Scontro sindaco – Chiusaroli «Prima di lunedì voglio tutte le carte». Nel Pd urla e pugni sul tavolo

Il dissesto da approvare lunedì fa esplodere i poli a Cassino. Salera svela che il carteggio Turriziani non esiste. Chiusaroli affronta il sindaco. E pretende quei documenti. Si spacca il Pd: Grieco (e famiglia) a favore del default.

Il mistero della ‘transazione Turriziani‘ esplode nel pieno della riunione di Commissione. Le date non quadrano, le mail non si trovano, forse non esistono. E sarebbe un grosso problema. Perché significherebbe che qualcuno nel Comune di Cassino ha mentito.

 

La Transazione Turriziani ed il dissesto

La Transazione Turriziani è l’accordo con il quale chiudere la maxi controversia giudiziaria (transazione) tra il Comune di Cassino e la Turriziani Petroli. Un caso che risale agli anni Novanta: la società petrolifera aveva avviato l’iter per installare un distributore di carburanti a Cassino, vennero sollevati ostacoli burocratici ed amministrativi per impedirglielo e nel ’96 arrivò il no definitivo. La Turriziani fece causa. Ed a distanza di anni lo scorso aprile l’ha vinta. Ottenendo un risarcimento da 1,6 milioni di euro. (leggi qui Turriziani Petroli, il Comune deve pagare)

Cosa c’entra con il dissesto delle casse comunali di Cassino? Quella sentenza è stata la classica pagliuzza che ha spezzato la schiena all’asino già sovraccarico. Con quel risarcimento milionario da pagare il Comune non è stato più un grado di poter fare fronte alla massa di debiti vecchi e nuovi diventati esigibili.

Una storia già nota. Perché adesso diventa un caso?

 

La riunione di Commissione

Accade durante la riunione della Commissione che si sta occupando dei debiti e che precede la riunione di Consiglio comunale fissata per lunedì. Quella che dovrà votare il primo dissesto nella storia delle casse civiche di Cassino.

A presiedere i lavori è il consigliere di maggioranza Gianrico Langiano, presente la dirigente del settore Monica Tallini. Per l’opposizione ci sono l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, l’ex assessore alla Finanze Enzo Salera, il vice presidente della Provincia Massimiliano MIgnanelli.

La maggioranza è rappresentata dal presidente Langiano, dai consiglieri Carmine Di Mambro, Rosario Franchitto, Alessio Ranaldi e Rossella Chiusaroli (in sostituzione del consigliere Antonio Valente).

È durante quella riunione che il vice presidente della Provincia Mignanelli attacca la dottoressa Tallini. «Scusi dottoressa – dice nella sostanza – ma se a portarci al dissesto è ciò che lei ha scritto in questa relazione, perché ce lo state dicendo solo ora? Questa è una situazione nota già da mesi, nulla è cambiato. Perché avete continuato ad andare avanti?»

La dirigente risponde che si tratta di scelte politiche e che a lei competono solo quelle di natura tecnica.

 

Una transazione farlocca?

Ma è l’ex assessore Enzo Salera a mettere in imbarazzo la maggioranza. «Scusatemi ma se è la sentenza Turriziani a mandarci a gambe all’aria allora non capisco una cosa: poco meno di un anno fa il sindaco ha portato all’approvazione del Consiglio Comunale una transazione. Ha chiesto ed ottenuto il voto favorevole sostenendo che approvando la Transazione Turriziani si pagava un indennizzo molto più basso alla società petrolifera e si sarebbe vitato il dissesto. Perché andiamo lo stesso in dissesto allora?»

La transazione non è stata firmata dalla Turriziani.

Salera aspettava questa risposta. Ed incalza: «Parliamo di una società seria, se raggiunge un accordo non si tira indietro. Con quale motivo si è tirata indietro dopo che il Consiglio aveva approvato la transazione?»

Non lo sappiamo.

«Posso vedere le comunicazioni tra Comune e Turriziani?»

Imbarazzo. Il sindaco, in tutte le sedi ha sempre giurato che quella transazione fosse arrivata dopo uno scambio di mail tra Comune e Turriziani. Dov’è la corrispondenza?

Il sospetto di Enzo Salera è che «il carteggio tra Comune e Turriziani Petroli per giungere alla transazione, semplicemente non esiste». Sventola un foglio: «Ho fatto una richiesta ufficiale di accesso agli atti, il Comune mi consegna una sola mail e cioè quella con cui Turriziani dice di non essere interessata ad alcun accordo. Scusate: ma in base a cosa è stata predisposta allora una transazione?»

La versione data all’ex assessore è che il carteggio esista. E perché non c’è tra le Pec? La risposta è stata che le lettere venivano consegnate a mano alla Turriziani.

