Lacrime e rabbia dopo la favola spezzata

Non è il momento delle lacrime. Ma del carattere. Come fecero gli Spingboks che si risollevarono annichilirono i mitici All Blacks. È il momento di prendere in prestito l'inno del Liverpool ad Anfield Road: "Non camminerai mai solo".

“Questo è il sapore della sconfitta: ricordatevelo e promettete a voi stessi di non assaporarlo mai più”.

Così Francois Pieanaar, storico capitano degli Spingboks, parlò ai suoi compagni di squadra dopo una “mazzata” terribile. Qualche mese più tardi il Sudafrica (era il 1995) vinceva la Coppa del mondo di rugby battendo in finale gli extraterrestri neozelandesi, gli All Blacks.

Nello sport ci si può rialzare, anche dopo una sconfitta terrificante, di quelle che piegano le gambe e l’anima. Il Frosinone ha il dovere di provarci fino in fondo, perfino dopo lo psicodramma di ieri sera. L’orgoglio dopo la rabbia, a patto però di analizzare bene quello che è successo non solo ieri sera, ma nell’intera stagione.

 

Le lacrime di adulti e bambini, di genitori e figli, di madri e ragazze fanno male. Tanto più che il Benito Stirpe ieri sera ha offerto un colpo d’occhio pieno di sostanza.

Frosinone conta 45.000 abitanti, quasi 17.000 erano allo stadio. Dal pomeriggio, insieme. Giocando a carte per ingannare l’attesa, tenendosi per mano perché l’amore è anche partecipare insieme ad una partita di calcio.

La città voleva festeggiare la serie A diretta, anche per prendersi tutte le rivincite che merita. Una città rimasta indietro per tanti anni, una città che fatica a mettersi al passo, una città che non è soltanto inquinamento e polveri sottili, una città che avrebbe bisogno di crederci di più.

Gli addobbi gialloblù, dal Casermone a via Firenze, rappresentavano il segnale di una riscossa, di una carica pronta ad esplodere in gioia.

 

Aver ribaltato lo svantaggio iniziale sembrava aver fugato tutti i dubbi ed esorcizzato i vecchi fantasmi. Invece poi l’ennesima doccia fredda, stavolta per mano del Foggia. Esattamente come un anno fa il Frosinone arriva a pari punti al secondo posto: con il Verona nel 2017, con il Parma nel 2018. Ma in serie A vanno scaligeri e ducali, i canarini sono costretti alla lotteria dei play off in una situazione psicologica terribile.

Eppure lo scorso anno a far svanire il sogno della serie A non fu soltanto la sconfitta con il Carpi, ma anche diverse situazioni verificatesi negli ultimi minuti. Una su tutte: a Benevento.

 

Quest’anno troppe volte il Frosinone ha perso con le squadre di prima fascia: Empoli, Perugia (due volte), Parma, Palermo. Certo che in partite del genere la sconfitta ci sta, ma se è quasi sistematica significa che c’è qualcosa che non funziona. Magari nella tenuta della squadra nelle occasioni che contano davvero, quelle più difficili.

Da un’analisi del genere si deve ripartire e per trovare un esempio di tigna e di tenuta nervosa eccezionale (oltre che di capacità straordinarie) basta guardare in casa, al presidente Maurizio Stirpe. Il quale ha confermato Moreno Longo quando in tanti ne volevano la “testa”, il quale ha blindato la squadra quando le critiche erano diventate difficilmente gestibili.

 

Certamente, il Frosinone che lotta per un posto in serie A nei play off è comunque un risultato straordinario, considerando i lunghissimi anni della serie D e della serie C, ma pure il fatto che stare in serie B è un miracolo della società. Perché obiettivamente Frosinone non è un capoluogo e una città da massima serie.

Però quest’anno è stato ultimato il Benito Stirpe, un gioiello dell’impiantistica sportiva, quest’anno il Frosinone è stato in testa alla classifica, ha infilato una sfilza straordinaria di risultati utili (pur fra troppi pareggi).

Vale la pena di ricordare “You’ll Never Walk Alone”, l’inno dei tifosi del Liverpool ad Anfield Road. La traduzione in italiano non dà gli stessi brividi ma è significativa lo stesso: Quando cammini attraverso una tempesta, mantieni la testa alta. E non avere paura del buio. Alla fine della tempesta c’è un cielo dorato e il dolce canto argentato di un’allodola. Continua a camminare attraverso il vento. Continua a camminare attraverso la pioggia. Anche se i tuoi sogni verranno scossi e spazzati via. Continua a camminare con la speranza nel cuore. E non camminerai mai da solo”.

 

Il Frosinone calcio non camminerà mai solo, il sostegno dei tifosi ci sarà sempre. C’è poco tempo per reagire ma bisogna farlo e cercare il riscatto. Perché quando il leone muore, poi la storia la raccontano i cacciatori. E non è il caso.

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