Errori, outsider e calcoli: ecco come si decideranno le Provinciali

Cosa determinerà il risultato delle elezioni che domani cambieranno l'Aula del Consiglio Provinciale di Frosinone. Il ruolo degli outsider, gli errori strategici, la capacità di riversare i voti in eccesso. I risultati potrebbero influenzare le scelte e le alleanze future del presidente Di Stefano

Gli errori e gli outsider: saranno loro ad avere un ruolo determinante nelle elezioni che domani cambieranno l’Aula del Consiglio Provinciale di Frosinone. Decisivi. Perché gli equilibri tra i blocchi di sindaci e consiglieri comunali chiamati venerdì al voto è cambiato in maniera omogenea nel corso di questi due anni: chi ha perso in un Comune ha recuperato nell’altro.

Non è un quadro da calma piatta ma da filo del rasoio. Perché ogni biennio l’ultimo seggio viene assegnato grazie ai migliori resti, significa che non tutti i candidati hanno raggiunto il quorum di consenso che li fa entrare di diritto nell’Aula di piazza Gramsci. E allora si contano i resti migliori. E qui entra in gioco il primo fattore, cioè i possibili errori.

Il fattore errori

Foto © AG IchnusaPapers

Basta poco. Una distrazione. E non vale un voto. Ma tanti voti. Perché ogni consigliere ed ogni sindaco chiamato per votare alle Provinciali da quando sono state riformate con la Delrio ha un peso differente in base al numero di abitanti che rappresenta. Il voto di ogni amministratore di uno dei 53 Comuni fino a 3mila abitanti vale come se andassero a votare 30 persone; mentre quello di chi amministra nei 10 Comuni con popolazione tra 10mila e 30mila abitanti vale per 118; ogni voto degli amministratori di Frosinone e Cassino pesa 306 voti ponderati.

Dove si potrebbe sbagliare? Ad esempio scrivendo la preferenza nella casella della lista sbagliata: in quel caso il voto non va al candidato ma va alla lista. E nella ripartizione dei seggi si contano i voti di lista. Quindi un candidato con meno preferenze può essere eletto se la sua lista ha preso un numero di voti maggiore.

Il fattore riequilibrio

Ci sono elementi che hanno cambiato gli scenari interni ai Partiti. La competizione è forte e le alleanze sono saltate. Il centrodestra è alle prese con una conta all’ultimo voto per determinare la leadership. La situazione di sostanziale pareggio ha consigliato un percorso molto renziano al due volte presidente Pd Antonio Pompeo. Ed in quello stesso solco si sta muovendo il suo successore civico Luca Di Stefano. In pratica: amministrazione senza schemi politici ma di secondo livello con un coinvolgimento di tutte le forze. Non è obbligato a farlo. Sulla base del risultato che domani sera daranno le urne potrebbe decidere di rompere quell’equilibrio non scritto.

In questo scenario saranno decisivi gli outsider. Gli uomini capaci di rastrellare consenso tra i loro colleghi. E gli spostamenti avvenuti all’interno degli schieramenti negli ultimi due anni. Il caso più eloquente è quello di Alessandro Cardinali, consigliere provinciale uscente eletto due anni fa nella civica Polo Civico. Ora è rientrato in Fratelli d’Italia ed ha una potenza elettorale capace di eleggersi praticamente da solo. Va da se che i seggi attribuibili a FdI con questo spostamento passeranno dai 2 attuali a 3.

Ma FdI non potrà contare sul consenso che l’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia in questi anni ha riversato sulla consigliera Rossana Carnevale, schierata ora nella lista di Forza Italia. Che due anni fa non elesse un consigliere per il rotto della cuffia. Ma nel frattempo è rientrato l’attuale presidente d’Aula Gianluca Quadrini, recordman del consenso nei piccoli centri. Il che legittima la previsione di un seggio pieno al Partito di Antonio Tajani e l’aspirazione al secondo.

Il ruolo degli outsider

In questo scenario è chiaro allora il valore aggiunto degli outsiders. Nella lista della Lega le proporzioni di lista sono quelle che la volta scorsa avevano portato all’elezione di due Consiglieri, più Quadrini che si elegge da solo. Va da sé che i battistrada restano il capogruppo Andrea Amata (sostenuto dal deputato e già bi sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani) ed il consigliere di maggioranza Luca Zaccari. La lotteria dei resti e la capacità di spinta degli outsiders mette in ballo i nomi del consigliere uscente Giuseppe Pizzuti di Alatri, Lino Caschera di Sora e Marco Fiorini di Fiuggi.

Tutti e tre fanno parte della squadra dell’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli. Ha diviso in maniera equilibrata le forze tra di loro cercando di blindare Zaccari che stavolta avrà a Ferentino la concorrenza dello storico vicesindaco Luigi Vittori messo in campo dal Pd.

