La versione di Silvio: «Ecco com’è andata per le candidature»

I sassolini nella scarpa di Silvio Ferraguti. La mancata candidatura al Senato. I paracadutati nei collegi al posto dei locali. Il putsch che ha destituito Ciacciarelli ed affidato il Coordinamento a Piacentini. la rivolta dei colonnelli e...

Silvio Ferraguti è un imprenditore. Tra i più affermati in provincia di Frosinone. Le sue imprese sono in Italia ed all’estero. Ma è appassionato anche di politica: è stato candidato alle Europee, in Forza Italia è stato responsabile nazionale dei Lavori Pubblici, nel Coordinamento ha fatto sentire la sua voce. Proprio per questo era in pole position per un posto al Senato. Al quale invece non lo hanno candidato. Al suo posto è stato paracadutato, all’ultimo momento, uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi.

 

Allora Ferraguti, è deluso per la mancata candidatura?

”Mi creda, il punto non è questo, non ho mai creduto e tantomeno sbavato per una candidatura. Ma se la sua è una “provocazione”, non mi “sottraggo”.

 

Scusi Ferraguti, a noi risulta che per mesi il suo nome è stato in pole position per la candidatura al Senato nel collegio maggioritario. E che negli ultimi giorni le è stata chiesta la disponibilità per una designazione nel listino proporzionale al Senato. In posizione eleggibile, la stessa poi data a Beppe Incocciati. Non è così?

“Diciamo che lei ha delle ottime fonti, ma il mio stile non è quello di rivelare accordi o aspettative anche se c’erano state. Il vero nodo è quello che mi piace definire la “vertenza” territoriale. A parte  l’indicazione di Mario Abbruzzese nel collegio della Camera sud, il territorio è rimasto a guardare”, non avremo rappresentanti, non avremo una tutela “vera” del nostro territorio.

 

Ma lei sosterrà Forza Italia?
“Ci mancherebbe altro. Sono una persona seria e coerente con le scelte fatte. Forza Italia va sostenuta alla Camera, al Senato e alla Regione, nel maggioritario e nel proporzionale. Il simbolo è riconoscibile. Però questo non mi impedisce di dire, con piena autonomia e soprattutto con libertà intellettuale, che ci sono tanti autorevoli esponenti del territorio che potevano essere candidati”. Esponenti preparati e capaci di rappresentare ed agire sui tavoli che contano in quanto non condizionati dai soliti compromessi.

 

Ma perché Beppe Incocciati non è del territorio?
“Pur non essendo il calcio il mio sport preferito avevo avuto modo di conoscerlo negli ultimi tempi, ma  ignoravo la sua attività politica e non solo io,  non l’ho mai visto alle riunioni del coordinamento provinciale”, e tantomeno ho letto prese di posizione o azioni politiche a difesa del nostro territorio.

 

Sestino Giacomoni, Claudio Fazzone, Maria Rosaria Rossi. Forse era complicato farsi largo tra questi big.
“Candidature eleggibili potevano essere trovate anche per esponenti locali. Mantenendo i “big” uscenti  nei loro territori. Altri Partiti lo hanno fatto. E poi anche alle regionali si poteva mettere in campo una lista maggiormente equilibrata sul piano territoriale. Guardi, il sottoscritto ben conosce le logiche di partito e visto quanto è successo dico che ancora una volta il territorio è stato calpestato e non difeso da chi pensava a tutelare solo il proprio interesse e di qualche amico. Mi sono messo in gioco per una candidatura seppur di servizio, ottenendo un risultato lusinghiero che ha contribuito notevolmente a far crescere il consenso del nostro partito in provincia di Frosinone. Nel partito ho dimostrato di saperci stare, sacrificandomi e mettendomi a disposizione e pertanto non accetto e mai accetterò lezioni da nessuno, in quanto la vera politica deve essere fatta con capacità, competenza e soprattutto nell’interesse della collettività. Veniamo però al punto vero, che è quello della rappresentanza del territorio”.