«A chi? Dov’è la ricevuta?» ha domandato Salera? Dice di non avere avuto risposta.

Il suo sospetto è che la transazione sia stata tutta un invenzione. Con la quale guadagnare qualche mese di tempo. E poter evitare di dichiarare subito il dissesto. Trascinare tutto fino alle elezioni politiche dello scorso marzo, nelle quali il principale candidato sul territorio era Mario Abbruzzese, ‘padrino’ politico dell’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro che lo ha sostenuto fino all’ultimo voto. Ma nonostante questo (o forse proprio per questo) Abbruzzese non è stato eletto.

 

L’attacco di Rossella

La capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli si fa di tutti i colori. Chiede chiarezza alla dirigente. Vuole sapere per quale motivo il dissesto è stato trascinato per tutti questi mesi. «Se eravamo con le spalle al muro perché non ci è stato detto prima? Siamo stati presi in giro tutti quanti: maggioranza ed opposizione?»

La dirigente prima parla di una scelta che compete alla politica. Come a dire: se il sindaco vuole tentare di rianimare un cadavere è decisione che compete solo a lui, più che dirgli che tra le mani ha un cadavere io non posso fare.

Parta all’assalto Massimiliano Mignanelli. «Sono in amministrazione dagli anni Novanta, a volte in maggioranza ed altre in opposizione. Sempre, al momento dell’approvazione del Bialncio, ho chiesto prima del voto di allegare al verbale una dichiarazione con cui gli uffici attestassero che non c’erano altri debiti certi ed esigibili oltre a quelli portati in aula. Ora da dove spuntano questi altri debitio? Chi ha mentito: gli uffici?»

L’attacco prosegue. La dirigente spiega: illustra cifre, esplicita meccanismi, sottolinea come le sentenze non siano debiti certi ed esigibili fino a quando non sono passati in giudicato e quindi diventati definitivi.

«Si, ma qui ci sono sentenze nelle quali non abbiamo nemmeno resistito. E poi, quando si perde in primo grado, buona norma vuole che si inizino ad accantonare le somme per fare fronte all’eventuale condanna. Perché non è stato fatto?»

 

Lo scontro in maggioranza

La questione non si è conclusa lì. Questa mattina alle dieci infatti c’è stata una riunione di maggioranza. Nel corso della quale è stata sentita Rossella Chiusaroli strillare con il sindaco. «Io voglio vedere le carte! Tu mi devi far vedere le carte della Turriziani!! E le voglio vedere prima di lunedì!!»

Qualcuno la richiama e le dice «Abbassa i toni».

 

 

Lo scontro in opposizione

Ma lo scontro è anche nelle file dell’opposizione. Il segretario cittadino del Partito Democratico marino fardelli si prepara ad incassare la prima sonora sconfitta politica. Nella serata di venerdì è finito in cocci il gruppo che tanto faticosamente aveva incollato, mettendo insieme i 7 consiglieri eletti nelle due liste Dem in cui il Pd si era spaccato alle scorse Comunali.

È accaduto durante l’assemblea degli iscritti, convocata per sapere cose pensasse la base. Se fosse a favore o meno del dissesto.

L’ala che fa riferimento a Giuseppe Golini Petrarcone (4 consiglieri) ha sostenuto la tesi del no al dissesto. Per dare un chiaro segnale politico di opposizione. Per ribadire il principio che il Comune poteva essere salvato dal default se solo fosse stato gestito in maniera più oculata.

Dall’ala che fa riferimento all’altro candidato sindaco (Francesco Mosillo) ha preso la parola la consigliera Sarah Grieco, accompagnata dal marito, dal padre e dalla madre. Tutti iscritti al Partito e tutti con diritto di parola e di voto. La consigliera ha sottolineato che il voto a favore del dissesto sarebbe un gesto di responsabilità, con il quale chiudere una volta per sempre i conti con il passato.

Più giuridico l’intervento del marito, l’avvocato Christian Cifalitti. Molto più appassionato quello del padre: si racconta di pugni sbattuti sul tavolo e di toni molto accalorati.

Per evitare la spaccatura, il segretario Marino Fardelli ha aggiornato ad oggi la seduta. Nella speranza di giungere ad un documento unitario.

Ma la posizione di Petrarcone e Salera è presa. Quella dei tre mosilliani non sarà a favore e nemmeno astensione (che in questo caso varrebbe come un voto favorevole). La linea dettata da Francesco Mosillo è: o voto contrario, come il resto del gruppo, o uscita dall’aula.

Una linea sulla quale pare si stia orientando anche Massimiliano Mignanelli. I numeri per il dissesto restano sempre più risicati.