Il grande intrigo per impedire la candidatura di Sara Petrucci

A Frosinone stava per nascere una quarta Lega. Accanto a quella di Ottaviani, Zicchieri - Fagiolo, Fabio Forte. Le manovre per aggregare gli ex PdL. Nel nome dell'ex consigliere di Arce

Ascanio Anicio

Esperto di tutti i mondi che stanno a Destra

Matteo Salvini sostiene che la Lega sia una sola e che non ci sia spazio per le correnti. Non ha idea della situazione a Frosinone: esistono tre Leghe. E cioè quella del sindaco Nicola Ottaviani, quella del coordinatore cittadino Mimmo Fagiolo intimamente legato al Regionale Francesco Zicchieri, e quella del separato in casa Fabio Forte. È vero pure che, in virtù del rinnovo del Parlamento Europeo, ne stava per nascere una quarta.

Questa operazione – che chiameremo “Lega 4” – doveva passare per la candidatura a Bruxelles di Sara Petrucci. La voce è rimbalzata pure su qualche quotidiano nazionale: ne ha accennatop Il Messaggero. I colleghi non hanno tirato a caso. L’ex consigliera comunale di Arce doveva essere candidata per Bruxelles e non avrebbe corso da sola: avrebbe dovuto rappresentare, tra le tante, pure quell’area di ex An che, dalla fine del Popolo della Libertà in poi, non ha trovato pace.

Si tratta in larga parte dell’ala rimasta senza riferimento politico con la repentina uscita di scena imposta dalle cronache giudiziarie all’ex capogruppo regionale del PdL Franco Fiorito.

Le adesioni al Carroccio erano già pronte. Sarebbero saliti sul carro a decine tra consiglieri comunali e amministratori di varie zone della provincia di Frosinone. Da Anagni a Fiuggi, passando per il Cassinate e la Valcomino. A salire sarebbero stati quelli che dal PdL non avevano voluto seguire il traghettamento in Fratelli d’Italia affidato all’allora coordinatore provinciale Antonio Salvati. Nell’elenco c’erano anche alcuni che in queste ore sono passati da Forza Italia a Fdi.

L’obiettivo era quello di portare la Lega 4 in posizione eleggibile. E di mettere in discussione – una volta raggiunto quel risultato – l’apparato dirigente del coordinamento provinciale.

Chi proviene dalla destra italiana conosce le dinamiche congressuali e pensa, magari, che valgano ancora per la politica odierna. Alla Lega di Matteo Salvini tutta questa dialettica sembra non piacere troppo. Il dirigismo – quello sì – è un canovaccio sponsorizzato per la Lega del centro – sud.

Pare fosse pronto pure il comunicato di qualcuno, molto grosso, che non è contento di come le cose vanno o sono andate in Forza Italia e/o in Fratelli d’Italia. Qualcuno che magari, alle scorse provinciali, ha creato una lista autonoma. Poi però una parte della Lega non ha voluto assecondare il tutto. 

Partiamo col dire che il posto in elenco riservato a Sara Petrucci non è saltato per via di Maria Veronica Rossi, che è una dei pochi esponenti ciociari a poter chiedere le preferenze agli elettori della sua stessa zona di residenza.

I giochi per la candidatura della Lega a Frosinone sono stati fatti a Roma e a spuntarla, in fin dei conti, è stato il consigliere regionale Daniele Giannini: l’unico che, tramite candidatura di Simona Baldassare, sembra poter dire di aver espresso un nominativo “suo”. Non possono dire la stessa cosa i colleghi di Giannini, cioè Laura Corrotti e Orlando Tripodi. Non possono affermare il medesimo assunto neppure Maurizio Politi, che è l’unico consigliere comunale leghista nell’assise di Roma capitale; Fabrizio Santori, che è un ex consigliere regionale, portatore sano – come Politi del resto – di migliaia di preferenze; e Maurizio Gonnelli, che è il responsabile organizzativo della Lega su Roma.

Salvini, dopo aver chiuso la lista, ha riunito tutto il Carroccio romano (leggi qui la ricostruzione di Repubblica). Per preparare la strategia contro Virginia Raggi? Forse, di sicuro perché il fatto che Roma, a parte la corrente di Giannini, non avesse espresso neppure un nome nella lista per le Europee di una Lega proiettata oltre il 30% poteva, e forse ha, lasciato degli strascichi interni.

Ma torniamo a Sara Petrucci. La donna che aveva già fatto parlare di sé per il record di preferenze raggiunte alle elezioni comunali che combaciarono con l’esordio del Popolo della Libertà sarebbe stata sostenuta anche da una parte del Carroccio romano. E qua un abaco non basta più, perché se la somma dei voti ciociari e dei voti romani avesse funzionato, la Petrucci sarebbe stata vicina alla doppia cifra potenziale.

L’elezione a Stasburgo sarebbe stata assicurata così come la creazione della Lega 4, che avrebbe piazzato un colpo colossale a Frosinone, politicamente parlando, ma avrebbe fatto anche un bel botto nella Capitale, spazzando via tanti possibili concorrenti interni e certificando il primato dell’universo degli ex Fdi.

In maniera più specifica, Sara Petrucci sarebbe stata spinta da una componente. Esistono anche delle foto – apparse sui social: ce n’è una con Flavia Cerquoni, che è la prima dei non eletti, per Fdi, alle scorse regionali. Parliamo, anche in questo caso, di molte preferenze potenziali su Roma e provincia. Ce n’è un’altra, con la Petrucci in prima fila, che ascolta un convegno tenuto da Claudio Durigon, Maurizio Politi e altri.  Coloro che sono usciti pochi mesi fa da Fratelli d’Italia parevano sicuri di aver trovato una sponda in Claudio Durigon.

I giochi sembravano fatti. Il sottosegretario – com’è normale che sia – ha aggregato più anime possibili in vista delle Europee, magari distribuendo certezze in grado di tenere tutti buoni, ma alla fine sono spuntati i nomi di Simona Baldassarre e di Maria Veronica Rossi. Chi ha vinto? Il conservatorismo territoriale. Hanno vinto, cioè, il senatore Gianfranco Rufa e l’onorevole Francesca Gerardi, che hanno assillato fino a convincerlo il coordinatore regionale Francesco Zicchieri.

Perché lo hanno fatto? Altrimenti avrebbero dovuto fare i conti con una Sara Petruccion fire” direbbero gli americani.

Il progetto Lega 4, salvo sorprese, sembra essere terminato qui. Rimarranno tutti nel Carroccio: nessuno ha manifestato troppi mal di pancia. Una strana alleanza tra chi non vuole che le logiche romane vengano modificate e chi non vuole che la Lega a Frosinone proceda con una conta interna ha prevalso.

Salvini ci ha rimesso o guadagnato in termini di voti? Questo lo decideranno gli elettori. E Zicchieri? Pare sia stato super partes, ma vedendo la scelta operata su Cassino sembra lecito chiedersi se abbia, anche in questo caso, delegato alla Gerardi. 

A.A.