2) Cori (1).

C’è stato il settimo decesso in provincia: al Pronto Soccorso di Fondi si è spenta una paziente della città.

Sono 142 i casi in carico alla Asl di Latina. I pazienti sono ricoverati allo Spallanzani (13), in Terapia Intensiva al Goretti (6), in Malattie Infettive del Goretti (20) o altre unità operative del Goretti e del Dono Svizzero di Formia (30).

Quattro pazienti sono ricoverati in altri ospedali della Regione Lazio. I pazienti negativizzati sono 14 ma 5 di loro sono ancora ricoverati per altri problemi di salute. Nove sono in osservazione a casa.

In tutto sono 1.899 le persone in isolamento domiciliare. Parallelamente 1.022 persone hanno terminato il periodo di isolamento. 

Il caso delle mascherine

È esploso il caso delle 23mila mascherine che la Regione Lazio aveva comprato in Polonia. Sono state bloccate alla dogana. Varsavia ha vietato l’esportazione. Si tratta di mascherine FFP2: quelle destinate agli operatori sanitari.

La Regione ne ha informato subito la Protezione Civile nazionale, sono state attivate le autorità diplomatiche. L’assessore D’Amato ha chiesto che le mascherine vengano immediatamente sbloccate ed inviate a Roma.