L’avversario che Mitrano deve temere è… Mitrano

Con "Gaeta comunità di valore" l'ex numero due del sindaco Sabina Mitrano scende in campo e punta al voto del 2022. Lo fa blandendo l'associazionismo e l'ala del Pd che non è in endorsement con l'amministrazione.

Mitrano dopo Mitrano. Gli elettori di Gaeta, sulla scheda delle Comunali 2022 per l’elezione del sindaco troveranno stampato il cognome Mitrano. Ma non è quello dell’attuale primo cittadino Cosimino. Lui, pur volendo non potrà candidarsi: ha raggiunto il limite dei due mandati. Il cognome è quello di una professoressa di storia, latino e greco che del sindaco eletto nel 2012 doveva essere l’erede naturale. Ma la politica, come la vita, è sempre contrassegnata da imprevisti. E le strade dei due Mitrano si sono divise. Ma in politica, come nella vita, certe passioni fanno giri immensi e poi ritornano: Sabina Mitrano, 42 anni, ha dovuto prenderne atto: la passione per la politica e l’amministrazione non sono andate via. Così, dopo mesi di gestazione ha dato vita ad un movimento: “Gaeta, comunità di valore”. L’anno prossimo diventerà un simbolo civico per contrastare la continuità dell’amministrazione Mitrano.

Mitrano, una dei nostri

Sabina Mitrano l’ha frequentata per diverso tempo quella maggioranza di centrodestra. Era la primavera del 2012 e Cosimino Mitrano aveva appena vinto le elezioni contro l’uscente Anthony Raimondi.

Anthony Raimondi

Sabina Mitrano orbitava attorno alla lista civica del suo omonimo. I due si erano conosciuti l’anno prima. Cioè quando Cosimino, grazie ad una nomina dell’allora presidente della Regione Lazio Renata Polverini, guidava, in qualità di commissario straordinario, l’ente parco Riviera di Ulisse. Sarebbe stato – com’è avvenuto – l’ideale trampolino di lancio per conquistare il palazzo municipale di piazza XIX Maggio.

«Appassionata della bellezza di Gaeta» Mitrano (Sabina) venne invitata da Mitrano (Cosimino) a redigere – «gratuitamente» – un progetto per il recupero storico del mausoleo intitolato al console Munazio Planco. Mausoleo che sovrasta il parco urbano di Monte Orlando e dunque di competenza dell’ente parco Riviera di Ulisse.

“Sabì ciao, ti devo parlà”

Si arriva al 2012 e Mitrano (Cosimino) vince le elezioni comunali di Gaeta . Nomina suo “vice” con delega alla portualità un manager di Gaeta dipendente di una società armatrice di Napoli, Giovambattista Balletta. Quando a Gaeta nel novembre 2012 erano aperti ancora gli ombrelloni sulla spiaggia di Serapo, Sabina Mitrano ricevette una telefonata: «Sabì, ciao, sono Cosimino. Quando puoi vieni in Comune che ti devo parlà». (Leggi anche L’Europa può attendere, la Pisana no: cosa c’è nel futuro di Cosimino Mitrano).

La professoressa non avrebbe mai immaginato il tenore della richiesta del sindaco di Gaeta. «Vuoi diventare vice sindaco ed assessora alla Cultura? – chiese Mitrano – Giovanbattista ha problemi di lavoro e non può garantire un suo impegno continuo». Erano trascorsi cinque mesi dalle elezioni amministrative.

Cosmo Mitrano

Quella di Mitrano – secondo Balletta, all’epoca dirigente di punta del Pdl ma proveniente da An – fu una bugia. Il vice sindaco, rimase questo un episodio mai del tutto chiarito, sarebbe stato “cacciato” da Cosimino. Sabina Mitrano accettò «con entusiasmo» la proposta del sindaco. Cominciò a lavorare in campo culturale e promozionale ma «mi sentivo osservata, quasi temuta. Come se non potessi rimanere al mio posto».

Le brutte sensazioni di Mitrano

In effetti un mezzo incidente di percorso ci sarebbe stato. La Giunta Mitrano deliberò il reintegro del potente dirigente del comune di Gaeta, Antonio Buttaro. Era stato il presidente della Commissione di concorso che il giovane Cosimino aveva vinto quale caposezione al Comune di Gaeta subito dopo il Master e la laurea. Antonio Buttaro era stato “messo alla porta”: sospeso per una serie di irregolarità contabili sollevate dall’ex sindaco Raimondi. Non rilevate dal suo successore che per questo lo reintegrò approvando la delibera numero 300 del 28 novembre 2012.

Quella delibera finì al centro di un’inchiesta. Durata 7 anni. Conclusa con la piena assoluzione della giunta Mitrano 1: non commise alcuna violazione, non procurò danni alle casse cittadine. Lo ha stabilito nel 2019 la Procura regionale della Corte dei Conti.

Nel mentre però nel novembre 2014 «Il sindaco chiese, senza una ragione, le mie dimissioni. Fui sollevata dai miei incarichi. Me lo aspettavo. Non immaginavo che a sostituirmi fosse Francesca Lucreziano che non aveva sostenuto in campagna elettorale la lista Mitrano. Così come non mossero un dito i consiglieri comunali in carica per quella formazione, Gennaro Dies e Mauro Fortunato. Me ne sono fatta una ragione».

La sponda con i Dem ‘duri’

I buoni rapporti con l’associazionismo culturale e del volontariato di Gaeta non bastano per rendere “Gaeta comunità di valore” appetibile e vincente sul piano elettorale. L’obiettivo è chiaro: trasformare questo movimento in un incubatore del centro sinistra. Contatti sono stati avviati con quanto resta della minoranza consiliare.

Emiliano Scinicariello

Ad esempio con il consigliere Emiliano Scinicariello, ma anche con esponenti del centro sinistra. Uno su tutti: l’ex presidente del consiglio Lino Magliuzzi. Sono uomini che hanno sempre osteggiato «la deriva del Partito. (con un palese riferimento all’attuale presidente d’aula Pina Rosato) Deriva verso le posizioni egemoniche di Forza Italia e del sindaco di Gaeta». In pratica: il Partito è all’opposizione ma una delle sue esponenti di punta è diventata presidente d’Aula

«Persone, gruppi e associazioni del territorio vogliono proporre una nuova visione della città di Gaeta e del modo di fare politica» ha osservato Mitrano (Sabina)».

«Fare politica – conclude la professoressa Mitrano – non significa scontrarsi, aggredirsi, opporsi. “Fare politica” significa proporre, costruire, unire. Per questo motivo, alla sfida che il presente ci pone davanti è necessario rispondere con le armi della competenza, della sostenibilità e del rispetto».

Mica poco.