Di Francesco mette al centro il “noi” e non “l’io”

Prima uscita a Fiuggi del neo tecnico del Frosinone chiamato per cercare l’impresa-salvezza. L’allenatore punta su compattezza e valori umani. “Non cerco rivincite”. Giovani, corsa, sacrificio e 4-3-3. Nello staff il preparatore atletico Massimo Neri, ex Juve e Real Madrid. La benedizione di Stirpe ed Angelozzi

Alessandro Salines

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Noi e non io, ma il plurale maiestatis non c’entra niente. Bando ai personalismi, ma grande compattezza ed unità d’intenti. Tutti insieme appassionatamente si può fare l’impresa-salvezza che vale una Champions. E poi sorriso, coraggio e quei valori umani che nel calcio sono diventati merce rara. “Ho scelto gli uomini, più della società o della parte economica. Con Guido ho un rapporto da tantissimi anni. Io non l’ho mai chiamato ma appena mi ha contattato è venuto con Doronzo e in un attimo ci siamo messi d’accordo”, ha spiegato Eusebio Di Francesco durante la sua “prima” in maglia giallazzurra nell’affollata sala conferenze dell’Atlantic Park Hotel di Fiuggi, quartier generale del ritiro del Frosinone.

L’era-Di Francesco insomma è iniziata in un bollente sabato mattina di luglio. Il tecnico abruzzese riparte da una missione quasi impossibile (come l’ha definita il direttore Guido Angelozzi) ma Eusebio ci crede e il look (maglietta e bermuda da allenamento) da battaglia esibito in conferenza forse non è stato casuale. Confidando tanto nel famoso proverbio “l’unione fa la forza” (la presenza del presidente Maurizio Stirpe e dell’intero stato maggiore è stata significativa) ed in un ambiente ancora genuino che può regalare forza ed entusiasmo.

Compattezza e pensare positivo

Eusebio Di Francesco in conferenza

Tra le righe di una conferenza durata poco più di un tempo di una partita, è emerso un Di Francesco molto motivato ma non in cerca di rivincite dopo le ultime esperienze negative. Sarebbe infatti un errore pensare troppo al riscatto personale. Diventerebbe un’ossessione. E Di Francesco che sostituisce Fabio Grosso n’è consapevole e per questo ha insistito molto sull’unità d’intenti e sull’importanza di lavorare in un ambiente ancora poco contaminato. Parlando di noi e non di io. E sottolineando il lavoro di gruppo.

“C’è un’impresa da compiere e insieme alla società potremmo fare grandi cose – ha detto Di Francesco seduto al tavolo tra Angelozzi e Stirpe La prima cosa che ho detto ai ragazzi è di avere coraggio e sorriso, che ho smarrito ultimamente. Ho fatto questa scelta perché credo che qui ritroverò quei valori umani che nel calcio a volte si perdono. Non devo prendermi rivincite. Io rappresento società e tifoseria. Fin dalla prima giornata proveremo a dare filo da torcere a tutti, anche al Napoli. Non so quando saremo pronti ma cercheremo di esserlo fin da subito”.

Guido Angelozzi e Di Francesco

Di Francesco quindi non vuole più guardarsi indietro. “Sinceramente ho parlato fin troppo delle mie colpe – ha aggiunto – Quest’anno voglio guardare avanti col sorriso e con ottimismo. Insieme al mio staff e a chi mi circonda devo pensare positivo”.

Chiaramente dobbiamo essere sostenuti da tutto il resto ma credo nel mio lavoro che amo. Ed è bellissimo stare in campo. Sono orgoglioso di indossare questi colori e ritengo che il senso di appartenenza sia fondamentale. Tempo fa col Sassuolo vincemmo e andammo in Europa mentre il Frosinone retrocesse. Rimasi colpito dalla risposta del pubblico ciociaro (applaudì la squadra ndr). Credo nel calcio dei valori e qui li vedo”.

Nel calcio nulla è impossibile

Di Francesco e sullo sfondo lo “Stirpe”

Per le neo promosse è storicamente durissima salvarsi. Ma Di Francesco è ottimista. “E’ difficile ma nulla è impossibile – ha aggiunto il tecnico – Quello che posso assicurare è che questa squadra attraverso determinate tipologie di lavoro se la giocherà con tutti. Di questo ne sono convinto. Siamo ancora in costruzione, tanti elementi dell’anno scorso non ci sono, magari in 15 giorni o con qualche giorno in più trasformeremo questo gruppo in una squadra”. A tal proposito sono in corso le valutazioni sui giocatori rimasti. “In 2 giorni sono rimasto sorpreso dalla mentalità”, ha proseguito.

Promette serietà, passione e umiltà. “È cambiato il calcio ma noi dobbiamo essere felici che la gente ci voglia dimostrare affetto – ha affermato – Deve essere una gioia fare una foto con i tifosi. Bisogna dare grande soddisfazione a loro”.

Corsa, giovani e 4-3-3

Il terzino Oyono, uno dei giovani talenti del Frosinone (Foto © Mario Salati

S’intuisce che sarà un Frosinone che punterà molto sull’aspetto atletico. Tanta corsa, velocità, forza e sacrificio. E la scelta dell’esperto preparatore Massimo Neri (ex Roma, Juve, Real Madrid, Inghilterra e Russia con Fabio Capello) non è stata casuale. Di Francesco avrà il top per quanto concerne la preparazione fisica.

