Giulia addio, potrebbe smettere di rombare prima di papà Giorgio

La piattaforma modulare per costruire l'auto del sogno irrealizzato potrebbe avere vita più lunga del sogno stesso. Perché Stellantis ora cerca il modulare adattabile fra i marchi. E Piedimonte potrebbe diventare sede del nuovo trend produttivo.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Si dice che il dolore più grande per un genitore sia quello di sopravvivere al proprio figlio. Chissà se questo vale anche per l’automotive. Sì, perché Giorgio, la piattaforma modulare su cui è stata costruita Giulia, potrebbe avere la vita prolungata, al contrario della sua secondogenita, la berlina Alfa Romeo che ha visto i natali ai piedi dell’Abbazia nei capannoni FCA di Piedimonte San Germano. Ma andiamo per gradi. 

Intanto, per i non addetti ai lavoro: in Automotive le piattaforme sono quello che negli anni Settanta e Ottanta erano i pianali: una base sulla quale poi costruire il prodotto. Con una differenza: sul pianale si poteva costruire un solo modello di auto. Le piattaforme come Giorgio invece sono come i mattoncini Lego con i quali si possono comporre più modelli, anche molto diversi tra loro: Giulia e Stelvio sono vetture apparentemente molto differenti tra loro ma tutte nascono dalla base Giorgio.

LA PIATTAFORMA GIORGIO

La piattaforma Giorgio, con la fusione tra FCA e PSA sembrava destinata a finire il suo ciclo di vita. Troppo rigida rispetto alla filosofia del nuovo gruppo, quello che dovrà fare delle sinergie la sua ragion d’esistere. (leggi qui Fca saluta Giorgio, la ‘base’ su cui nascono Giulia e Stelvio). Il futuro di Stellantis sarà così in grandi linee: poche piattaforme modulari, tutte interscambiabili tra i due marchi. È il modo migliore per lanciare la sfida al mercato dell’auto e mantenere aperti tutti gli stabilimenti nel mondo. 

Piedimonte in controtendenza

E se qualcuno pensava che Giorgio fosse il primo sacrificio da fare dovrà ricredersi. Piedimonte e le tecnologie che si trovano nella fabbrica cassinate, infatti, potrebbero andare in controtendenza rispetto al resto del gruppo. Questo perché se quasi tutte le piattaforme Stellantis saranno di produzione PSA, adattate poi all’interno degli stabilimenti FCA, la Giorgio su cui sono nate Giulia e Stelvio pare che potrebbe essere utilizzata anche da altri prodotti non dei marchi italiani.

Secondo indiscrezioni dell’ambiente infatti il pianale che ha visto la luce a Cassino potrebbe avere una seconda vita, risultando utilizzabile anche in altre fabbriche diverse da Cassino Plant.

LA PIATTAFORMA GIORGIO

Per Giorgio infatti si vocifera di una versione “Evo”, come a dire un aggiornamento di quel che finora è stato. La base di partenza dei modelli di punta Alfa, e dal prossimo anno del Maserati D-SUV, è stata sfruttata poco ma potrebbe essere un elemento centrale per i modelli di fascia alta di Stellantis. Anche i brand di PSA – basti pensare ad esempio a DS – potrebbero utilizzare la Giorgio per realizzare SUV e berline di segmenti più elevati. Una suggestione per ora, ma anche una possibilità di sviluppo di un progetto che nell’idea iniziale doveva portare a numeri ben più alti.

Due cavalli che non hanno tirato

E quei numeri dovevano essere trainati da quei due cavalli di nome Stelvio e Giulia, che però – specie la berlina – non hanno tirato come ci si aspettava.

L’amore più grande di Sergio Marchionne, la testa di ponte che doveva riportare Alfa in mercati ormai dimenticati dal marchio del biscione ha toppato. E solo l’arrivo di Stelvio ha tenuto a galla (manco troppo) il marchio milanese.

E quando si parla di auto l’amore e la passione contano sì, specie se declinate col verbo di Alfa Romeo, ma ciò che decide le sorti di un modello sono i dati di vendita. Quei numeri per la berlina sono impietosi.

Sergio Marchionne

Alle scarse vendite va aggiunto anche il trend del mercato mondiale. Le berline perdono giorno dopo giorno quota ai danni di Suv e Crossover e secondo gli analisti la forbice è destinata ad allargarsi in maniera inesorabile. Pertanto l’aggiornamento di metà carriera arriverà senza dubbio. Tuttavia pensare ad una nuova Giulia è davvero come immaginare che Sarri possa avere un futuro sulla panchina della Juventus.

Comunicazioni ufficiali, per ora, non ce ne sono, ma è evidente che qualora dovesse accadere che nel prossimo piano non appaia Giulia nessuno rimarrà a bocca aperta.

New entrys ai piedi dell’abazia

Di contro è una piacevole sorpresa la possibilità di una vita più lunga per Giorgio. Se Stellantis punterà tantissimo sulla modularità delle sue soluzioni tecnologiche. E se la piattaforma nella fabbrica di Cassino rimarrà in auge, significa che ai piedi dell’Abbazia potrebbero essere realizzate anche altre vetture oltre a quelle già in programma. Anche perché i pianali saranno in ogni caso pochi e verranno sfruttati al massimo da più marchi contemporaneamente.

Anche la gamma di motorizzazioni seguirà il principio della condivisione con l’obiettivo di sfruttare al massimo le sinergie derivanti dalla fusione. Ma per parlare di modelli e strategie ce ne sarà di tempo, ci vorrà almeno un anno e mezzo prima che Stellantis presenti il proprio piano industriale. Per adesso, a Cassino, si va avanti con Stelvio e Giulia (ma forse, per quanto già detto, ancora per poco).

L’unica certezza per il futuro si chiama Maserati D-Suv. Per gli amici Levantino.