La vera partita che si sta giocando dietro il Brt è politica

La riunione di maggioranza, le scintille, le minacce di querele ed i post 'a doppio taglio'. A Frosinone Brt e ciclovie ormai sono un terreno di confronto che rischia di debordare. Come ad Alatri. E come a Cassino. Dove proprio per questo si va verso un commissariamento in FdI. Ma il problema è l'assenza delle sintesi politiche

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Diciamo la verità. Il Brt o Bus Rapid Transit che si intende realizzare a Frosinone non è la metropolitana di Shangai, nella Cina Orientale. Con i suoi 831 chilometri è la più grande del mondo. Tantomeno, la ciclopedonale di via Fontana Unica/Via Puccini nel capoluogo ciociaro è la Trans Canada trail. Cioè la ciclabile che si snoda lungo 22mila chilometri; un coast to coast da primato mondiale che collega tra loro 15mila località canadesi. E passando per laghi, montagne, zone selvagge e caratteristiche cittadine.

Per cui è chiaro che entrambe le iniziative (Brt e piste ciclabili) sono certamente in grado di incidere sulla viabilità cittadina di Frosinone per il futuro. Ma non sono né così importanti né così strategiche al punto da diventare la madre di tutte le battaglie politiche in città. Proprio per questo alcuni Consiglieri ed Assessori di maggioranza stanno giocando su quel tema anche un’altra partita. Certamente più politica che amministrativa e solo per il momento anche piuttosto sotto traccia.

Quale? Quella della ridefinizione degli assetti di Giunta.

La ridefinizione degli assetti e la “cura Ottaviani”

Quegli assessorati sono diventati molto più appetibili che nel passato. Prima la cura dimagrante imposta dal sindaco Nicola Ottaviani aveva destinato quasi tutto il gettone degli assessori e dei consiglieri al progetto Solidiamo. In pratica, finanziava borse di studio per i ragazzi ed iniziative per gli anziani. Ora, la cura è stata ridotta, gli emolumenti sono più corposi e per gli assessori è scattato anche un sostanzioso aumento.

All’orizzonte si cominciano a intravedere le luci di due importanti appuntamenti elettorali. Entro la fine dell’anno si andrà al rinnovo del Consiglio provinciale. Ed anche qui il piatto potrebbe essere più ricco se, come sembra, il Governo ripristinerà a breve la funzione originaria delle Province riportandole al rango di Enti di primo livello. Quindi con l’elezione diretta da parte dei cittadini e con la previsione della Giunta provinciale. E con la figura dell’assessore (oggi, formalmente sono Consiglieri con delega) e del relativo emolumento.

Poi l’anno prossimo, l’appuntamento elettorale più importante è quello delle Europee. E Frosinone sarà senz’altro un crocevia strategico fondamentale per chi aspira ad essere eletto. Lo sarà per ogni Partito politico: alle Europee ognuno corre per sé e deve portare le preferenze sul suo nome.

Sardellitti e il post sul “suo Cinaglia”

In questo scenario si è svolta ieri la riunione di maggioranza proprio sul Brt, nata come metropolitana leggera e poi si è ridimensionata a Brt cioè bus multiplo su gomma. Ed ora rischia di trovarsi ridimensionata ulteriormente a navetta elettrica su una corsia preferenziale. O almeno questo è il risultato del tavolo tecnico che precede la discussione finale sul progetto. Si è parlato di questo, delle ciclabili, dei parcheggi che il minibus elettrico farà saltare su alcune strade strategiche di Frosinone.

Non sono mancati gli attriti, anche piuttosto forti. Ci sono stati punti di vista differenti. Tra i Consiglieri di maggioranza e tra gli assessori. Va letta così la frase postata su Facebook dall’assessore Alessandra Sardellitti: “Ho inquadrato Amedeo Cinaglia. Vi ricordate il politicuccio della serie di Suburra? Ad ognuno il suo Cinaglia”.

A cosa si riferiva? Allo scontro dialettico che si è acceso ieri durante la riunione di maggioranza. Ha avuto uno scambio molto acceso con il presidente del Consiglio Comunale. Toni tanto accesi in cui sono state minacciate querele. Nel suo post l’assessora non fa nomi ma in privato giura che il Cinaglia non sia lui. E nell’ultima riga stempera la tensione: “Ohhhh però un po’ di ironia!! Come si fa a vivere senza ironia?”.

Certo, nessuno si aspettava un clima da Padri redentoristi. Ci sta. Ma lo scenario che si è creato assomiglia molto al preludio di un’eutanasia politica. Come lascia intuire un’evidenza. Il sindaco Riccardo Mastrangeli è stato lasciato solo a gestire la materia, con la conseguenza di prendere sula sua carrozzeria tutti i colpi legati a perplessità e malcontento. Rischiando di fare il vaso di coccio tra quelli di ferro.