Vuole essere più chiaro?

“La provincia di Frosinone ha bisogno di essere rappresentata con determinazione e competenza laddove si assumono le decisioni che contano davvero. Rappresentanti capaci di proposte serie, di progettualità che attraggano i veri investitori sul nostro territorio. Non abbiamo un europarlamentare che rappresenti la nostra provincia quando a Strasburgo e Bruxelles si adottano decisioni che caratterizzano i territori. Penso ai fondi europei, all’agricoltura, al commercio ed a tutto il resto.  Alla Camera e al Senato non può bastare un solo esponente, perché le dinamiche del frusinate sono tante, articolate e diverse. Questa provincia continua a perdere ”occasioni”,  le aziende chiudono o delocalizzano,  i posti di lavoro si perdono. Le multinazionali sono andate via e nessuno investe. Per non parlare dell’inquinamento, dei tempi della burocrazia e della difficoltà di ottenere un’autorizzazione”.

 

Lei quindi sta dicendo…

“Sto dicendo che il problema della rappresentanza è centrale. Questo territorio avrebbe bisogno di parlamentari ed amministratori regionali capaci e competenti che conoscano a fondo le questioni e le necessità e che siano disposti a battere i pugni sui tavoli romani per reclamare la giusta attenzione,  rappresentanti meno attenti ai comunicati stampa e alle passerelle e maggiormente concentrati sui problemi veri. Penso che un parlamentare dovrebbe essere disposto perfino a “incatenarsi” a Roma per portare l’attenzione nazionale su quello che sta succedendo in Ciociaria da decenni. Bisogna battersi, studiare, mettersi in gioco. Se ne stanno andando tutti da questa provincia. Nessuno dice nulla. Amazon è stata un’occasione persa – per non dire “volutamente persa” – e la lezione non è  servita a nulla. Mentre qui si pensava alla spartizione, a Rieti realizzavano gratuitamente le infrastrutture per attrarre l’investimento. Ci potrebbero essere altre possibilità, ma l’incapacità, e soprattutto la “mancanza di rappresentanza” dell’attuale classe dirigente, non crea alcun presupposto. L’elenco delle occasioni da noi perse, ma colte da altri, è sterminato e non ancora completo!

 

Cosa manca?
“Intanto la capacità di fare squadra davvero, nei partiti e nelle istituzioni. Il sottoscritto, fortunatamente, fa l’imprenditore e non vive di politica.  Troppi, invece, vivono solo di politica e sono ossessionati dal raggiungere la poltrona. Per poi avere fasce e indennità. Perdendo di vista le esigenze del territorio. Quando parlo del problema della rappresentanza mi riferisco al fatto che ci sono anche tanti amministratori locali che si batterebbero alla morte per il territorio, ma vengono tenuti ai margini. In politica si ragiona con logiche da caserma. La meritocrazia non esiste. Viene premiato chi è ”fedele”, non chi è più bravo o più competente. Non è una questione di “rancore”, ma di opportunità. Neppure il politico può delegare, come succede oggi, al burocrate. Bisognerebbe avere il coraggio di rivendicare il primato della politica nelle scelte, ma questo non può farlo chi ha paura di non essere candidato la prossima volta”.

 

Scusi se insisto: voterà Forza Italia?

“Voterò e farò votare Forza Italia. Silvio Berlusconi resta l’unico punto di riferimento vero, l’unico in grado di governare il Paese. Per il resto, l’Italia è il Paese delle corti dei miracoli, dei nani e delle ballerine. Soprattutto in politica.

Mi auguro si possa aprire una stagione nuova”.

 

Ci crede?
“Credo in chi ogni mattina si mette in gioco sul posto di lavoro.

 

E alla politica?

“Scusi, sa dirmi una sola opera pubblica, un solo progetto vero e realizzabile ascrivibile a chi ha rappresentato questo territorio alla Regione, alla Camera o al Senato negli ultimi venti anni? Uno solo…”.