La vera partita nel Pd e tra Cristofari – Ottaviani

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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di CARLO ALBERTO GUDERIAN
già Corrispondente da Mosca

 

Il dottor Norberto Venturi è persona esperta. Ma ha compiuto un errore di ingenuità. In politica le promesse sono valide solo fino a quando restano validi gli scenari nei quali sono state strette. Appena gli scenari mutano, i patti e le alleanze sono fatti apposta per essere stracciati. E’ quanto accaduto con la promessa fattagli da Francesco De Angelis di sostenerlo nella corsa a sindaco in cambio dei suoi voti per l’elezione di Simone Costanzo a segretario provinciale, come rivelato da Alessioporcu.it (leggi qui)

Francesco De Angelis non è super-partes. Sarebbe impossibile immaginarlo neutrale, in qualsiasi scenario: fosse anche per cambiare le tende in ufficio, lui deve prima dividere, poi mettere contro, infine schierarsi. Con quello che vince. E’ il pragmatismo della vecchia scuola politica che, piaccia o no, è stata la linfa della classe dirigente che ha tirato su questo Paese. E lui da quella linfa è stato cresciuto. Pragmatico. ma con passione.

E’ opera sua se Fabrizio Cristofari è rientrato nel PD, sollecitato e tramite Memmo Marzi. Con questi obiettivi: fuori Norberto Venturi, ritenuto non più strategico nel nuovo scenario; fuori Michele Marini poiché giudicato cinicamente quello con il minore peso elettorale tra i big che decideranno l’elezione del sindaco di Frosinone. Risultato: niente primarie e “mani” libere.

Ma dove rischia di saltare la strategia De Angelis? Sa benissimo che non è l’unico protagonista al tavolo di questa partita. Gli ostacoli da dribblare sono molti a cominciare dal modo imprenditoriale, per non parlare di personaggi del PD che non gli lasciano il campo libero, perché fanno lo stesso suo ragionamento. Ed hanno una forza contrattuale a tratti analoga.

Proprio per questo bisogna comprendere qual è la vera strategia di De Angelis. Non è mai una e non è mai quella che sembra a prima vista. L’elezione del sindaco di Frosinone? Vero. E poi?

Fabrizio Cristofari in realtà gli è funzionale in un ragionamento di prospettiva per:

1) sostenere Mauro Buschini alle regionali, considerando Cristofari elettoralmente più forte di altri;

2) Cristofari è un utile ponte con il Partito Socialista del vecchio amico Gianfranco Schietroma ;

3) Cristofari è un utile ponte con aree di centro (elettorale e di “imprese”) e con i Partiti di centrodestra;

4) Cristofari è utile per “colloquiare” con Nicola Ottaviani (le diverse posizioni “ufficiali” non c’entrano nulla);

5) Cristofari consente di chiudere definitivamente ed eliminare il ruolo di Michele Marini, che in caso di vittoria del presidente dell’Ordine dei Medici finirebbe nel pantheon dei sindaci di Frosinone ad impolverarsi fino a sparire.

In questa operazione, il ruolo del segretario provinciale Simone Costanzo è di rincalzo. Perché:

1) la gestione dell'”affaire” Frosinone è in mano ad altri che sono: Cristofari, Marzi, Schietroma, De Angelis;

2) sono solo scaramucce di retrovia le cene e pranzi dietetici, che hanno portato a nulla come nel caso di Andrea Turriziani.

3) rischia molto del suo futuro per essersi infilato in diatribe interne, dove nessuno lo ha chiamato. Sarebbe stato più produttivo coordinare un lavoro di intesa tra i Partiti di centrosinistra e le diverse anime del PD. Un lavoro che sarebbe dovuto partire subito dopo la sua elezione a segretario: sapevano tutti che nel 2017 si sarebbe votato. Su Frosinone si è avvertita la mancanza di un intervento autorevole e di peso.

Storia chiusa.

Non è migliore la posizione del presidente del Pd Domenico Alfieri. Peggio. E’ arrivato ora e conosce solo in parte le volpi della “vecchia DC” e pretende di gestire situazione che sono fuori della sua conoscenza politica e di assumere impegni che nessuno ancora di più di Costanzo gli ha chiesto in quanto non esiste sulla scena politica di Frosinone.

Rischia più di tutti Francesco Scalia. Si rende conto di rischiare di essere “fuori gioco”, facendo il Cincinnato (in verità fingendo) per cui:

1) recupera il suo referente e lo mette in campo per aprire trattative;

2) non può essere della partita e lasciare tutto ai protagonisti (citati);

3) sceglie Cristofari perché più legato alle sue strategie su territorio provinciale e dichiara il suo appoggio (cosa significa “appoggio”? quanto il suo radicamento sulla città è parziale)

E’ solo una dichiarazione di comodo che non scalfisce né incide su la strategia definita da altri.

Resta da studiare la posizione di Michele Marini. Nei tempi e nei modi, per comprenderne la vera strategia. E’ una contrapposizione contro tutti, di arroccamento. Senza flessibilità in politica non vai da nessuna parte;

 

Proprio per questo il tentativo di conciliazione messo in campo da Francesco Brighindi  è destinato a fallire perché:

1) i consiglieri hanno fatto già le loro scelte;

2) Venturi e Marini sono in posizioni di debolezza e Marini non è rassicurante con le sue non definite scelte;

3) alcuni non sono convinti per le primarie, ritenendo già fatti i giochi, per cui ognuno cercherà per proprio conto di “accasarsi”.

 

Tutto  ciò potrebbe nascondere l’intento di non fare le primarie perché i soliti personaggi pensano che:

1) il PD è solo

2) il PD ha un solo candidato (Cristofari è libero di fare quello che vuole, e può fare accordi, indipendentemente dal PD, con chiunque)

3) sono inutili (Marzi è stato un sostenitore di questa tesi e il PS si è svincolato)

Fatta la candidatura (anzi una autocandidatura) il mercato è aperto.

In questo contesto Cristofari rappresenta una concentrazione di forze moderate, autonome e con interessi che vogliono essere tutelati. Gli altri sono al servizio di questo obiettivo. Non ne sono i registi, né tanto meno i protagonisti.

A Frosinone non ci sarà uno scontro tra centrosinistra e centrodestra, ma tra solo le diverse modalità di governo per la stessa cosa non per il cambiamento della “cosa”.