Due Pec per riunire il consiglio e logorare il sindaco

Due Pec per convocare il Consiglio Comunale straordinario. Fissato al 25 novembre. Per mettere in crisi la maggioranza del sindaco Paola Villa. Lo hanno richiesto tutti i consiglieri di opposizione: chiaro segnale politico, il coordinamento funziona. Intanto, parte il sabotaggio delle Commissioni.

Il patto contro il sindaco c’è: centrosinistra e centrodestra hanno raggiunto una sintesi. Uniti da un solo obiettivo: ridurre politicamente in un angolo la maggioranza civica che sostiene il sindaco di Formia Paola Villa.

Sono bastati due incontri, conditi da alcune strategiche assenze e le immancabili esternazioni verbali e telefoniche, per cementare definitivamente l’opposizione di centrodestra con il Partito Democratico in un coordinamento la cui nascita era inimmaginabile all’indomani del voto amministrativo del giugno 2018. (leggi qui la seconda riunione: Un patto tra le opposizioni per sfrattare il sindaco e leggi qui la prima Il sindaco ricompatta le opposizioni: vertice per cacciarla).

Due Pec per il Consiglio

Pasquale Di Gabriele, presidente del Consiglio Comunale di Formia

È così che giovedì notte sono partite due Pec. Destinatari, il presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele, il sindaco Paola Villa ed il segretario generale del comune di Formia Alessandro Izzi per chiedere la convocazione di due distinti consigli comunali straordinari. La convocazione è stata chiesta ai sensi del secondo comma dell’articolo 39 del Testo Unico sugli Enti Locali e di conseguenza dallo Statuto del comune: bastavano 5 firme, ne sono state messe 9.

È un chiaro segnale politico. Per due ordini di motivi. Il primo è di natura numerica: a sottoscrivere l’istanza è stata l’intera opposizione formiana. Il primo a farlo – e ci teneva per diverse ragioni – è stato il capogruppo consiliare del Partito Democratico Claudio Marcianoorgoglioso quanto basta”. Ha voluto che la firma del Pd precedesse quelle della Lega salviniana (Antonio Di Rocco e Nicola Riccardelli), di Forza Italia (Eleonora Zangrillo, Tania Forte, Gianluca Taddeo e…) Pasquale Cardillo Cupo; presente anche la firma dell’esponente di “Formia ConTe”, l’ex sottosegretario berlusconiano Gianfranco Conte e dell’Udc Erasmo Picano.

L’aspetto sostanziale è ancor più evidente. Questo neonato coordinamento ha capito che per assestare con successo la “spallata” alla prima amministrazione civica che governa il comune più importante del Golfo sia necessario fare uscire allo scoperto la balbettante maggioranza. Sfidandola in mare aperto sui problemi che attanagliano la città e fanno presa sull’elettorato.

L’anello debole di Paola

Il capogruppo Pd Claudio Marciano

Le due richieste di Consiglio monotematiche, insomma, sono proiettate a mettere in evidenza le incertezze e le divisioni esistenti all’interno della coalizione che sostiene il primo sindaco donna di Formia.

Soprattutto su un argomento nei confronti del quale la maggioranza è caduta ben presto in disgrazia. Nel 2017 l’allora amministrazione di centrosinistra ottenne dal Ministero dell’Istruzione, grazie ai buoni uffici della Regione, un importante finanziamento di dieci milioni di euro per riqualificare e mettere in sicurezza le scuole. In particolare una delle realtà scolastiche più prestigiose della città l’istituto comprensivo “Vitruvio Pollione” e la palestra della dirimpettaia scuola elementare “Edmondo De Amicis”. Il finanziamento – secondo la dirigente della scuola destinataria del contributo, la professoressa Annunziata Marciano (che è la datrice di lavoro del sindaco di Formia e professoressa Paola Villa) – parla chiaro: abbattimento e ricostruzione “in loco” del plesso.

Il sindaco e diverse componenti della sua maggioranza, prima di effettuare un parziale dietro front, non avevano escluso di delocalizzare la scuola nella frazione collinare di Maranola beneficiando di una particella di terreno comunale.

La scorsa estate, nonostante il periodo feriale, è mancato poco che scoppiasse a Formia una rivolta popolare. Morale della favola: la maggioranza ufficialmente non ha una soluzione ubicativa da far approvare in consiglio. E il tempo non si sta rivelando un fedele alleato della politica. Se l’intero iter tecnico-amministrativo (compresa l’indizione della relativa gara d’appalto a livello comunitario) non sarà concluso nei primi mesi del 2020, il comune di Formia sarà costretto a restituire quei 10 milioni di euro finanziati da una legge a favore dell’edilizia scolastica.

