Dopo il raid di Fazzone, Abbruzzese: «Nessuno è padrone di Forza Italia»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Non è preoccupato. O almeno dice di non esserlo. E anche se lo fosse, Mario Abbruzzese, il Signore di Forza Italia in provincia di Frosinone, lo negherebbe. La decisione del coordinatore regionale Claudio Fazzone (leggi qui il precedente) di respingere le dimissioni di Alessia Savo dalla carica di vice coordinatore provinciale? Assicura che non è un avvertimento politico indirizzato a lui e tantomeno al coordinatore provinciale Pasquale Ciacciarelli. Non è un preavviso di commissariamento. Malizie dei giornalisti, che hanno «tutto l’interesse a esaltare le divisioni e a minimizzare un’azione così nobile adottata dal coordinatore regionale». Chi lo conosce e lo ha frequentato per anni, giura che per interpretare cosa passa nella mente di Mario Abbruzzese bisogna partire dall’esatto contrario di quello che dice.

Onorevole, il coordinatore regionale Fazzone torna a gamba tesa sulla politica di Forza Italia in provincia di Frosinone, dopo l’incursione ed il conseguente altolà fatto dal coordinamento provinciale? (leggi qui il precedente)
«La nota del coordinatore regionale va letta prettamente in modo costruttivo, perché è nell’interesse del partito sia a livello nazionale che provinciale non escludere nessuno. Tutti sono preziosi alla causa ed alla crescita del nostro movimento. Ribadisco il concetto: nessuno vuole escludere nessuno e se ci sarà un ripensamento della Savo, per noi sarà motivo di soddisfazione. Bene dunque ha fatto il coordinatore regionale a rigettare le sue dimissioni

Come mai gli osservatori politici interpretano invece questa decisione come un’ulteriore tappa in quella che appare una strategia di logoramento a carico di Antonio Tajani e dei suoi uomini sul territorio? (leggi qui il precedente)
«Capisco che la stampa abbia tutto l’interesse a esaltare le divisioni e a minimizzare un’azione così nobile adottata dal coordinatore regionale, ovvero quella di attuare una politica inclusiva».

Chi è il padrone di Forza Italia sul territorio, Mario Abbruzzese o Claudio Fazzone?
«Più volte ci siamo confrontati con Fazzone sul fatto che nessuno è padrone del Partito, ma siamo tutti azionisti di un grande progetto politico. Infatti, nonostante ci sia un dibattito, a volte anche aspro e duro all’interno del Partito, nessuno è giustificato e abilitato a prendere decisioni in merito all’estromissione di qualcuno. Sono convinto che Alessia Savo, sindaco di Torrice farà tesoro dell’esperienza vissuta per riprendere insieme un percorso che deve tenere conto solo del bene dei cittadini e del nostro partito».

E se Alessia Savo rifiutasse, continuando a disertare le riunioni del Coordinamento?
«Abbiamo tutti l’obbligo di dare il nostro contributo fatto di idee e proposte sui temi importanti che caratterizzano il dibattito politico locale
».

Chi non partecipa alle riunioni del Coordinamento provinciale vi rimprovera una certa evanescenza, l’assenza di politiche capaci di coinvolgere la gente ed attrarre forze nuove. In effetti, si vedono sempre le stesse facce.
«Non la penso così. Siamo presenti ed in maniera efficace sui temi fondamentali di questo momento. Innanzitutto lottiamo quotidianamente chiedendo al governatore della Regione Lazio, Zingaretti una Sanità migliore in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini. Purtroppo nella rete ospedaliera della Provincia di Frosinone, come nel resto del Lazio sono a rischio i livelli essenziali di assistenza e gli annunci del presidente della Regione non hanno modificato nemmeno in minima parte questo stato di cose».

I sindaci di Forza Italia, al pari di quelli del pd, abbaiano davanti ad Acea ma poi quando nessuno li vede ci si mettono d’accordo per avere benefici per i loro Comuni. Anche questo potrebbe essere un elemento che allontana gli elettori.
«Quello che lei dice non mi risulta. I nostri sindaci hanno votato la messa in mora di Acea e la rescissione della convenzione che ci lega al gestore idrico. Di tutta risposta la società continua con insistenza, a suon di atti giudiziari, di far esborsare ulteriore denaro ai cittadini, non preoccupandosi del pessimo servizio che ha svolto e continua a svolgere. Daremo battaglia, marceremo su Acea. Dobbiamo liberare il territorio da questa piaga».

Tra poche settimane centinaia di lavoratori ex Vdc resteranno senza sussidio: la politica non gli ha dato risposte.
«Siamo pronti a dare il nostro contributo fatto di idee e progetti per riuscire a risollevare le sorti di questo territorio. C’è bisogno di un nuovo accordo di programma in grado di dar nuova linfa alle pmi. Sburocratizzazione, abbassamento della pressione fiscale sulle imprese e incentivi alle aziende in grado di assumere personale, sono tre temi sui cui svilupperemo una piattaforma programmatica in grado di dare risposte concrete alle tante famiglie senza lavoro».

Caro direttore, dunque, queste sono le tematiche che affronteremo e su cui ci confronteremo anche con posizioni diverse.

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