Salvini e Di Maio continuano a far finta di litigare sugli argomenti più stucchevoli, mentre a Frosinone c’è una serie di sorpassi a destra: dei Fratelli d’Italia sulla Lega, di Forza Nuova su Fratelli d’Italia. Con i Giovani Democratici che scivolano in maniera indifendibile. Mentre il sindaco Ottaviani è allibito.
Ormai non sanno più cosa inventarsi. Una polemica al giorno sui temi più disparati, per occupare l’intero campo politico. La Lega quello del centrodestra, i Cinque Stelle quello del centrosinistra. Perché Luigi Di Maio in realtà teme il ritorno del Pd a guida Nicola Zingaretti. E allora cerca di “rubare” gli argomenti al neo segretario del Pd.
L’ultimo fronte mediatico è quello delle Province: i Cinque Stelle sono per l’abolizione, la Lega per ridare centralità a questi enti. Posizioni note, che nulla aggiungono o tolgono alla realtà dei fatti. E’ evidente che la riforma Delrio non ha funzionato e che non sono certo le Province il problema dell’assetto istituzionale dello Stato, men che meno dal punto di vista economico. Tutti i più grandi scandali riguardanti soldi pubblici e sprechi hanno riguardato le Regioni.
In realtà è pure emerso che le funzioni delle Province sarebbero fondamentali sul versante della prevenzione del territorio e della manutenzione delle strade e degli edifici scolastici. Qualche “maligno” sottolinea che se i Cinque Stelle fossero competitivi in questo tipo di elezione, forse cambierebbero idea. In ogni caso c’è l’esito di un referendum costituzionale, quello per il quale Matteo Renzi è andato a casa, che dice che le Province devono restare come enti di rilievo costituzionale.
Non è che le architravi dello Stato di diritto possono essere montate e rismontate ogni anno. In realtà, al di là delle Europee, queste discussioni sono armi di distrazione di massa. Perché i Cinque Stelle e la Lega faticano a prendere atto del disastro economico che l’Italia deve fronteggiare: sia Quota 100 che il reddito di cittadinanza allarmano i mercati internazionali e l’Unione Europea. Semplicemente perché appesantiscono moltissimo i conti pubblici e non generano nuovo lavoro.
Si va verso l’aumento dell’Iva (in media 534 euro in più a famiglia) e verso una patrimoniale lacrime e sangue. Eppure continua ad essere centrale la “narrazione”. Cosa che Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno capito benissimo. Una perenne campagna elettorale con uno stucchevole gioco delle parti. Finché la barca va.
Nel circo mediatico della politica virtuale si è scatenato pure un dibattito surreale sulla possibilità di costruire una moschea a Frosinone. Alle soglie del 2020, in un Paese normalmente civile, dovrebbe essere una cosa perfino banale. Invece no, si finisce con il legare questa vicenda a quella dell’immigrazione. Cavalcando le paure e alimentando la logica che è sempre colpa di qualcuno. Meglio che se degli immigrati brutti e cattivi. Che però non ci stanno invadendo, visto che per ammissione dello stesso Viminale il numero giusto non è 600.000 ma 90.000.
Lo schema a Frosinone è stato il seguente: Lega scavalcata a destra da Fratelli d’Italia. E Fratelli d’Italia da Forza Nuova. Con i Giovani Democratici del Pd che sono finiti con lo scivolare in un’operazione “antipatica” nei confronti del senatore Massimo Ruspandini, messo a testa in giù sui social. Dibattito infuocato sui social, all’arma bianca. Va bene così.
Pure questa, nel piccolo, è un’arma di distrazione di massa. Spicca il silenzio del sindaco Nicola Ottaviani. Stavolta non è strategico. Non è che preferisce non esporsi. Semplicemente è allibito. Perché lui, da politico moderato e cristiano cattolico praticante, coltiva la tolleranza. Religiosa ed etnica.