Mastrangeli vaso di coccio? Non è detto

La sua linea però è stata accettata quasi da tutti. Per due ragioni: Riccardo Mastrangeli ha con la propria maggioranza un approccio diverso dal suo predecessore Ottaviani. Inoltre il prezzo politico del biglietto legato alle scelte sul Brt rischia di pagarlo da solo. Perché nessuno della sua maggioranza ci sta mettendo la faccia. Il progetto sta passando per una fisima di Mastrangeli, una visione del sindaco al quale gli altri non possono dire no. Se poi funzionerà, il successo avrà molti padri oggi assenti.

A lungo andare, il centrodestra corre il pericolo di far rimanere il sindaci sotto le macerie del “terremoto” in atto nella maggioranza. Per il momento siamo a livello di luci sismiche. Ma dopo l’estate potrebbero arrivare delle vere scosse in grado di indebolire anche gli edifici politici più resistenti. E a distanza di appena un anno dalle elezioni il fatto è quantomeno paradossale.

Lega e FdI non dialogano: dove sta il guaio

La atavica mancanza di dialogo tra Lega e FdI a livello provinciale rischia di avere effetti negativi anche su Frosinone. È la stessa situazione che ha già prodotto effetti negativi su Alatri. Il problema tra Lega e Fdi non è né politico né ideologico. Ma è lo stesso che amplia le loro distanze sullo scenario nazionale. E cioè la leadership del centrodestra. In pratica: il coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani non vuole abdicare il controllo del centrodestra a Fratelli d’Italia. E questo a prescindere che al timone ci sia l’attuale coordinatore Massimo Ruspandini o chiunque altro.

Gabriele Picano con Angela Abbatecola

Una contrapposizione che sta provocando una spaccatura sempre più profonda a Cassino. Dove appare sempre più evidente la necessità di un dibattito politico che venga coordinato da una figura esterna. Non perché alla portavoce Angela Abbatecola manchino le capacità. Ma perché il confronto sta scadendo sempre più sul personale: che è l’elemento capace di incancrenire anche la più alta discussione politica. Chiaro che occorre ora far sedimentare e lasciare nel frattempo ad un commissario di spessore quantomeno regionale il coordinamento del dibattito.

Alla fine FdI potrebbe cominciare a prendere le distanze dal sindaco di Frosinone. Perché non è il suo sindaco. Mastrangeli è, per sua stessa definizione, civico in quota Lega. Qualche avvisaglia si comincia già a percepire. Sono i Partiti che devono svolgere la necessaria camera di compensazione tra le posizioni differenti in maniera piuttosto marcata nella maggioranza. Spetta quindi alla Lega, a Fratelli d’Italia ed a Forza Italia intervenire sull’amministrazione del Capoluogo prima che l’incendio divampi irrimediabilmente.

Le liste e le aggregazioni civiche vanno senz’altro bene, costituiscono valore aggiunto per qualsiasi schieramento politico, di destra o di sinistra.  Specialmente in campagna elettorale servono a intercettare il voto “borderline” e non manifestamente schierato. Ma poi quando si amministra, le sintesi politiche, anche per evitare implosioni, le devono fare i partiti. È stato sempre così. E così sarà anche nella IV o V Repubblica.

Le sintesi politiche che toccherebbero ai Partiti

Al Comune di Frosinone mancano i Partiti. Mancano a destra come a sinistra. Paradossalmente, si sta facendo politica ma non la stanno facendo i Partiti. La stanno facendo alcuni Consiglieri o Assessori. Il che, come ogni cosa ha sempre due chiavi di lettura. Da un lato è un bene perché viene garantita l’autonomia dell’amministratore, senza alcun tipo di ingerenza o influenza. Dall’altro è un male. Perché l’assenza dei Partiti e quindi delle capacità di mediazione e sintesi, rischia di far debordare le pur legittime ambizioni personali. Che non tengono conto dei rischi che questa ambizione potrebbe provocare nella propria coalizione.

Partiti assenti a destra ma ancor più a sinistra. Ed ancor più risulta assente il Pd. Presente invece su tutto il resto del territorio provinciale. Solo così si spiega la totale colpevole e sempre più inspiegabile impalpabilità delle opposizioni consiliari.

Assenti ingiustificate sul Brt, sulle ciclabili, su tutto il resto. Anche da questa parte, il Partito Democratico dovrebbe fare sintesi…e traino