“Svolgeremo una preparazione per garantire alla squadra una condizione atletica ottimale – ha puntualizzato Di FrancescoIl problema può essere quello di avere il prima possibile i calciatori da allenare. Ma confido molto nel lavoro del direttore. Noi comunque i giocatori che abbiamo li prepariamo. Bisogna avere un’identità di gioco e poi con corsa e sacrificio si potrà tentare di colmare il gap con le altre”.

Si continuerà con il 4-3-3. “Con la Roma in semifinale di Champions non feci il 3-5-2 perché mi piace sempre giocare con 3 attaccanti – ha ricordato DiFra – Oggi ripartiremo col 4-3-3 per non scombinare troppo la squadra ma con l’occupazione dello spazio i moduli sono relativi. Bisogna dare un’identità e lavoreremo per questo. Poi cercheremo di vincere la nostra Champions League (salvezza, ndr)”. Nel periodo di inattività si è aggiornato molto oltre a fare il nonno. “Secondo me il calcio è sempre in evoluzione – ha precisato – Poi magari vedrete in campo le cose e mi farete domande più specifiche. L’allenatore deve insegnare ma per il resto i calciatori si devono divertire. Per questo li lascio liberi di esprimersi con leggerezza”.

L’attaccante Caso

Il progetto-giovani resterà sempre centrale come ha ribadito Stirpe. Di Francesco lo ha già sperimentato con successo al Sassuolo e non si spaventa. “L’obiettivo deve essere la salvezza attraverso la crescita dei talenti. Idea non nuova per me – ha rivelato – Sono felice di avere i giovani, abbinati ai senatori, e non ho paura di metterli in campo se hanno qualità importanti. Non dobbiamo essere frettolosi, i ragazzi più li facciamo crescere e diamo possibilità di sbagliare e più rendono. Tutti dicono che non leggono ma in realtà tutti guardano e dunque anche nei giudizi vi consiglio di dare sempre mezzo punto in più e mai in meno per aumentare la loro autostima”.

La benedizione di Stirpe

La presenza del presidente e del direttore dell’area tecnica è stata significativa. Segno del momento importante per il Frosinone. “Siamo contenti che Di Francesco sia qui con noi a darci a mano nello sviluppo del nostro progetto – ha detto Maurizio Stirpe – Credo che sia il tecnico più funzionale ai concetti che vogliamo portare avanti e che abbiamo avviato nel recente passato. Naturalmente è evidente che la Serie A per noi è un ostacolo importante da superare. Noi ce la metteremo tutta, ma è chiaro che abbiamo dei paletti da rispettare”.

Il presidente è realista. Ma fedele al suo pensiero di sempre. E cioè “è importante il risultato ma lo è ancora di più il modo con il quale si raggiunge. Vogliamo crescere in un modo sano senza lesinare nulla, mettendo a disposizione di Eusebio il meglio possibile per il progetto. Serviranno  pazienza, fiducia e competenza. Anche l’anno scorso siamo riusciti attraverso queste qualità a costruire la rosa che ha vinto il campionato. Sono convinto che dobbiamo ripetere quel tipo di percorso”.

La fretta è cattiva consigliera. “Se la gente domani mattina vuole la squadra fatta, ci facciamo solo del male. Io sono la garanzia che il male non ce lo faremo. Chi ci vuole seguire, ci segua. Altrimenti si possono prendere altre strade. L’anno scorso ho parlato una sola volta alla squadra dicendo loro di divertirsi e farci divertire e così è stato. Quest’anno dirò loro le stesse parole”.

E quella di Angelozzi

Angelozzi, Di Francesco e Stirpe

Angelozzi ha voluto salutare Fabio Grosso (“Se siamo qui è merito suo”, ha osservato) prima di dare il benvenuto a Di Francesco. “Non dico nulla perché Eusebio lo conosco bene – ha spiegato – E’ stato mio calciatore a Perugia e poi siamo stati insieme a Sassuolo. E’ uno da Champions League, è venuto a darmi una mano in un’impresa impossibile ma se siamo uniti ce la possiamo fare”. Il direttore ha fatto anche il punto sulla squadra. “L’anno scorso è passato, è stato meraviglioso e resterà nella storia – le parole di Angelozzi Ora dobbiamo ricostruire una squadra quasi da zero. Spero di riuscirci nel minor tempo possibile. Sono convinto che il 30 agosto avremo una rosa che potrà giocarsela con tutti. Serve costruire un grattacelo, ora siamo un appartamento. Il presidente vuole un calcio sostenibile, che diverte e poi magari pensiamo alla salvezza”.

Lo staff di Di Francesco

Di Francesco ed il suo staff

Presentato anche il gruppo di collaboratori che lavorerà accanto a Di Francesco. Uno staff di primissimo ordine e sul quale l’allenatore conta molto per raggiungere determinati risultati. Sono 8 professionisti tra i quali come detto il preparatore atletico Massimo Neri con una carriera ai massimi livelli. Due le conferme: il preparatore Gianluca Capogna, nel Frosinone da una vita e l’allenatore dei portieri Catello Senatore, già nello staff di Grosso. Promosso dalla Primavera Michele Saccucci che si occuperà del recupero degli infortunati.

Il vice allenatore è invece Luigi Iervese, ex trainer delle giovanili del Pescara. Collaboratori tecnici Nicola Caccia, già attaccante di lungo corso ed assistente di Montella in vari club, e Giancarlo Marini, presenza fissa nello staff di Di Francesco come d’altronde il match-analyst Stefano Romano.

Noi e non io.