La politica si scanna, Acea resta immobile, i cittadini pagano

Mentre la politica litiga, mette a rischio le alleanze di governo, discute freneticamente senza mai trovare un accordo (leggi qui il precedente e leggi qui gli sviluppi) , l’Acea si limita ad osservare.

Domani è in programma la seduta dell’assemblea dei sindaci per votare quel piano tariffario che è stato affondato dai veti incrociati lo scorso 29 luglio. La società che gestisce il servizio idrico invece il Piano lo ha presentato a tempo debito.

Se i sindaci continuano a non votarlo, l’Aeegsi (Autorità per l’Energia) non avrà altra possibilità che quella di dire sì alla proposta dell’Acea, con un conguaglio di 77 milioni di euro. 
Se i sindaci dovessero decidere per sospendere tariffe e conguaglio, Acea presenterebbe ricorso al Tar e, considerati gli esiti di quelli precedenti, c’è poco da stare allegri (per i cittadini naturalmente): 75 milioni di euro prima e 53 dopo.

In ogni caso il gestore farà le sue mosse, mentre i rappresentanti politici sono impegnati in una battaglia di visibilità esterna e di messaggio che passa. Dire no agli aumenti tariffari (decisi dall’Autorità per l’energia) e contestare i conguagli può giovare in campagna elettorale.

Ma poi arriva il momento dei conti, che guarda caso vengono pagati dalla gente. 
E’ la solita storia.

La vera notizia è che si ripete ogni volta.