Siluro di Gori a Zingaretti, che a questo punto preferirebbe elezioni anticipate

FOTO © SERGIO OLIVERIO / IMAGOECONOMICA

Il sindaco di Bergamo (che guarda a Base Riformista) invoca un cambio di leadership al Nazareno. Il segretario, però, sta pensando seriamente a consultazioni anticipate, perché sarebbe lui a fare le liste. E in questo modo avrebbe il controllo dei gruppi parlamentari.

È stato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ad aprire il caso: serve una nuova leadership al Nazareno. Vale a dire che c’è bisogno di una stagione congressuale che porti all’elezione di un segretario diverso da Nicola Zingaretti alla guida del Partito Democratico.

Giorgio Gori guarda a Base Riformista di Luca Lotti, Lorenzo Guerini e Andrea Marcucci, i quali naturalmente si sono affrettati a dire che in realtà il Pd un segretario legittimato ce l’ha già. Fra l’altro Zingaretti è in carica da appena quindici mesi come leader Democrat. Il gioco delle parti è un elemento essenziale in politica e Base Riformista lo ha fatto bene.

DARIO FRANCESCHINI AGLI STATI GENERALI © FILIPPO ATTILI / IMAGOECONOMICA

Non è un gioco delle parti, invece, la difesa di Zingaretti da parte del ministro Dario Franceschini, capo della delegazione del Partito nel Governo e numero uno di AreaDem. Franceschini si rende conto che una nuova stagione congressuale in questo momento non verrebbe capita da nessuno, men che meno dagli elettori. E poi il ministro si sta giocando una sua partita, che potrebbe perfino essere quella di una corsa al Colle per il dopo Mattarella. Nelle stesse ore Matteo Renzi ricordava come per quanto riguarda l’elezione del nuovo presidente della Repubblica “manca un regista”. Segno che l’argomento è già di attualità. Da ultimo va sottolineato come l’attacco interno a Zingaretti arrivi nelle stesse ore dell’attacco esterno, da parte del leader della Lega Matteo Salvini nel Lazio, la Regione dove Zingaretti è presidente. (leggi qui Salvini lancia la sfida per Roma e Regione: “Incapaci, vado in procura”).

In realtà il Segretario del Pd non ci pensa proprio a mollare e sarà lui a fare le liste quando si tornerà alle urne per politiche e regionali nel Lazio. Giorgio Gori ha perfino aggiunto che occorrerebbe un amministratore locale alla guida del Partito. In molti hanno pensato a Stefano Bonaccini. Ma tra i fedelissimi di Nicola Zingaretti la battuta è stata inevitabile: “E perché, Nicola non è un amministratore locale esattamente come Bonaccini?”.

NICOLA ZINGARETTI. FOTO © CARLO LANNUTTI / IMAGOECONOMICA

In realtà il problema del Pd, fotografato da tutti i sondaggi, è quello di una mancata crescita. Dovuta anche all’eccessivo senso di responsabilità nella difesa del Governo di Giuseppe Conte. Zingaretti non è affatto contento di come stanno andando le cose e dei comportamenti del premier. Lascia filtrare continui momenti di “insoddisfazione”. Però non strappa. Non adesso.

Chi lo conosce bene, però, è pronto a giurare che Nicola Zingaretti non teme eventuali elezioni anticipate, con le quali un risultato minimo lo centrerebbe: avere gruppi parlamentari che rispondono nella stragrande maggioranza a lui. Quelli di questa legislatura sono andati in parte con Matteo Renzi (segretario la volta scorsa). Nel Pd, invece, la maggioranza dei gruppi fa riferimento a Dario Franceschini. E poi c’è Base Riformista, quelli che stavano con Renzi. Nicola Zingaretti ci sta pensando sul serio. Alle elezioni anticipate.