«La politica ha preso in giro gli operai Stellantis»

Il Segretario nazionale della Fiom a Cassino. Sollecita il ministro Giorgetti. "Il tavolo nazionale sull'Automotive si fa o no?” I problemi di Stellantis a Cassino. La necessità di passare all'elettrico. I costi? "Si abbassano producendo di più o tagliando, noi accettiamo solo la prima soluzione”

Alberto Simone

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Ora Cassino è un caso nazionale. Per lo stabilimento Stellantis ai piedi dell’Abbazia si muovono infatti i leader nazionali dei sindacati. Tutto in un mese: il 14 aprile, alla vigilia dell’incontro con i vertici della casa automobilistica, a sondare il terreno in Ciociaria è venuto Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim-Cisl. Nei giorni scorsi si poi riunito a Piedimonte San Germano il direttivo dell’UGL Metalmeccanici alla presenza del Segretario Nazionale Antonio Spera. Oggi, a varcare i cancelli dello stabilimento pedemontano è stato l’erede di Maurizio Landini: il segretario nazionale della Fiom-Cgil Michele De Palma.

Il futuro dell’Automotive?

Michele De Palma

Michele De Palma sa che a Cassino si gioca una partita centrale sul futuro dell’Automotive nazionale. Con la nascita di Stellantis lo scenario sul quale confrontarsi è sempre meno nazionale e sempre più europeo. Il segnale lo ha mandato in maniera chiara il Ceo Carlos Tavares quando ha visitato Cassino Plant. Ha detto che produrre qui costa troppo: soprattutto per il costo dell’energia e per la fiscalità. Che tradotto significa: in Italia costa ancora troppo la corrente elettrica e ci sono ancora troppe tasse che gravano sulle automobili. È un problema di sistema. (Leggi qui Tavares ed Elkann 7 ore a Cassino: la sfida è Grecale).

Per questo oggi Michele De Palma ha detto che Fiom intende avere al più presto un confronto con il ministro Giancarlo Giorgetti: per sapere quali sono i piani del Governo al fine di garantire il futuro dell’Automotive nazionale. Vuole un confronto «anche sulla base di quanto ci hanno segnalato i lavoratori durante l’incontro di oggi. Il ministro Giorgetti ci deve dire se convoca o no il Tavolo sull’Automotive Italiano. Noi abbiamo la necessità di comprendere se ci sono i fondi del Recovery Plan per trasformare le produzioni che oggi sono nello stabilimento di Cassino. Dobbiamo trasformarle in produzioni di auto elettriche ed ibride. Oggi invece qui abbiamo ancora produzioni con il motore full endotermico».

Per il sindacalista «abbiamo invece bisogno di Grecale con la parte di ibridizzazione e la parte elettrica; serve l’elettrificazione dei modelli Alfa Romeo. I fatti dicono che siamo passati da 5mila a 3.500 lavoratori. Che sono stanchi di stare in cassa integrazione».

Lavoratori Stellantis presi in giro

I lavoratori all’iniziativa Fiom di oggi

Per Michele De Palma «gli operai si sono sentiti prendere in giro in questi anni. La politica aveva promesso l’assunzione di 800 giovani a Cassino Plant. Io c’ero quando i ragazzi precari si presentarono la mattina ai cancelli dello stabilimento ed i loro badge non funzionavano perchè i loro posti non erano stati confermati».

È il momento della concretezza. Il Segretario nazionale della Fiom la reclama e presenta proposte concrete. «Noi proposte ne abbiamo: ad esempio per fare la formazione sull’elettrico possiamo accedere al Fondo Nuove competenze: 250 ore a pieno salario per i lavoratori. Sono corsi che permettono di acquisire le competenze per lavorare sulle linee delle macchine elettriche».

C’è poi l’aspetto chiave, il nervo scoperto: Tavares ha detto che i costi industriali sono alti. De Palma dice «i costi industriali si tagliano aumentando i volumi o tagliando le produzioni che non rendono. Noi siamo solo per la prima soluzione».

Aspettando Grecale

Il problema di oggi è che non ci sono i volumi, indispensabili a spalmare i costi e rendere economicamente conveniente usare l’impianto. A Cassino si producono a malapena 40mila auto all’anno in un impianti in grado di sfornarne tranquillamente oltre centomila

Il Maserati Grecale in prova nel circuito di Cassino Plant

Ad ottobre partirà la produzione in serie di Grecale, il Suv della Maserati. Paradossalmente è proprio questo a preoccupare i sindacati. Il timore è che i soli modelli di lusso, del segmento premium, non siano sufficienti a saturare lo stabilimento e a garantire la piena occupazione. La questione dei volumi: se produco poche macchine ho pochi pezzi sui quali dividere il costo di produzione, la mia macchina allora costerà di più e sarà meno concorrenziale rispetto alle concorrenti.

Nei mesi scorsi il leader della Fim-Cisl Fernando Uliano lo ha detto a chiare lettere: “La situazione dello stabilimento di Cassino è certamente quella più in sofferenza in termini di volumi. I futuri piani industriali di Stellantis dovranno prevedere un forte investimento in nuovi prodotti, per caratterizzare e rafforzare ancor di più questo stabilimento e il gruppo nel settore premium”. Anche a maggio un terzo delle giornate sarà di cassa integrazione: o meglio, di “Cassa Covid”, ovvero gli ammortizzatori sociali messi a disposizione dal Governo in virtù dell’emergenza sanitaria ed economica.

Ma il 30 giugno, insieme allo stop al blocco dei licenziamenti, anche questa misura dovrebbe venir meno. Nessun problema, nell’immediato: c’è la cassa integrazione ordinaria e i contratti di solidarietà che sono stati firmati il 22 dicembre 2020 dai sindacati.

Il fatturato Stellantis però è solido

Il presidio Fiom davanti allo stabilimento

Michele De Palma nei giorni scorsi ha evidenziato: “Stellantis ha registrato nel primo trimestre 2021 un “solido fatturato”, con un’ulteriore distribuzione straordinaria per gli azionisti, mentre per le lavoratrici e i lavoratori dei siti in Italia c’è stato l’aumento della cassa integrazione. È evidente però che i risultati del primo trimestre se paragonati al 2019, vedono un settore in profonda crisi. Dalla ricerca e sviluppo, all’assemblaggio e alla componentistica le lavoratrici e i lavoratori stanno subendo il ricorso agli ammortizzatori sociali su cui chiediamo l’integrazione del salario”.

Parole che fanno il paio con quelle dell’Ugl che nei giorni scorsi con il segretario nazionale Spera, da Piedimonte ha messo in guardia: “Ad oggi non è ancora partito il nuovo piano industriale Stellantis. Cassino è un territorio molto importante che conta 3400 lavoratori diretti ed ha bisogno di un rilancio dello stabilimento dove da anni, chi ci lavora, subisce perdite salariali di rilievo”.