Il recente Congresso Provinciale di Fratelli d’Italia ha definito con nitidezza i rapporti di forza interni al Partito. L’area del Segretario Massimo Ruspandini punta sul sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, l’area di Ruspandini vicina al presidente Saf Fabio De Angelis voterà Alessandro Cardinali. E ad entrambi avanzeranno un po’ di preferenze e soprattutto la potenzialità di FdI è quella di eleggere tre consiglieri, confidando poi nella lotteria dei resti. E qui gli outsider sono Antonio Cardillo di Pignataro Interamna con Antonio Velardo di Castrocielo, i cui risultati sono legati a due fattori. Il primo: come andranno i due outisder del Nord e cioè il Consigliere comunale di Frosinone Sergio Crescenzi (in teoria parte con i 4 voti voti pesantissimi del Gruppo consiliare di Frosinone) e l’ex assessore di Alatri Umberto Santoro che ha dovuto fare un passo indietro nell’ambito del riordino di Giunta seguito all’uscita di Antonello Iannarilli.

Antonio Cardillo l’outsider di FdI

Il secondo fattore: come distribuiranno i loro voti in eccesso Ruspandini & Co. E su chi scommetteranno invece gli amministratori che fanno riferimento alle altre sensibilità interne. Come Gabriele Picano con i suoi voti su Cassino e sui vari Comuni che a febbraio lo hanno sostenuto per le Regionali. O i deputati Paolo Pulciani ed Aldo Mattia, la consigliera regionale Alessia Savo come l’assessore ai Servizi Sociali di Frosinone Fabio Tagliaferri. Con più di qualcuno, Antonio Cardillo ha costruito un dialogo e se si è tradotto in consenso lo dirtanno nelle prossime ore le urne. (Leggi qui: Chi vince e chi perde nel Congresso FdI che incorona Ruspandini. E qui “Togliete Andreotti dai vostri sogni: è ora di agire”)

Sul filo delle percentuali

La civica di Luigi Vacana finora ha sempre centrato un seggio da quando è stata riformata la Provincia. E stata determinante negli equilibri che hanno poi definito l’assegnazione del seggio da attribuire con i resti. Qui l’outsider è il medico Armando Papetti che porta in dote i voti della Lista Marzi nel Comune di Frosinone: sono strategici per il raggiungimento del quorum con cui poi ripartire i seggi.

Molto meno definita di quanto si creda la situazione in casa del Partito Democratico. La creazione di una lista da Campo Largo ha avuto il vantaggio di scommettere sul quorum ma ha rimesso in gioco tutti gli equilibri. Al punto che qui le certezze sono solo due e gli outsider sono tutti gli altri. Chi ha un certo margine di tranquillità sono il capogruppo uscente Enrico Pittiglio (Pensare Democratico) e la consigliera Antonella Di Pucchio (sulla quale concentrerà il voto l’ex presidente Antonio Pompeo). Poi nessuno ha certezza.

Il capogruppo Pd di Cassino Gino Ranaldi ha a disposizione 16 dei voti ponderati di Cassino che da soli quasi bastano a blindarne l’elezione. Resta da capire dove andranno quelli della presidente d’Aula Barbara Di Rollo e del consigliere Luca Fardelli che in questi anni non sono stati in sintonia con il sindaco. In lista questa volta c’è Luigi Vittori di Ferentino che è stato determinante per l’elezione del presidente in carica Luca Di Stefano (sindaco di Sora) un anno fa e conosce benissimo le alchimie del voto ponderato. Il quale non può scaricare il consigliere Alessandro Mosticone perché significherebbe rimanere senza un rappresentante di Sora in Aula.

Ma il patto con Renziani e Calendiani ha portato in lista anche Adamo Pantano, sindaco di Posta Fibreno uscito dal Pd e passato con Italia Viva dove ora è Segretario provinciale. Su di lui farà convergere i voti il sindaco di isola del Liri Massimiliano Quadrini che spesso è stato determinante.

È per questo che sono tutti outsider. E l’abilità starà nel calibrare il voto di preferenza, evitando di esagerare su un solo nome togliendo ad uno della propria area la possibilità di entrare insieme.

La partita di Quadrini

Il presidente d’Aula Gianluca Quadrini due anni fa affrontò le elezioni stando dentro la lista della Lega. Che gli portò il quorum mentre lui portò in dote una montagna di preferenze personali prese soprattutto nei piccoli centri. Ora che è rientrato in Forza Italia si gioca due assi, consapevole che la prima differenza la fa la lista.

La volta scorsa non ci furono eletti, ora se si combinano i risultati Quadrini può centrare il secondo seggio. Che si contendono due outsider. Maurizio Scaccia è tornato dopo 5 anni di assenza in Consiglio Comunale a Frosinone ed è andato a caccia dei voti con cui dimostrare il proprio peso. Consapevole del fatto che ogni appoggio dal capoluogo rappresenta uno sbilanciamento degli altri assetti in una maggioranza spesso rumorosa ed attraversata dal mal di pancia.

C’è poi il peso dei voti Udc che porterà Rossana Carnevale già consigliere eletta nelle file di FdI e che ha sfiorato due volte l’elezione al primo turno, rientrando sempre a surroga di chi era stato eletto in prima battuta.