Da qui la richiesta di convocazione del consiglio comunale che campeggia nella prima Pec arrivata a mezzanotte l’altra sera al comune di Formia: “definire una linea di indirizzo chiara sulla destinazione delle risorse e di mettere al corrente la cittadinanza sulle procedure finora adottate dalla Giunta Comunale”.

I conti ed il dissesto

Il sindaco di Formia, Paola Villa

La seconda richiesta del coordinamento di riunire il consiglio è politicamente (e non solo) più accattivante: fare il punto sulla gestione del recupero crediti da parte del Comune. Sia relativamente alle attività di riscossione dei crediti accertati, sia del recupero evasione: “La preoccupazione degli scriventi è che le entrate previste dal bilancio di previsione corrente non si stiano realizzando e che tale situazione potrebbe compromettere la stabilità economica e finanziaria dell’Ente”.

Insomma l’amministrazione Villa ha esperito tutte le procedure per mettere a posto i conti del Comune o c’è il rischio di pre-dissesto? È l’interrogativo che le minoranze di centro destra e del Pd porranno alla maggioranza consiliare in occasione del consiglio comunale  che il presidente d’aula Pasquale Di Gabriele, facendo fatica a celare il proprio imbarazzo personale e politico, ha dovuto convocare per lunedì 25 novembre.

In effetti, richieste di convocazioni alla mano, dovevano essere due i Consigli Comunali da tenersi. Ma nella conferenza dei capigruppo  di venerdì le minoranze, in maniera scaltra hanno accettato di riunire i due argomenti in un’unica seduta. Con l’obiettivo – chiaro ed evidente – di speculare sugli attuali limiti della maggioranza…

Pasquale lo stratega

Sarà onere ora del presidente Pasquale Di Gabriele, il più stratega della maggioranza consiliare,  raggiungere una sintesi nella sua coalizione di fronte a queste “bombe intelligenti” sganciate dalla minoranza. 

I presupposti non sono dei migliori. Lo ha rivelato il capogruppo Dem Claudio Marciano: ha ricevuto una telefonata da parte dell’avvocato Di Gabriele. Che gli diceva “Allora, Cla’, se la mettete su questo piano, le proposte di delibera le dovete scrivere voi dell’opposizione”.

Il Consiglio Comunale di Formia

Controreplica: “Nell’interesse di Formia – ha risposto il capogruppo del Pd – sarà importante che veniate in consiglio e dimostriate di aver studiato…”.

Il centrodestra ed il Pd, insomma, hanno deciso di attuare la tattica del muro contro muro puntando a fare emergere le divergenze esistenti in maggioranza.

In conferenza dei capigruppo le minoranze hanno chiesto ed ottenuto che il prossimo Consiglio approvi una delibera per ricostituire, senza alcun gettone di presenza per i rispettivi componenti, una commissione consiliare speciale sulla Sanità. Nelle campagne elettorali che contano si è sempre rivelato un roboante megafono su una tematica molto sensibile…

Il sabotaggio delle Commissioni

Il  consiglio straordinario del 25 novembre si rivelerà dunque un probante test per le varie anime della maggioranza. Una delle quali, “Formia città in comune” nelle settimane scorse è stata protagonista di un’autentica “transumanza” a favore di un’altra lista civica interna “L’altra città”.

Dopo aver preso atto che l’annunciato rimpasto di Giunta non è una cosa realizzabile in poche ore, i consiglieri nuovi arrivati hanno cominciato a sabotare le sedute delle Commissioni Consiliari. L’ultima in cui stava per mancare il numero legale è stata la commissione turismo, convocata per approntare la programmazione Natalizia. (leggi qui Il sindaco annuncia: “Faremo il rimpasto. Gli assessori li nomino io”)

Il palazzo municipale di Formia

La seduta si è regolarmente svolta grazie al solito “spirito di responsabilità” dei consiglieri Riccardelli (Lega) e Zangrillo (Forza Italia), ai quali non interessava capire per quale tipo di luminaria non dorme di notte l’assessore al turismo Kristian Franzini. Ma puntavano a raccogliere l’insofferenza del consigliere di maggioranza Giovanni Costa: “Rimanendo, ci avete fatto saltare il banco”.

In questo clima di guerra civile il coordinamento delle opposizioni spera di incassare questa cambiale politica che, traducendo, è la concretizzazione di una clamorosa mozione di  sfiducia. Sul piano numerico ai 9 voti del Pd e del centro destra potrebbero essere sufficienti i tre della lista di maggioranza “Ripartiamo con voi”. Staccare subito la spina potrebbe essere rischioso ma uscire dalla maggioranza e garantire, in una prima fase, l’appoggio esterno è far partire i titoli di coda…