Il Tar blocca tutto: resta l’Egato e pure Buschini

Il Tar del Lazio ha sospeso la delibera approvata dalla Giunta regionale il 23 giugno corso con cui veniva di fatto soppresso l'egato della provincia di Frosinone. Per ora resta in piedi. E resta pure il presidente Buschini

Il Tar del Lazio ha detto no. Niente soppressione: non per il momento. Resta in piedi l’egato della provincia di Frosinone: l’ente varato a dicembre dello scorso anno dalla Giunta regionale di centrosinistra. Deve centralizzare la raccolta dei rifiuti urbani al posto dei singoli appalti assegnati da ogni Comune.

La Giunta regionale di centrodestra guidata da Francesco Rocca intende rivedere del tutto l’impostazione, partendo proprio dalla cancellazione dell’unico egato finora realizzato nel Lazio.

Il Tar dice no

I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale hanno sospeso la delibera approvata dalla Giunta Rocca il 23 giugno scorso. Con quell’atto veniva soppresso di fatto l’egato della provincia di Frosinone.

Francesco Scalia (Foto © Imagoeconomica)

Ad impugnare la delibera è stato il professor Francesco Scalia per conto del presidente Mauro Buschini. Due le questioni portate all’attenzione del Tar. La prima: la norma che istituisce gli egato dei rifiuti è nazionale e non può essere disattesa dalla Regione Lazio. Invece sia gli assessori della Giunta Rocca e sia i consiglieri della sua maggioranza hanno dichiarato più volte ed in contesti ufficiali che era loro intenzione arrivare ad un azzeramento. (leggi qui: La Regione boccia gli Egato, il Tar dice “Aspettate”).

La seconda questione è il tassello con il quale smontare tutta l’impalcatura del centrosinistra. Il professor Francesco Scalia ha fatto notare che la giunta Rocca aveva annullato la tabella con la ripartizione delle quote societarie tra i 91 Comuni ciociari ritenendo che ci fosse stato un errore; annullando la tabella veniva a cadere l’assemblea costitutiva e l’elezione di presidente e CdA. Scalia allora è andato all’Università di Cassino e si è fatto fare due calcoli dall’ingegner Andrea Bernieri, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria, luminare nel campo delle misure.

Il docente ha messo a confronto la ripartizione delle quote tra i Comuni sulla base del modello usato da centrosinistra di Zingaretti e Leodori, e quella sulla base del modello che secondo il centrodestra di Rocca era quello corretto. C’è differenza tra i due conteggi? Si, c’è differenza. Quanta? Lo 0,03% cioè niente.

Resterebbe tutto uguale

A dicembre l’Assemblea si è regolarmente tenuta: con la presenza di 86 Sindaci su 91 (il 94,51%), rappresentando l’89,64% della popolazione ciociara ed il 92,08% delle quote societarie. L’Assemblea ha quindi eletto presidente dell’Egato Mauro Buschini con il voto favorevole di 63 Comuni su 86 presenti, l’astensione di 22 Comuni e un solo voto contrario.

I 63 Comuni che hanno votato a favore sono rappresentativi del 61,7% delle quote, mentre gli 86 Comuni presenti rappresentano il 92,08 delle quote. Le tabelle elaborate dall’Unicas e prodotte da Scalia in udienza dicono una cosa: anche a voler ammettere che ci sia un errore nella tabella annullata a giugno dalla Giunta Rocca non ha influito sulla costituzione, convocazione e svolgimento dell’Assemblea dell’Egato di Frosinone. Perché lo scostamento è dello 0,03% e non incide.

Da qui la decisione del Tar: intende entrare nel merito e lo farà il prossimo 6 dicembre. Nel frattempo la soppressione è sospesa e l’egato resta in attività.

Il primo segno sui bastioni del centrodestra

Francesco Rocca (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

La decisione adottata oggi dalla V Sezione del Tar del Lazio sul piano politico rappresenta il primo segno inciso dal centrosinistra sulle mura ciclopiche dell’amministrazione di centrodestra di Francesco Rocca.

Perché è una chiara quanto legittima scelta politica quella di rivedere completamente la questione degli egato, arrivare alla loro soppressione, ridimensionarli ad una funzione assegnabile ai presidenti della Provincia. Altrettanto è chiara la risposta del Tar nell’accogliere il ricorso e tenere tutto in piedi almeno fino alla prossima tappa che ci sarà a dicembre. Cioè: ci sono evidenti elementi di fondatezza, sia politica che amministrativa per bocciare l’atto della giunta Rocca.

Paradossale che la prima scheggiatura sui bastioni del centrodestra arrivi da due signori che in consiglio Regionale del Lazio ci sono stati. E non ci siedono più. Il professor Francesco Scalia è stato assessore a Demanio e Personale prima di passare in Senato; Mauro Buschini è stato capogruppo Pd, Presidente del Consiglio Regionale, Coordinatore della maggioranza Zingaretti prima di lasciare la politica proprio per andare a guidare l’Egato.

A dimostrare che gli Egato avevano un fondamento giuridico, normativo ed amministrativo, finora sono stati loro. I primi a registrare un no al centrodestra di Rocca.