La Farmacia passa alla Ambiente ma da febbraio

Il Consiglio Comunale di Sora ha dato il via libera alla trasformazione della farmacia comunale. La gestirà direttamente, tramite la Ambiente. Ma dal primo febbraio.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

La farmacia comunale di Sora passa alla gestione in house. Ma non subito. Tra un mese. La delibera che trasforma l’attuale gestione mista (il Comune con un socio farmacista) non è immediatamente esecutiva. A gestire la farmacia sarà la società municipalizzata Ambiente Surl che oggi si occupa della raccolta dei rifiuti. Lo farà dal primo febbraio 2020. Perché l’Amministrazione del sindaco Roberto De Donatis  ieri non ha avuto i numeri per approvare l’immediata esecutività delle delibere: serviva la maggioranza degli eletti, non era sufficiente la maggioranza dei presenti.

L’immediata esecutività

Il Consiglio Comunale di Sora

Perché è importante l’immediata esecutività? Per tutelare i posti di lavoro nella farmacia. Se c’è ‘continuità’ i posti sono blindati. Senza l’immediata esecutività le delibere approvate ieri non avranno efficacia prima del 3 gennaio 2020. Perché per legge devono essere pubblicate nell’albo pretorio e rimanerci per almeno dieci giorni. Così il Consiglio ha prorogato l’attuale gestione fino al 31 gennaio. E dall’indomani la gestione della Farmacia passerà al Comune.

A far mancare i due voti necessari per far entrare in vigore da subito gli atti del Consiglio sono stati i consiglieri di maggioranza Alessandro Mosticone e Floriana De Donatis. Il primo è arrivato soltanto dopo le 17 e, dopo aver chiesto scusa per il ritardo, senza mai prendere la parola in Assise, ha votato a favore dei punti dal sesto al nono all’ordine del giorno. Il quinto è stato ritirato.

La consigliera De Donatis, invece, è partita ieri per le vacanze di Natale ma la sua contrarietà alla gestione in house della farmacia comunale non l’ha mai nascosta. Chiaro anche il messaggio politico di Mosticone, una netta presa di distanza rispetto alla questione della farmacia, dimostrata con la sua assenza proprio durante la discussione dei punti specifici.

Colpi di spillo

Maria Paola D’Orazio

A far passare l’immediata esecutività non sarebbe bastato nemmeno il voto favorevole della consigliera di minoranza Maria Paola D’Orazio. Al punto che almeno un paio di volte il sindaco Roberto De Donatis ha fatto appello all’opposizione.

Chiara la risposta di Ernesto Tersigni, durante la discussione del terzo punto, in quel momento unico consigliere di minoranza presente in aula. Ha rispedito al mittente l’appello: “Non potete chiedere a me. C’è Maria Paola D’Orazio che fa parte integrante della maggioranza”. È a questo punto che la consigliera D’Orazio ha sbottato e abbandonato l’aula. Perché Tersigni l’ha presa di mira? Sul passaggio alla gestione in house Maria Paola D’Orazio è sempre stata favorevole, in linea con la maggioranza al punto che il percorso amministrativo da seguire ieri l’ha individuato lei insieme ai tecnici dell’Associazione Comuni d’Italia, di cui fa parte.

La consigliera già al secondo punto ha espresso un voto di astensione. Pur sottolineando il proprio impegno e ringraziando i consulenti dell’Anci, ha posto l’accento su quella che ha definito l’irresponsabilità di alcuni esponenti della maggioranza. “Non posso votare con una maggioranza che si è comportata in modo poco maturo. Non si può fare sempre affidamento sulla responsabilità”.

È per questo che l’accusano di essere la stampella politica per il claudicante governo cittadino di Roberto De Donatis. Al punto che Ernesto Tersigni è stato sentito borbottare “Ma perché non va a sedersi direttamente dall’altra parte?”

Tra i due si aprono altri siparietti degni di Sandra e Raimondo nella celebre sit-com. Come nel momento in cui la consigliera chiede di poter parlare stando seduta, contrariamente a quanto prevede il regolamento: si giustifica con il mal di schiena che la sta perseguitando. Borbotta Tersigni: “In piedi non riesce a leggere il foglio, non ci vede”.

Pregiudiziali e sospensive

Il Coniglio Comunale di Sora

Non sono mancati gli attacchi da parte di tutti i consiglieri di minoranza con una serie di “questioni pregiudiziali” e “questioni sospensive”. Un vero e proprio fuoco di fila, un ostruzionismo tecnico. Così intenso che per esaminare i soli primi tre punti sono state necessarie circa cinque ore.

Il consigliere Luca di Stefano accusa il sindaco di aver detto cose non vere. Poi mette il suo zainetto in spalla e nel concludere il suo intervento estrae un foglio e lo mostra alla stampa e al pubblico presente. C’è scritto “La farmacia non è merce di scambio”.

Cosa vuole dire? Luca Di Stefano sostiene che alla base della internalizzazione della farmacia ci sia uno scambio politico tra il sindaco e Fratelli d’Italia. Il Partito avrebbe puntato i piedi minacciando di far cadere l’amministrazione se non fosse passato il punto.

Il presidente Lecce ha espulso dall’Aula Luca Di Stefano ma lui nel frattempo se n’era già andato. “Sapevo che mi avrebbe espulso” commenta poi nel corridoio antistante l’aula consiliare. Se l’ha cercata. Già all’inizio del suo intervento, infatti, era stato richiamato per aver mostrato una foto in cui si ritraevano alcuni esponenti della maggioranza con il sindaco durante l’ultima conferenza stampa tenuta da De Donatis proprio sulla farmacia. Foto sulla quale è stata fatta facile ironia.

Il Consigliere Luca Di Stefano viene allontanato dall’aula

Presente fra il pubblico anche l’avvocato Ezio Tatangelo, presidente del Cda della società “Farmacia comunale srl” e altri membri del Cda ancora in carica.

Approvati in un lampo i restanti punti all’ordine del giorno. Rinviato il quinto. Ma resta aperta una ferita politica nella compagine di governo cittadino che non escluso possa portare a ulteriori ripercussioni.