Fca, Cassino in solidarietà. Ma è il male minore

I lavoratori dello stabilimento Fca Cassino Plant vanno in Solidarietà. Non è un preavviso di chiusura. Ma la soluzione più indolore. Via Giulietta saltano un mucchio di posti. Si lavora solo su un turno. Da gennaio. O forse da aprile

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

La decisione era nell’aria e l’azienda, alla fine, ha dato ascolto ai sindacati che con forza l’avevano caldeggiata. A Cassino Plant il nuovo anno si aprirà con i Contratti di solidarietà, perché l’uscita di scena di Giulietta non sarebbe stata indolore e per il periodo da qui all’arrivo del Maserati Grecale un cuscinetto per attutire serviva. Allora il management Fca ha messo sul tavolo le due ipotesi: la scelta era tra cassa integrazione straordinaria o Contratti di Ssolidarietà.

I sindacati hanno allora spinto per l’applicazione di questa tipologia di ammortizzatore sociale, definito una misura più equa nella rotazione dei lavoratori. Perché? Fornisce più garanzie individuali. In questo modo ci sono paletti che non possono essere superati, con una suddivisione democratica delle fermate. La riduzione oraria infatti può andare da un minimo del 30% fino ad un massimo del 70 e questo deve essere uguale per tutti

Da gennaio. O forse aprile

La linea Giulietta

La misura partirà dal 1 gennaio – anche se si pensa che tra residui di cassa ed altre fermate con tutta probabilità avrà inizio il 13 – e coinvolgerà 3000 lavoratori. Questo cosa significa: saranno 1600 gli operai sulle linee e 1400 (il 40% della forza lavoro) che si fermeranno settimanalmente. Un numero alto, molto alto, tanto che si pensa che non sarà quasi mai così e che realmente i lavoratori che si fermeranno saranno circa 600. Fca però ha voluto mantenersi larga, perché il mercato non lo puoi prevedere e con due soli modelli, uniti ai chiari di luna attuali, sono possibili ulteriori fermate.

A partire dall’avvio della misura lo stabilimento lavorerà su un solo turno: 6-14, quindi non ci saranno il turno pomeridiano e né quello notturno. Gli operai verranno chiamati in maniera individuale ed i numeri, come abbiamo visto sopra, potranno variare in base alle esigenze del momento. Di certo più di 1400 persone a casa non dovrebbero mai esserci.

Il tutto in attesa del decreto che con tutta probabilità estenderà la cassa Covid per altre dodici settimane: in questo caso i contratti di solidarietà slitterebbero di almeno tre mesi, partendo da aprile.

Poca differenza in busta

Fca Cassino Plant, operai all’ingresso in stabilimento

A livello economico cosa cambierà? Praticamente nulla rispetto alla cassa, dicono dal sindacato. Quando ci si aspetta che si possa tornare alla normalità? Non è dato saperlo. La situazione, affermano i sindacati, verrà monitorata mese per mese, ma la speranza è che qualcosa possa cambiare a partire dal ritorno dalle ferie estive.

Il primo giorno di lavoro sulle linee di Maserati Grecale, il cosiddetto “Job One“, ci sarà ad ottobre, ma già da qualche settimana prima si inizieranno ad allestire le linee.

Su una cosa però bisogna essere chiari: non sarà un’auto da chissà quali volumi, quindi non ci si potrà aspettare un aumento ad alti livelli della produzione. Ci sarà un modello in più, certo, ma essendo un’auto che come minimo avrà un prezzo superiore a 50 mila euro, i pezzi prodotti non saranno a livello della Giulietta dei bei tempi.

Ciao Fca, aspettando Stellantis

Le speranze sono tutte riposte nelle scelte della nuova azienda che dal 5 gennaio guiderà Cassino Plant: Stellantis. (Leggi qui Fca Cassino, addio a 900 lavoratori: produzione al 10%).

Da più parti è certo che l’azienda che nascerà dalla fusione tra Fca e Psa punterà forte su marchi premium come Alfa e Maserati e, di conseguenza, anche sugli stabilimenti che possono fregiarsi di produrre quei marchi. Anche qui però stiamo parlando di ipotesi che dovranno essere confortate da un piano industriale.

Per giunta di una società della quale, ad oggi, sappiamo davvero poco o nulla.